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Vangelo secondo Giovanni 8,1-11

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adultèrio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adultèrio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

LA MISERICORDIA SALVA

E’ amara la soddisfazione che si riceve nel condannare gli altri, soprattutto quando si tratta di persone deboli, che nemmeno la legge salvaguarda in modo adeguato. Gesù spazza via ogni condanna e ogni violenza: “Chi di voi è senza peccato…”. La sua misericordia salva, non per debolezza o dabbenaggine. Gesù non tralascia di giudicare il peccato, ma ci rilancia nell’impresa della vita e dell’amore: “Va e d’ora in poi non peccare più”.

Vangelo secondo Giovanni 12,20-33

In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù».
Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome».
Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».
La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

“VOGLIAMO VEDERE GESÙ!”

Un desiderio vivo e una domanda vera: “Vogliamo vedere Gesù!”. Alcuni Greci – stranieri in Palestina – si rivolgono all’apostolo Filippo. Filippo e Andrea li portano da Gesù: un quadro da non dimenticare! Gesù ha un’esplosione. Vedendo che anche i greci lo cercano, riconosce imminente la ‘sua ora’, l’ora della glorificazione. E’ l’ora della croce e della morte, come il seme che muore per produrre molto frutto. Dalla Croce, Cristo ci attrae e stabilisce un’alleanza nuova tra Dio e gli uomini: si apre la strada della salvezza per noi e per tutti.
Lasciamoci attrarre da Gesù. Conduciamo a Lui tutti coloro che di Lui hanno bisogno.

 

Vangelo secondo Giovanni 7,40-53

In quel tempo, all’udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: “Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo”?». E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui.
Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!».
Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa sua.

LA LETTERA E IL FATTO

Leggere la Scrittura e non trovarvi Cristo; studiarne le pagine, e non scoprirne l’origine. Accade ai Giudei che non ascoltano Gesù. Che cosa occorre dunque guardare? Bisogna guardare e ascoltare Cristo presente. Persino le guardie inviate a catturarlo rimangono ‘catturate’ dalla sua parola: “Mai un uomo ha parlato così”. Gesù si impone come fatto, una persona che parla e agisce. Chi lo ascolta con semplicità di cuore, è sulla via della verità. Così Nicodemo, che l’aveva già incontrato e che invita gli altri ad ascoltarlo.

Vangelo di Matteo, 16.18-21.24°

Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele,
che significa Dio con noi. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore

CUORE DI PADRE

Fidanzato, sposo, padre. Falegname, protettore, uomo giusto. Con la fede, il silenzio, l’opera, Giuseppe si impone alla vita della Chiesa e all’attenzione di ogni cristiano. Papa Francesco ha proclamato un anno dedicato a Giuseppe e ne ha presentato la personalità determinata dal cuore di padre: padre amato, padre nella tenerezza, padre nell’obbedienza, padre nell’accoglienza, padre del coraggio creativo, padre lavoratore, padre nell’ombra. Sarà bello leggere interamente questo documento, Patris corde. E anche il ‘romanzo di Giuseppe’, L’ombra del Padre, di Dobraczynski.

Vangelo secondo Giovanni 5,31-47

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei:
«Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera.
Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.
Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.
E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato.
Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita.
Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio?
Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».

DA CHI LA GLORIA?

Scrutano le scritture, leggono Mosè, ma non vi ritrovano la testimonianza del Figlio del Padre. Si danno gloria gli uni con gli altri, ma non sono aperti a cercare e a riconoscere la gloria di Dio manifestata nel Figlio Gesù. Eppure le opere che Gesù compie attestano chiaramente la sua origine dal Padre. Occorre dunque guardare Gesù, con umiltà e semplicità, per ritrovare in Lui e nelle sue azioni l’opera del Padre che ci ama come figli. Vale anche per noi.

Vangelo secondo Giovanni 5,17-30

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.
Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati.
Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato.
In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno.
Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna.
Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.

LA VITA DEL FIGLIO

Gesù va oltre. Egli non è l’uomo dei miracoli che cambia l’acqua in vino o guarisce il paralitico. Egli dona la vita. Passa attraverso la frontiera della morte e conduce i morti alla resurrezione. Da dove gli viene questo potere? Gesù apre uno squarcio di cielo, e fa intravvedere la sua identità di Figlio. Quello che Egli compie, riprende l’azione del Padre. La sua identità filiale trae origine dal Padre ed Egli la dona a noi, uomini e donne di ogni tempo.

Domenica 21 marzo 2021 – V DI QUARESIMA, Anno B

Introduzione del celebrante

Come i greci del Vangelo anche noi vogliamo vedere il Signore. Uniamo la nostra preghiera personale e quella della nostra comunità alla preghiera della Chiesa, per consegnarla insieme al Signore.

  1. Signore Gesù, donaci la grazia di incontrarti in questa Messa innalzato in croce e risorto, per ritrovarti ospite silenzioso nell’adorazione eucaristica, e riconoscerti nei fratelli e in tutte le circostanze della vita,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, fa che impariamo a servirci a vicenda. Rinnova il nostro desiderio di camminare nella via della santità, imitandoti nell’obbedienza,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, la tua croce si innalza come segno di salvezza. Liberaci dal male della pandemia; sostienici nelle difficoltà di questo tempo. Dona vita e libertà ai popoli perseguitati e oppressi,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, guida e accompagna le famiglie e tutti i giovani in cammino verso il matrimonio o chiamati a una vita di consacrazione,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
Signore Gesù, donaci la grazia di stare con te mentre cammini verso l’ora della tua passione. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

Spunto della domenica
“Vogliamo vedere Gesù!”

Un desiderio vivo e una domanda vera: “Vogliamo vedere Gesù!”. Alcuni Greci – stranieri in Palestina – si rivolgono all’apostolo Filippo. Filippo e Andrea li portano da Gesù: un quadro da non dimenticare!  Gesù ha un’esplosione. Vedendo che anche i greci lo cercano, riconosce imminente la ‘sua ora’, l’ora della glorificazione. E’ l’ora della croce e della morte, come il seme che muore per produrre molto frutto. Dalla Croce, Cristo ci attrae e stabilisce un’alleanza nuova tra Dio e gli uomini: si apre la strada della salvezza per noi e per tutti.  Lasciamoci attrarre da Gesù. Conduciamo a Lui tutti coloro che di Lui hanno bisogno.

 

 

Martedì 16 marzo 2021, Santi Ilario vescovo e Taziano diacono martiri ad Aquileia a. 284

Vangelo secondo Giovanni 5,1-16

Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare.
Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo.
Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.

L’OCCASIONE BUONA

Quell’uomo malato da 38 anni, non poteva aspettare la sua guarigione un giorno di più? E’ Gesù stesso che non ritarda, ma coglie immediatamente la circostanza che gli si presenta, pur sapendo di esporsi alle critiche minacciose dei Giudei. A noi può accadere che, aspettando il momento giusto per corrispondere a un bisogno altrui, o per qualsiasi azione di bene, o anche per pregare, ci lasciamo svanire l’occasione sotto gli occhi. Con il rischio di perdere il miracolo della Sua Presenza.