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UN AMORE PIU’ FORTE DELLA DITTATURA

Franz e Franziska sono due coniugi che vivono nella campagna austriaca ai confini con la Baviera. Con il matrimonio, nel quale nascono le tre figlie, Rosalia nel 1937, Maria nel 1938 e Loisi nel 1940, Franz abbandona la vita precedente piuttosto leggera, e sperimenta con la sposa la bellezza dell’amore cristiano e dell’esperienza della fede, nella compagnia della Bibbia e dello Schott, il messale in tedesco.                                                       La vita viene sconvolta quando la Germania di Hitler invade l’Austria, a partire dal 1938. Si potrà collaborare con il regime nazista oppressivo della libertà e anticristiano? Nel maggio 1940 Franz viene arruolato la prima volta, ma presto viene rimandato a casa perché ritenuto indispensabile per i lavori in campagna. Durante un secondo breve arruolamento incontra l’amico Rudolf Mayer che lo sostiene nella scelta cristiana. Nel febbraio del 1943 Franz viene nuovamente precettato; quando si presenta dichiara subito la propria obiezione al nazionalismo di Hitler e alla sua guerra; viene imprigionato, e dopo torture e umiliazioni il 9 agosto viene decapitato. Il libro documenta come la sua fede e la sua decisione vengono contraddette non solo dai paesani, ma anche da alcune autorità della Chiesa, che gli richiamano i ‘doveri’ familiari e patriottici. La moglie Franziska partecipa con fortezza alla sua decisione; lo scambio di lettere tra i due – in parte riprodotte in questo catalogo - è di una lucentezza e intensità straordinarie e documenta che ‘non c’è amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici’.  La figura di Franz, rimasta nell’ombra per molto tempo, è riemersa con decisione negli ultimi tempi, manifestando la sua ricchezze umana e la fortezza indomabile della sua fede. Da questo ampio catalogo, che gode di una bella prefazione del cardinal Zuppi, sono state ricavate le immagini presentate al Meeting di Rimini di quest’anno in una mostra tra le più visitate e appassionanti. Franz è stato proclamato beato il 26 ottobre 2007, ed è stato riproposto in faccia alla Chiesa e al mondo. Tutta la vicenda è stata raccontata nel film ‘La vita nascosta’.

Andrea Caspani (a cura) Franz e Franziska, Non c’è amore più grande. I coniugi Jàgerstatter e il martirio della coscienza, Ed Libreria Editrice Vaticana 2024 pp.144 € 16,00

Angelo Busetto

Vangelo secondo Luca 6,20-26

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

PER DRITTO E PER ROVESCIO

Ecco che anche Luca, dopo che Gesù ha riunito i discepoli e ha eletto gli apostoli, lancia la nuova ‘costituzione’ del suo Regno, promessa di felicità che lacera il terreno umano e fa germogliare dal profondo nuovi frutti di umanità e di santità. La promessa dei ‘Beati’, e la minaccia dei ‘Guai’ traccia per dritto e per rovescio una nuova strada per ottenere la felicità ed essere utili nel mondo. Facendo dei passi in questo cammino, ne sperimentiamo la verità.

 

Vangelo secondo Luca 6,12-19

In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.

LA SCELTA

Misteriosa scelta, sgorgata dal cuore di Gesù dopo una notte di preghiera al Padre. Attraverso quei dodici uomini si realizza il mistero della vita e della missione di Gesù, con la morte e risurrezione e con la sua permanenza nella storia. Per una analogia lontana ma autentica, possiamo dire che questa storia continua a realizzarsi passando anche attraverso la nostra vocazione e la nostra vita. Ancora tante folle e una moltitudine di gente hanno bisogno del Signore e continuano a cercarlo.

Vangelo secondo Luca 6,6-11

Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo.
Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo.
Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita.
Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

DI FRONTE A DIO

In casa, in strada, in sinagoga, Gesù trova opposizioni e incontra persone che hanno bisogno di lui. Con quale criterio si muoverà? La legge del sabato o la legge della carità? Gesù non ha dubbi e risana subito l’uomo dalla mano inaridita, in modo che diventa un palese richiamo per i suoi oppositori. Se uno ama Dio, agisce in favore del prossimo. Colpisce sempre la lealtà di Gesù, anche di fronte a chi trama contro di lui.

Vangelo secondo Marco 7,31-37

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

UN DONO DI PAROLA E DI VITA

Il Vangelo ci conduce a guardare ai nostri fratelli e a noi stessi, riconoscendo il dono della vita e dell’intero mondo, che possiamo conoscere e apprezzare con la mente e il cuore e con tutti i nostri sensi: possiamo vedere e conoscere, udire e parlare. Con un passo in più. Il gesto di Gesù che guarisce il sordomuto, ricorda il dono del Battesimo, quando chiediamo il dono di ascoltare e proclamare la Parola del Signore. E’ il dono di una sapienza e di una parola nuove, da condividere con tutti.

Vangelo secondo Luca 6,1-5

Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.
Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?».
Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?».
E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

ALL’ORIGINE DEL SABATO

Continuamente Gesù viene sfidato dai suoi oppositori che lo riportano alla ‘religione precedente’, con gli innumerevoli precetti che tentano di dettagliare in formule i comandamenti di Dio. Qui c’è Colui che è all’origine di questi comandamenti, Colui al quale il culto e il riposo del sabato sono diretti. I comandamenti riproposti da Gesù si concentrano nell’amore di Dio e del prossimo: due comandamenti che non si oppongono, perché Dio è per noi, e noi vogliamo essere per Dio….

Vangelo secondo Luca 5,33-39

In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere; così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: ‘Il vecchio è gradevole!’».

LA FESTA DELLO SPOSO

Con quale criterio misurare il valore di una religione? Forse dall’intensità delle pratiche ascetiche, dai digiuni e dalle mortificazioni? Gesù cambia marcia: si annuncia come lo sposo, atteso con trepidazione e accolto con una festa che continua fin che lui rimane presente. Stando al paragone del vino, potremmo dire che Gesù è il vino nuovo, che tuttavia è più gradevole di quello vecchio, riempie di ebbrezza e vigore le nostre giornate. Il cristianesimo è la festa dello sposo.

Vangelo secondo Luca 5,1-11

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

UNA NUOVA PESCA

Ci si commuove sempre di fronte a pagine di Vangelo come questa. Gesù conosce già l’equipaggio di queste due barche: tant’è vero che usa la barca di Pietro come pulpito per parlare alle folle sulla riva, con la voce che rimbalza sull’acqua. Quasi per un gesto di gratitudine, Gesù lancia le due barche per una nuova pesca. Dopo il miracolo, Simon Pietro reagisce nel modo più umano, dichiarandosi peccatore. Gesù gli rèplica nel modo più divino: “Sarai pescatore di uomini”.

Vangelo secondo Luca 4,38-44

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagòga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagòghe della Giudea.

INIZIO DELLA MISSIONE

Come una persona qualunque, come un fedele ebreo, Gesù partecipa al rito del sabato in sinagoga a Cafarnao. Ha trovato una casa che lo ospita, la casa di Simone-Pietro. La sua parola autorevole raggiunge la suocera, subito guarita dalla febbre. Ed ecco già – sul finire della giornata festiva – accorrere le folle con malati e indemoniati da guarire. Ma Gesù non va di corsa. Egli riparte dalla sua origine, il Padre, ritrovato nella preghiera mattutina: il primo passo della giornata.