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Vangelo secondo Matteo 10,17-22

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani.
Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato».

TESTIMONE DI CRISTO

Impressiona il passaggio dal Natale del Bambino di Betlemme alla memoria del primo martire. Che cosa accade a chi segue Gesù? Accade di essere suo testimone, nella semplicità della vita o nel dramma della storia. Il Bambino di Betlemme non è un’idea, ma una presenza: o la si accoglie o la si elimina. Questo Bambino detiene il senso di tutto, del vivere e del morire, del presente e del futuro. Gli si rende testimonianza con la vita e con la morte.

Vangelo secondo Luca 2,1-14

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

E’ NATALE

E’ ancora Natale. Gesù nasce: è accaduto e ancora accade. Dio, il Mistero infinito e creatore, è ancora tra noi e ancora ci vuole bene. Non ci accontentiamo dell’aria di Natale: vogliamo che le luci, i canti, i regali ci portino a riconoscere Gesù Salvatore e a ritrovarci fratelli e sorelle. Il NATALE DI GESU’ apre il cuore alla speranza, le braccia alla carità, gli occhi al futuro, la volontà al bene. Attraversando la porta del Giubileo incontriamo il Natale di Gesù, vita del mondo.

Mercoledì 25 Dicembre 2024, NATALE del SIGNORE Notte

Introduzione del celebrante

L’oscurità della notte è illuminata con la luce del NATALE DEL SIGNORE GESU’. Andiamo verso il presepio per riconoscere Gesù che entra nella nostra vita e nella vita del mondo.

  1. Signore Gesù, ti ringraziamo perché ancora vieni a nascere tra noi. Donaci di riconoscerti amarti adorarti come gli angeli e i pastori di Betlemme,

Preghiamo: GESU’ BAMBINO SIGNORE, ASCOLTACI

  1. Signore Gesù, ti ringraziamo perché il tuo Natale ci dona il Giubileo della speranza e della misericordia. Sostienici con la guida e la testimonianza del Papa e di tutti i pastori della Chiesa,

Preghiamo: GESU’ BAMBINO SIGNORE, ASCOLTACI

3. Signore Gesù, nato per noi e per tutti, ti domandiamo che il nostro mondo ti riconosca come portatore di pace, di fraternità e riconciliazione tra le persone e le nazioni. Libera i popoli dalla guerra, dalla violenza, dall’ingiustizia,

Preghiamo: GESU’ BAMBINO SIGNORE, ASCOLTACI

  1. Signore Gesù, donaci di accoglierti nelle famiglie, nella scuola, nel lavoro, nella società. Il tuo Natale ci accompagni a vivere nella verità e semplicità, nel perdono e nell’amicizia,

Preghiamo: GESU’ BAMBINO SIGNORE, ASCOLTACI

Conclusione del celebrante

Nella serena letizia del Natale del Figlio Gesù, donato da Maria, ti ringraziamo Padre e ci affidiamo a te come figli e fratelli. Per Cristo nostro Signore.

E’ NATALE

E’ ancora Natale. Gesù è nato: E’ accaduto e ancora accade. Dio, il Mistero infinito e creatore, è ancora tra noi e ancora ci mostra che ci vuole bene, felici per la sua presenza. Non ci accontentiamo dell’aria di Natale: vogliamo che le luci, i canti, i regali ci portino a riconoscere Gesù Salvatore e a   ritrovarci fratelli e sorelle. Accogliendo il NATALE DI GESU’ apriamo il cuore alla speranza e le braccia alla carità; guardiamo al futuro e rinnoviamo le nostre decisioni di bene. Il Natale è vita, nuovo principio di vita.

 

Mercoledì 25 Dicembre 2024, Natale del Signore, Giorno

Messa dell’aurora e del giorno

Introduzione del celebrante

Natale è un giorno atteso e desiderato per la venuta di Gesù Bambino, che assume la nostra condizione umana per donare vita e speranza al nostro mondo affannato e disperso.

