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Vangelo secondo Marco 6,30-34

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

IL DISTACCO E IL RIPOSO

Non soltanto il clima dell'estate: anche Gesù ci invita al riposo e alla solitudine. Il distacco dalle cose fatte e da quelle da fare ci libera dal peso e dall'affanno, neanche fossimo i padroni del mondo o i conduttori della locomotiva della vita. A qualunque livello, l'efficientismo logora e sfianca. Papa Francesco parla addirittura della tentazione del pelagianesimo, quando si pensa di risolvere il dramma della vita attraverso l'impegno e l'attivismo (vedi Esortazione apostolica Gaudete et exsultate). Purtuttavia non bastano appena il riposo o la solitudine a salvarci. Non basta calmare gli impulsi e scendere nel profondo dell'anima. Invece, è lo stare in compagnia con Gesù, il quale appunto dice: 'Venite', volendo coinvolgerci nel suo rapporto con il Padre. Questa è la sorgente della novità e della bellezza, la scoperta dell'origine della vita e l'esperienza della comunione con Lui. Il Vangelo dice che poi Gesù e gli apostoli non riescono a sottrarsi alla folla. Nella compagnia di Gesù è ancora possibile reggere l'urto degli avvenimenti e la sorpresa delle persone.

Vangelo secondo Matteo 12,14-21

In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Ecco il mio servo, che io ho scelto;
il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento.
Porrò il mio spirito sopra di lui
e annuncerà alle nazioni la giustizia.
Non contesterà né griderà
né si udrà nelle piazze la sua voce.
Non spezzerà una canna già incrinata,
non spegnerà una fiamma smorta,
finché non abbia fatto trionfare la giustizia;
nel suo nome spereranno le nazioni».

UNA GIUSTIZIA PIU’ GRANDE

Mentre i farisei tramano per ucciderlo, Gesù guarisce ‘tutti’ coloro che continuano a seguirlo, e intravvede il compimento del suo destino attraverso le parole del profeta Isaia. Egli è il servo fedele che fa trionfare la giustizia di Dio con la mitezza e la misericordia e con l’accoglienza di ogni barlume di verità e vita: non spezza la canna incrinata, non spegne la fiamma smorta. Gesù si affida alla ‘giustizia’ di Dio, più grande della violenza degli uomini.

Vangelo secondo Matteo 12,1-8

In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle.
Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato».
Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

LEGALISMO E MISERICORDIA

In modo immediato e concreto Gesù provvede alla fame dei suoi amici, contraddicendo la formalità della legge. Viene da paragonare l'atteggiamento di Gesù ad altre scelte, di politici o magistrati o gente comune o anche nostre, quando affermiamo un legalismo che blocca la carità e mortifica la persona umana, incapace di rispondere a bisogni concreti. Gesù ci supera in tutte le direzioni, a destra e a sinistra. Soprattutto ci sospinge avanti, lì dove incontriamo l’abbraccio misericordioso di Dio.

Vangelo secondo Matteo 11,28-30

In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

PUNTO DI RISTORO

Ecco finalmente il punto di ristoro: il Signore Gesù. Fatiche e affanni ci prendono dal fondo del cuore nelle scelte di ogni giorno, dentro le circostanze della vita e dentro le tragedie del mondo. Dove trovare un ristoro che non sia una fuga? Lo troviamo nel silenzio della preghiera per affidarci a Gesù e consegnargli il nostro vivere e quello dei fratelli. L’estate offre giornate e ore, spazi e silenzi per farci accompagnare, in solitudine o in compagnia, dentro il cuore di Cristo.

Vangelo secondo Matteo 11,25-27

In quel tempo, Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.
Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».

FIGLI NEL FIGLIO

Quasi in contrappunto con il Vangelo di ieri, Gesù oggi proclama la beatitudine dei piccoli: bisognosi e desiderosi e soprattutto disposti a incontrare e accogliere. L'autosufficienza non è una virtù evangelica. Gesù, il Figlio, riceve tutto dal Padre; creati a sua immagine, veniamo inseriti nel suo stesso rapporto con il Padre. Nel Vangelo Gesù ci indica la strada concreta perché la nostra libertà si apra all'accoglienza del mistero di Dio e noi possiamo camminare verso il compimento del nostro destino.

Vangelo secondo Matteo 11,20-24

In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite:
«Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».

‘GUAI!’

Quanti’Guai’ meritiamo da parte di Gesù? Quante sue parole abbiamo udito, quanti fatti abbiamo visto, a quanti ‘miracoli’ abbiamo partecipato, quanti ‘santi’ abbiamo incontrato?? Sembra manchi sempre un’ultima conferma che ci induca ad aprire il cuore per affidarci finalmente a Gesù, scoprendo la sua bellezza e verità. Il tempo in cui ci balocchiamo in dubbi e incertezze, è tempo miseramente perduto. Domande e difficoltà non diventino alibi che ci trattiene, ma provochino spinta alla ricerca e slancio per una decisione.

Vangelo secondo Matteo 10,34-11,1

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa.
Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.
Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».
Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.

L’AMORE PIU’ GRANDE

Quello di Gesù è un amore che strappa. Un amore più grande di tutti, più grande di quello del padre e del figlio, del marito e della moglie. Eppure, questo amore che trascina e vince, apre il cuore all’accoglienza più grande e al dono totale di sé. Gesù, al centro del mondo e al centro del cuore trasforma ogni rapporto, lo porta a verità, lo conduce a compimento. Non si riesce a dire come: è una grazia dello Spirito Santo, da domandare e accogliere.

Vangelo secondo Marco, 6,7-13

Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient'altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse,scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

SCELTI E INVIATI

Gesù non è un profeta solitario che lancia promesse al vento. Egli è cosciente di un compito che gli è stato affidato e di una missione rivolta all'umanità intera. Gesù coinvolge coloro che ha chiamato a seguirlo e li addestra con un esercizio concreto. Quante persone, nel corso dei secoli e in tutti i territori del mondo, continueranno la sua missione? Gesù manda i suoi quasi allo sbaraglio, senza alcuna protezione che non sia la reciproca amicizia (a due a due...) e senza alcuna ricchezza e alcun potere che non sia la forza di quello che hanno visto e udito e di cui saranno testimoni. I discepoli non solo annunciano la vita, morte e risurrezione di Gesù; non solo invitano uomini e donne a cambiare vita, cioè a convertirsi dalle opere di male, ma anche 'ungono con olio gli infermi e li guariscono'. È l'inizio della grande opera di carità della Chiesa. Con pazienza, pur dentro tutte le umane contraddizioni, Gesù e la sua azione di salvezza permangono nel tempo.