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SCENE

DI VANGELO

Gli si può commissionare un episodio del Vangelo e lui ti fa attendere per mesi. Poi improvvisamente la tela si illumina di un arcobaleno di colori e i personaggi risaltano nel fascino degli occhi spalancati e degli abbracci imprevisti. L'ultima scena evangelica esplosa dai pennelli di Franco Vignazia - illustratore affermato presso ragazzi e adulti - rappresenta l'apostolo Andrea che torna a casa dopo aver incontrato per la prima volta Gesù insieme con Giovanni. Andrea abbraccia con trasporto, come non mai, la moglie, che subito gli chiede: "Cosa ti è successo?", mentre i due bimbetti stanno a guardare. Sulla sinistra della scena evangelica, Vignazia raffigura un episodio dei nostri tempi: in una classe rumorosa di giovani allievi si affaccia la vivace figura dell'insegnante di religione; è don Giussani che subito li provoca all'incontro con Gesù.
I primi inizi del Vangelo si ripercuotono sulle rive del nostro tempo e di tutti i tempi, avviando nuovi incontri e generando vita. Lo sperimentiamo a partire da una minuscola postazione all'ingresso dei padiglioni del Meeting di Rimini, sullo sfondo del grande pannello della scena di Vignazia, contornato dagli schizzi dei volti di tanti 'padri e fratelli' nella fede: don Francesco Ricci, padre Romano Scalfi, beato don Sandro Dordi e altri. I figli raccontano l'avventura della vita: la scuola familiare educa non secondo la pretesa dello statalismo; la provvidenza permette di camminare sull'acqua come Pietro ridando vita a un’impresa sociale. Nei padiglioni della Fiera, dove si assiepano giovani e adulti, si ripercorre la Terra più amata da Dio dove Gesù ha ridato dignità all’uomo e al suo lavoro. Proprio il lavoro, che riprende e rinnova i modelli ereditati dai padri, è il filo che collega i percorsi del Meeting. Risuonano le testimonianze dalle carceri dove la misericordia e le attività lavorative redimono le persone; si documentano il lavoro giovane e le nuove professioni, le bonifiche dei terreni che tornano a fruttificare in luoghi aridi, le favelas umanizzate, le tante intraprese personali, familiari, comunitarie che formano il tessuto umano delle nostre città e dei nostri paesi. Spunta la libertà di un nuovo giudizio storico sulla rivoluzione russa; il monaco cistercense dialoga con il monaco buddista, in un contorno di canti che evocano il mistero; nuove forme d'arte fermentano da antichi capolavori, mentre le avanzate tecnologie inseguono il cervello umano senza riuscire a toccare l'anima.
Ma ad attirare lo sguardo sono le tante mamme con bambini in braccio o in carrozzina, e i ragazzi che scorrazzano per i padiglioni e arrivano a incantarsi nello spazio-ragazzi davanti alle mostre di Marcellino, di Pinocchio e dei personaggi del Presepio, o che saltellano al ritmo dei canti nella piccola arena. Le sementi del Vangelo continuano a riempire di colori i campi della vita.

PS. Sul poster di Vignazia è scritta una frase di Giussani:

Pensate, noi ci siamo mossi per quei due! Da quei due che L’hanno guardato parlare, che Lo guardavano parlare con semplicità, umiltà, ingenuità di cuore, siamo stati mossi; quei due hanno mosso le nostre vite e le muovono ora! E fra cinquantamila anni, durasse ancora il mondo, altri si muoverebbero come noi, poco o tanto non importa.

 

 

"E voi chi dite che io sia?"  Così Gesù domanda ai suoi. Lo sentiremo nel Vangelo di domenica prossima 27 agosto

Ci presentiamo a Gesù portando in cuore questa domanda. La custodiamo nell'adorazione di questa sera in Cattedrale a Chioggia dalle ore 21 alle 22. Invito chi abita altrove, chi è in vacanza o chi è impedito a partecipare, a fare un minuto di silenzio nello stesso orario, stando di fronte alla stessa domanda.

 

Vangelo secondo Matteo 22,34-40

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

IL COMANDAMENTO

Da dove comincia il mondo? Dante direbbe: da "l'Amor che move il sole e l'altre stelle". Questa origine spunta ogni giorno nel cuore dell'uomo, come il sole che si riflette sulle acque. Nati dall'Amore, siamo chiamati ad amare Colui che ci ama e coloro che Egli ci mette accanto. Da quando i due comandamenti sono stati presi in carico da Gesù e in lui impersonati, l'amore di Dio si concretizza nell'amare Gesù e l'amore al prossimo si muove senza confini.