  1. Signore Gesù, nato per noi uomini e per la nostra salvezza, ti ringraziamo perché vieni ancora tra noi. Rinnova la nostra fede e la nostra speranza,

Preghiamo: SALVACI SIGNORE GESU’

  1. Signore Gesù, ti ringraziamo perché tu apri nuovamente la porta santa del Giubileo; dona ai nostri pastori la chiarezza dell’annuncio, l’ardore della carità, la fiamma della speranza,

Preghiamo: SALVACI SIGNORE GESU’

  1. Signore Gesù, dona a tutti i cristiani la grazia di testimoniare al mondo la tua venuta che porta pace e salvezza. Ti affidiamo le popolazioni colpite dalla guerra, e quelle allonttanate dai loro paesi. Concedici giorni di pace e di riconciliazione,

Preghiamo: SALVACI SIGNORE GESU’

  1. Signore Gesù, la gioia del tuo Natale entri nelle nostre case, nei paesi e nelle città, rinnovando l’amore alla vita e l’esperienza della fraternità,

Preghiamo. SALVACI SIGNORE GESU’

Conclusione del celebrante

Signore Gesù, portiamo davanti al tuo presepio la nostra umanità e tutti i nostri bisogni e le nostre domande. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

 

Domenica 29 Dicembre 2024 - Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe

Introduzione del celebrante

Gesù è nato ed è stato accolto in una famiglia umana: qui ha sperimentato la figliolanza, la familiarità, l’amicizia. A Lui ci rivolgiamo con la confidenza dei fratelli.

  1. Signore Gesù, tu sei nato e hai vissuto in una famiglia umana. Ti domandiamo che ogni famiglia possa godere della presenza del padre, della madre e dei figli, per vivere la verità della vita,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, in quest’anno del Giubileo, ogni famiglia possa partecipare alla vita della Chiesa madre e maestra, con l’accompagnamento dei pastori e la testimonianza degli altri cristiani,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, ti affidiamo tutte le famiglie, quelle povere, senza casa, senza patria, senza lavoro, senza figli. Ti preghiamo perché le famiglie vengano sostenute nei loro compiti e nelle loro necessità dalle pubbliche istituzioni,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù ti affidiamo i bimbi che attendono di nascere, i bambini accolti in adozione, i giovani che crescono e sperano, per gli anziani che vivono in famiglia e quelli ospitati nelle case di cura,

Preghiamo. ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante

Signore Gesù, figlio di Maria e di Giuseppe e Figlio di Dio Padre, rivolgiamo a tela nostra preghiera per il bene di tutte le famiglie del mondo. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen

NELLA FAMIGLIA DI NAZARET

Gesù è entrato nel mondo sperimentando la vita della famiglia, con padre, madre, parenti. Così è cresciuto uomo tra gli uomini, insegnandoci a vivere come figli di Dio Padre e come fratelli e sorelle. Gesù ha dato nuovo vigore e dignità alla famiglia umana. Le nostre famiglie, vecchie e nuove, possono ripartire da questa origine della vita e dell’amore, riscoprendo il valore dell’uomo e della donna e il dono dei figli.

 

Vangelo secondo Luca 1,67-79

In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo:
«Benedetto il Signore, Dio d’Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
e ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo:
salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati.
Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio,
ci visiterà un sole che sorge dall’alto,
per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre
e nell’ombra di morte,
e dirigere i nostri passi
sulla via della pace».

DENTRO UNA STORIA

Il cantico di Zaccaria, al quale si scioglie la lingua dopo la nascita del figlio Giovanni, celebra la lode del Signore che accompagna il suo popolo al compimento dell’alleanza. La vita e la missione del figlio Giovanni è l’ultimo passaggio verso la venuta del Messia, con il compito di preparare annunciare la sua presenza nel mondo. Anche la vita mia, la vita di ogni cristiano è un tratto di strada su cui viene a camminare Gesù Salvatore.

Vangelo secondo Luca 1,57-66

In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.

