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Vangelo secondo Giovanni, 14,23-29

In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]:
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

LA DIMORA DI DIO

Dio è venuto ad abitare tra noi attraverso il Suo Figlio Gesù: nel cuore delle persone, nelle opere, nelle famiglie, nella società. Cambia il modo di guardarci e trattarci, come continuiamo a sentire dal Vangelo di queste domeniche. Gesù ci guarda e ci considera alla stessa maniera con cui ha fatto con gli apostoli e con tante altre persone. E’ una storia nuova, bella, che sempre ricomincia come dono di Dio e come risposta nostra. Ci lasciamo prendere dalla responsabilità di annunciarlo e testimoniarlo al mondo.

Vangelo secondo Giovanni 15,18-21

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia.
Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».

L’ODIO DEL MONDO

Abbiamo visto e ancora vediamo folle che pregano e acclamano in Piazza San Pietro e nel mondo, in occasione della morte di Papa Francesco e dell’elezione di Papa Leone XIV. Queste bellissime immagini non cancellano la memoria dei cristiani perseguitati nel passato e nel presente. Seguire Gesù non comporta soltanto un di più vita e di gioia; comporta anche varie forme di persecuzione: torture e morte, emarginazione sociale, dileggio e disprezzo. Anche così si segue Gesù e lo si testimonia al mondo.

Vangelo secondo Giovanni 15,12-17

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.
Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

UN’AMICIZIA VISSUTA

Gesù ci conduce al suo livello. Ci chiama amici, ci considera e ci tratta come tali consegnandoci la sua vita, la sua figliolanza con il Padre e la possibilità di portare frutto Tutto quello che è suo, anzi, tutto quello che Lui è, lo consegna a noi. Che cosa possiamo desiderare se non l’apertura del cuore per accoglierlo e viverlo? Per questo Gesù ci offre il comandamento di estendere attorno a noi l’amore che riceviamo da Lui.

Introduzione del celebrante

La parola accolta e lo Spirito Santo ricevuto pongono la dimora di Dio nella nostra vita e domandano la pace per noi e per il mondo. Affidiamo al Signore tutte le nostre invocazioni.

  1. Signore Gesù, in questa Eucaristia donaci la grazia di diventare tua dimora nella nostra persona e nelle opere della vita, per accogliere e comunicare la tua pace,

Preghiamo: ASCOLTACI SIGNORE

  1. Signore Gesù, che dimori nel cuore delle persone per edificare la tua Chiesa, sostieni l’opera del Papa Leone XIV, il nostro vescovo, i sacerdoti, i consacrati e tutto il popolo cristiano,

Preghiamo: ASCOLTACI SIGNORE

  1. Signore Gesù, concedi giorni e tempi di pace al nostro mondo; sostieni con la tua grazia i popoli affranti dalla guerra e perseguitati da tante ingiustizie,

Preghiamo: ASCOLTACI SIGNORE

  1. Signore Gesù, domandiamo il tuo Santo Spirito insieme con Maria tua Madre, che guardiamo e invochiamo nella preghiera del Rosario per noi e per tutti,

Preghiamo: ASCOLTACI SIGNORE

Conclusione del celebrante
Padre Santo, che dimori in noi attraverso il Figlio e lo Spirito Santo, edifica nella pace il tuo popolo. Rendici testimoni di unità e di accoglienza. Per Cristo nostro Signore. Amen

LA DIMORA DI DIO

Dio è venuto ad abitare tra noi attraverso il Suo Figlio Gesù: nel cuore delle persone, nelle opere, nelle famiglie, nella società. Cambia il modo di guardarci e trattarci, come continuiamo a sentire dal Vangelo di queste domeniche. Gesù ci guarda e ci considera alla stessa maniera con cui ha fatto con gli apostoli e con tante altre persone. E’ una storia nuova, bella, che sempre ricomincia come dono di Dio e come risposta nostra. Ci lasciamo prendere dalla responsabilità di annunciarlo e testimoniarlo al mondo.

Vangelo secondo Giovanni 15,9-11

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».

Un AMORE CHE RIMANE

Rimane l'amore eterno del Padre verso il Figlio. Rimane l'amore di Gesù verso di noi, che continua ad abbracciarci a partire dalla Chiesa di Roma, fino all'eucaristia celebrata nelle nostre comunità quotidiane. Domandiamo la grazia di partecipare a questa appartenenza, aprendo ogni giorno l'involucro della nostra vita, per rimanere concretamente nell'amore di Cristo che ci fa vivere e ci accompagna a vivere come fratelli.

Vangelo di Giovanni, 15,1-8

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.

LA VITE E I TRALCI

Gesù si presenta a noi con l’immagine della vite e dei tralci: uniti a Lui che ci comunica la linfa di una vita nuova, per un frutto buono. Nella presunzione di fare da soli, e con la superbia di essere noi i protagonisti della vita, anneghiamo negli insuccessi e nella solitudine. E’ bello anche riconoscere che i tralci sono uniti gli uni agli altri, e tutti insieme alla vite. Unità con Cristo che diventa unità tra noi e produce frutti buoni.

 

Vangelo di Giovanni, 14,27-31

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: "Vado e tornerò da voi". Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco.”

LA PACE, LA SUA

“La pace, non come la dà il mondo, io la do a voi”. La pace del mondo – se e quando il mondo riesce a darla – nasce dal calcolo e spesso si combina con l’ingiustizia e il dominio. La pace di Dio è certezza del nostro buon destino, è apertura del cuore all’accoglienza e al perdono. E’ la dimora di Dio in noi, che ci fa sperimentare il suo amore per noi e diventa amore verso di Lui e amore al prossimo.

Vangelo di Giovanni, 14,21-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Gli disse Giuda, non l’Iscariòta: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?».
Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

LA SUA DIMORA IN NOI

Quello che Gesù ci annuncia e promette è sensazionale. Quando ci apriamo a Lui, lo amiamo e lo seguiamo, Egli ci ama, si svela, e insieme con il Padre prende dimora presso di noi. A tempo opportuno il suo Santo Spirito ci spiegherà tutto questo e lo realizzerà. Siamo posti dentro un’altra dimensione, in un cammino di verità e di pienezza. E’ quel di più dell’anima e del corpo per il quale siamo fatti e al quale siamo destinati. Possiamo desiderarlo e domandarlo.

Vangelo secondo Giovanni13,31-35

Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

LA GLORIA DI CRISTO CI FA VIVERE

La Gloria di Gesù consiste nella sua consegna al Padre, attraverso il percorso della croce e della risurrezione. Una vita permeata dall’amore totale al Padre e all’umanità: un amore che si riversa su di noi: “Amatevi come io vi ho amato”. E l’inizio del ‘cielo nuovo e terra nuova’ annunciati nell’Apocalisse, un mondo nuovo che comincia quaggiù. Lo vediamo attuarsi nella missione delle prime comunità cristiane, con l’opera di Paolo e Barnaba. Ne vediamo i segni in questa eucaristia, in comunione con l’inizio del pontificato di Leone XIV.