Vangelo secondo Giovanni 1,45-51

In quel tempo, Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaele gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

L’ENTUSIASMO DELLA FEDE

Natanaele-Bartolomeo e un uomo sincero. Non risparmia - sulla provenienza di Gesù da Nazaret - la battuta che è diventata una espressione proverbiale. Tuttavia segue con immediatezza la proposta dell'amico Filippo, meritandosi l'esplicito elogio di Gesù. Bartolomeo è subito entusiasta di Gesù e ne riconosce e proclama subito l’identità. Questa pronta adesione e sequela segnano l'inizio di un percorso grande e compiuto, che porterà Natanaele-Bartolomeo alla glorificazione attraverso la via della croce, che per lui avverrà in un terribile martirio.

Vangelo di Matteo 20,1-16

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: “Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

SOVRABBONDANZA

La giustizia di Dio è la sovrabbondanza. Dio non gioca al pareggio. Non si limita alla giusta paga, e non rimane al livello di una corrispondenza proporzionata alle nostre prestazioni. Dio ha in serbo per ciascuno una vita e una felicità che superano tutte le misure della bilancia umana. Il suo nome è Amore e Misericordia. Possiamo ancora lamentarci e pretendere di più, quando constatiamo la sovrabbondanza del suo dono verso di noi e verso gli altri?

Vangelo di Luca, 1,26-38

Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

LA MADRE DEL RE

Il figlio promesso dall'Angelo riceverà il trono del re Davide e regnerà sulla casa d'Israele. Gesù è il vero re che guida e salva il suo popolo. Maria diventa quindi la madre del re, la Regina-Madre. Questo avverrà seguendo lo stesso percorso del Figlio: dalla casa di Nazaret alla vita pubblica, dalla Croce alla Risurrezione, fino all'ascensione alla destra del Padre, che per Maria sarà l’assunzione celebrata una settimana fa. Maria è Regina Madre e Sorella, che ama, attira e protegge figli e fratelli.

MESSAGGIO DEL PAPA AL MEETING DI RIMINI

A Sua Eccellenza Reverendissima
Mons. Francesco LAMBIASI
Vescovo di Rimini

Eccellenza Reverendissima,

a nome del Santo Padre Francesco e mio personale, rivolgo un cordiale saluto a Lei, agli organizzatori e ai partecipanti alla XXXVIII edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli.

I titoli del Meeting invitano ogni anno a riflettere su aspetti dell’esistenza che il ritmo incalzante del quotidiano spesso fa mettere tra parentesi. Tutto sembra scivolarci addosso, presi come siamo dall’ansia di voltare pagina in fretta. La vita si frammenta e rischia di inaridirsi. Per questo è prezioso ogni tanto fermarsi per considerare i grandi interrogativi che definiscono il nostro essere umani e che è impossibile ignorare del tutto.

In questo senso possiamo leggere anche il tema del Meeting 2017: «Quello che tu erediti dai tuoi padri, riguadagnatelo, per possederlo» (Goethe, Faust). È un invito a riappropriarci delle nostre origini dal di dentro di una storia personale. Per troppo tempo si è pensato che l’eredità dei nostri padri sarebbe rimasta con noi come un tesoro che bastava custodire per mantenerne accesa la fiamma. Non è stato così: quel fuoco che ardeva nel petto di coloro che ci hanno preceduto si è via via affievolito.

Uno dei limiti delle società attuali è di avere poca memoria, di liquidare come un fardello inutile e pesante ciò che ci ha preceduto. Ma questo ha delle conseguenze gravi. ...continua a leggere "PAPA FRANCESCO e il MEETING"

Vangelo di Matteo 19,16-22

In quel tempo, un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!». Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze.

IL BALZO RIFIUTATO

Brave persone ne incontriamo, oneste e generose, ligie al proprio dovere e rispettose dei comandamenti. Come il giovane che incontra Gesù. Gesù ne riconosce la coerenza e accoglie il suo desiderio. È il momento buono per lanciarlo in volo. Gesù sa che la pienezza della vita e il gusto della felicità sono l'esito di una libertà dalle cose e di una decisione totale per il Dio della vita. È un balzo che il giovane non accetta. E rimane nella sua tristezza.