QUESTO BAMBINO

Questa nascita – ma anche ogni nascita – non è determinata solo dalla volontà dei genitori, ma anche dall’intervento di Dio. Questo bambino – ma anche ogni bambino – è voluto da Dio e riceve da Lui una missione. La nascita di questo bambino – ma anche la nascita di ogni bambino – riflette e raffigura la nascita del Bambino di Dio nato da Maria per la nostra salvezza. Questo bambino – ma anche ogni bambino – partecipa della salvezza realizzata dal Bambino Gesù.

Vangelo secondo Luca 1,39-45

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

IL DONO DELL’INCONTRO

Guardiamo l’incontro di queste due madri, l’attesa di questi due figli, Giovanni Battista e Gesù. Silenzio e contemplazione per cogliere il mistero dell’avvenimento, il Figlio di Dio portato in grembo da una donna: Benedetto il frutto del tuo seno. Oggi Gesù è custodito nel grembo della Chiesa, per manifestarsi al mondo nella vita dei cristiani, delle famiglie, delle madri in particolare: vivere la maternità della Chiesa per donare Cristo a familiari, amici, colleghi… Con fede e carità, in attesa dell’apertura del Giubileo.

Una simpaticissima presentazione per un libretto frizzante. La curatrice spiega che ci dà in mano “600 detti e aneddoti, aforismi e provocazioni del prete dalla tonaca lisa, setacciati dai suoi quaderni, scritti personali, incontri… ma anche da omelie, convegni, articoli e pubblicazioni”. La personalità di don Oreste balza fuori nella sua originalità e profondità, condite di sincerità e audacia, come uno che ti prenda di petto e ti sproni, e alla fine ti accorgi che era una carezza. Don Oreste Benzi, sacerdote riminese morto nel 2007, ha dedicato la vita alle persone perdute. Le andava a trovare nelle discoteche e per le strade, parlava, aiutava, ospitava. Attorno a lui si è creata una vasta opera di famiglie, la Comunità Papa Giovanni XXIII che condivide la vita dei poveri sull’esempio di Gesù Cristo amato e servito. Don Oreste ha parlato con la vita, con gli occhi e con le mani. Questa raccolta dà l’idea del seminatore che getta la semente dovunque, e sempre questa attecchisce e produce germogli. Sua è la frase diventata un detto proverbiale che raddrizza e ricompone il giudizio sulle persone: “L’uomo non è il suo errore”. Il rimbalzo delle pagine ci porta a considerarne tante altre, di vario colore. Frasi amare: “Gli adolescenti hanno una casa ma non hanno una famiglia”; “La sofferenza più grande per i barboni è quella di non essere pensati da nessuno”. Frasi promettenti: “Se cominciate ad andare a Messa tutti i giorni, non ce la fate più a smettere. E vedrete che se prima non trovavate il tempo per fare niente, dopo che siete andati a Messa trovate il tempo per fare tutto”. “I figli sono i nostri educatori, perché tirano fuori il meglio che è dentro di noi”. E’ un libro da tenere sul comodino oppure accanto al frigorifero per centellinarlo a piccole sorsate. Se poi si cerca un argomento, ecco l’indice tematico distribuito in 300 temi. Da ricordare: “Il bambino è il sorriso di Dio sull’umanità. E’ la danza gioiosa della Santissima Trinità”.

Don Oreste Benzi, Aforismi, aneddoti e provocazioni. A cura di Elisabetta Casadei, pp 160, € 12,00

 

Vangelo secondo Luca 1,39-45

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

MARIA ED ELISABETTA

Come è il cuore di Maria ‘in quei giorni’ dopo l’annuncio dell’Angelo e avendo il figlio nel grembo? Timore, incertezza? Maria prende una decisione che la allontana dal suo ambiente e le permette una riprova delle parole dell’Angelo: anche Elisabetta attende un bambino. L’incontro delle due madri ha una intensità straordinaria che esplode nella benedizione di Elisabetta e poi nel Magnificat di Maria. Il Salvatore è qui e il Precursore, Giovanni, lo annuncia già dal grembo della madre.