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Vangelo secondo Matteo 10,26-33

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

“NON ABBIATE PAURA”

“Non abbiate paura”. Per 365 volte, una per ciascun giorno dell’anno, risuona nella Bibbia la parola rassicurante del Signore. Non abbiate paura di coloro che sembrano custodire il segreto terrificante della vita e minacciano continui castighi. Non abbiate paura di quelli che vi fanno del male, creando impedimenti e ostacoli, troncando uno sviluppo di carriera, interrompendo un’amicizia, chiudendo il rubinetto del benessere. A Maria l’angelo è apparso dicendo: “Non avere paura”. Ti viene fatto il dono più grande, la presenza più bella. Viene il Figlio di Dio e diventa tuo figlio.

 

Vangelo secondo Luca 2,41-51

I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore.

CUORE DI MADRE

Alla festa del Sacro Cuore di Gesù, corrisponde la festa del Cuore di Maria. Con cuore di Madre, Maria ha amato il figlio Gesù e ha sofferto per lui, lo ha accompagnato da ragazzo e nella vita pubblica fino alla croce, e ha seguito poi il discepolo Giovanni, al quale Gesù l’aveva consegnata. Maria permane dentro la Chiesa, come tra gli apostoli nei giorni della Pentecoste. Impariamo da Lei ad amare Gesù e ad amare le persone in Gesù. Affidiamoci al suo Cuore Immacolato per imparare ad amare.

Vangelo secondo Matteo 6,7-15

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».


IMPARARE A PREGARE

 

Ecco un’oasi del Vangelo in cui fermarsi: la preghiera al Padre. L’essenzialità delle parole traccia l’atteggiamento e il percorso della preghiera. Il Padre nostro non è solo una preghiera da proclamare, da soli e nella comunità. Esprime l’atteggiamento del figlio – dei figli – che guardano al Padre. In questi giorni la liturgia delle ore propone il commento di San Cipriano al Padre nostro. In queste settimane Papa Francesco nelle udienze del mercoledì insegna a pregare sull’esempio dei personaggi della Bibbia. Facciamoci accompagnare.

 

Vangelo secondo Matteo 6,1-6.16-18

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

I GESTI DELL’ANIMA

Ascoltiamo questo Vangelo ogni Mercoledì delle Ceneri, all’inizio della Quaresima. Oggi lo vediamo inserito nel ‘discorso della montagna’, che leggiamo dalla settimana scorsa. Gesù apre a un nuovo modo di pensare e di vivere, nel rapporto con Dio, con il prossimo, con noi stessi. Egli abolisce ogni esteriorità e ostentazione e fa coincidere la fede con la vita vissuta. Giustizia, preghiera, carità, non sono gesti esteriori, ma atteggiamenti dell’anima, cioè della persona la quale, amando Dio e il prossimo, edifica se stessa.

Vangelo secondo Matteo Mt 5,43-48

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

FINO IN FONDO

Gesù ci conduce fino al compimento del comandamento dell’amore: l’amore di nemici. Chi è il nemico? Colui che ti fa del male, ti perseguita, e anche colui che ti disprezza, non ti accoglie, ti allontana e ti considera nemico e avversario anche senza che tu te ne renda conto. Gesù ci dà una misura infinita, quella del Padre che fa vivere e concede a tutti il tempo per redimersi. La sua giustizia misericordiosa ci attende per l’abbraccio finale. Se accettiamo di farci abbracciare….

Vangelo secondo Matteo 5,38-42

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.
E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.
Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».

PRIMA DELLA VENDETTA

Gesù interrompe la spirale della vendetta e della rappresaglia. Non è un invito a ‘non fare giustizia’, tanto meno un incitamento alla debolezza di fronte al male. Quante contese e violenze spariscono sul nascere, quando non ci si inalbera a reclamare quella giustizia e quella verità che farebbero pareggio tra offesa e menzogna da una parte e riparazione e punizione dall’altra? Gesù ci vuole attivi nell’accondiscendenza e nel perdono, per avviare la conversione del cuore e il cambiamento del mondo. Domandiamo la grazia di vivere così.

Vangelo secondo Giovanni 6,51-58

In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

IL DONO DELLA PRESENZA

L’Eucaristia è un punto nel quale convergono il movimento di Dio verso l’uomo e il movimento dell’uomo verso Dio. Dio interviene nella vita del popolo eletto; nel Figlio che si fa uomo entra nella storia degli uomini; attraverso l’Eucaristia Gesù si rende presente con il mistero dell’intera sua vita. Anche l’uomo desidera il rapporto con Dio, e lo incontra nel sacramento del Corpo e Sangue di Cristo. Nei mesi trascorsi abbiamo desiderato e invocato di ‘vedere e toccare’ l’Eucaristia che fa di noi un solo corpo con Cristo e i fratelli. Viviamo e proclamiamo la grandezza e la bellezza del Dono del Signore.

Vangelo secondo Matteo 5,33-37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”; “No, no”; il di più viene dal Maligno».

SEMPLICI DAVANTI A DIO

Gesù invita ad essere semplici e retti davanti a Dio e davanti al prossimo. Dio vale per se stesso, e anche l’uomo vale per se stesso. La tua parola non ha bisogno di nessuna altra conferma che non sia il tuo cuore, la correttezza del desiderio e l’onestà dell’agire. Chiediamo a Dio che ci purifichi il cuore e ci chiarisca la mente. Sarà di aiuto la conoscenza di santi come Sant’Antonio, rischiarati dall’ardore della cuore e del mente e dalla limpidità della lingua.