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Vangelo secondo Marco 6,53-56

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono.
Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse.
E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano guariti.

UNA SALVEZZA REALIZZATA

Nel Vangelo di Marco, Gesù è sempre ricercato e circondato dalla folla, che lo riconosce salvatore. Il bisogno di salvezza riguarda il corpo e tocca l’anima. Salvezza dalla malattia, dal malessere interiore, dalla paura, dalla desolazione. Gesù non salva solo guarendo, ma soprattutto ponendosi accanto a noi, offrendoci la sua presenza e la sua amicizia. Fino al punto che la sua salvezza diventa invito a stare con lui nella festa di nozze del paradiso.

Vangelo secondo Marco 6,7-13

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

LO SCOPO DELLA MISSIONE

La missione lanciata da Gesù comincia da un piccolo gruppo e da un piccolo luogo, per estendersi verso tutta l’umanità. Per l’evangelista Marco la missione consiste nell’invito alla conversione e nella lotta contro i demoni. In ogni uomo e ogni donna, esiste un male da cui convertirsi e un maligno da cui venire liberati: la missione degli apostoli e degli altri inviati mira alla conversione di ciascuno e alla vittoria su satana. Un lavoro sulla persona, prima che su qualsiasi altra situazione.

Introduzione del celebrante
Partecipando alla Messa, Gesù ci richiama alla fiducia in lui per rinnovare la nostra decisione e la nostra dedizione nell’impresa della vita. Rivolgiamo a Lui la nostra preghiera con la fiducia di Pietro: “Sulla tua parola, Signore, getterò le reti”

  1. Signore Gesù, ci affidiamo a te nell’impresa della vita. Donaci l’audacia di ricominciare ogni giorno, in risposta alla Tua chiamata, fiduciosi nella Provvidenza e desiderosi di compiere il bene per noi e per tutti

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, mentre navighiamo nella barca della Chiesa, ti affidiamo coloro che ci doni come pastori, maestri, testimoni: papa, vescovi, sacerdoti, consacrati; rendili saggi e forti nella fede, speranza e carità,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, ti affidiamo la nostra umanità affaticata e confusa perché si rinnovi in ogni persona l’amore alla vita, nell’accoglienza e nella cura dei bambini e degli anziani, dei malati e dei sofferenti, di chi patisce solitudine e persecuzione,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, dona al nostro mondo di riprendere con decisione le vie della pace; in questo tempo di Giubileo donaci la conversione del cuore e della vita,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del Sacerdote
Signore Gesù come Pietro vogliamo fidarci di te e consegnare a te la nostra vita, accogliendo la tua presenza che ci salva. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

IL SIGNORE CI CHIAMA OGNI GIORNO

Il Vangelo rinnova potentemente la nostra speranza, vincendo delusioni e superando fatiche. Quante volte in famiglia, nel lavoro, nella vita sociale e nella compagnia della fede, viene la tentazione di mollare e lasciare andare tutto con trascuratezza. Il principio della ripresa non siamo noi con le nostre povere energie, ma Gesù che nuovamente ci chiama e ci lancia. Egli ci fa guardare ogni giornata e ogni occasione con cuore nuovo e nuova decisione e ci ridona fiducia nell’esperienza di fede in compagnia con fratelli e sorelle.

Vangelo secondo Marco 5,21-43

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

DUE DONNE SALVATE

Una ragazzina figlia di un capo della sinagoga, e una donna malata da tempo, che i medici avevano tormentato senza guarirla: vengono guarite da Gesù in forza della fede, cioè della totale fiducia e affidamento a Lui. Il rapporto vivo con Gesù è via di salvezza nelle condizioni in cui viviamo in questa terra e poi nel compimento del paradiso. Impariamo dalle persone che sanno affidarsi a lui, anche sfidando anche la diffidenza degli amici e della folla.

Vangelo secondo Marco 4,1-20

In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva.
Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato».
E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno».

LA SEMENTE GETTATA

Il campo del mondo, come il campo del nostro cuore, ha bisogno della semente per fruttificare. Può accadere che il campo del mondo e del cuore rimane vuoto, refrattario alla semente del Vangelo, che non viene gettata o viene rifiutata e neppure riconosciuta. L’aridità del mondo e del cuore rispetto al Vangelo rende arido il mondo e improduttiva la vita. Occorre ridestare il desiderio della semente, l’attesa del sole e della pioggia, e riconoscere chi torna a seminare il Vangelo di Gesù.

Introduzione del celebrante
Gesù presentato al tempio da Maria e Giuseppe e riconosciuto con gioia da Simeone e Anna ci invita oggi ad accoglierlo e a invocarlo.

Preghiamo: SIGNORE GESU’, LUCE E SALVEZZA, ASCOLTACI

  1. Signore Gesù, che ti presenti a noi nella Parola e nell’Eucaristia, donaci di accoglierti come Salvatore nostro e di tutti. La luce del tuo Vangelo illumini le tenebre del mondo con la pace e la giustizia,

Preghiamo: SIGNORE GESU’, LUCE E SALVEZZA, ASCOLTACI

  1. Signore Gesù, illumina e sostieni i pastori della Chiesa. Rendili testimoni della tua gioia, insieme con tutti i consacrati e le consacrate nella vita religiosa,

Preghiamo: SIGNORE GESU’, LUCE E SALVEZZA, ASCOLTACI

  1. Signore Gesù, Ti affidiamo le persone anziane, le persone deboli e malate, insieme con i familiari e con quanti le accompagnano; dona speranza e fortezza a chi è incamminato al compimento della vita,

Preghiamo: SIGNORE GESU’, LUCE E SALVEZZA, ASCOLTACI

  1. Signore Gesù, grazie per il dono della vita nostra, dei figli e nipoti; sostieni la fiducia e l’amore di tutte le famiglie, nella gioia della fraternità e della condivisione,

Preghiamo: SIGNORE GESU’, LUCE E SALVEZZA, ASCOLTAC

Conclusione del celebrante
Invochiamo la benedizione di Dio su tutte le famiglie, per il dono della vita e della fede.

Per Cristo nostro Signore.

UNA FESTA CONDIVISA

Il Natale del Signore rimbalza fino a questa giornata: Gesù Bambino viene riconosciuto come salvatore di tutti. La sua presenza in mezzo a noi ridona il gusto della vita, per la nascita dei bambini, la presenza degli anziani, l’accoglienza dei deboli e malati. Un cuore aperto, una fede piena di speranza e di carità apre a una vita buona, per noi e per gli altri, e ci fa sperimentare il dono della fraternità vissuta nell’esperienza di ogni giorno, accompagnati da Maria e Giuseppe e tutti i santi del passato e del presente.

Vangelo secondo Marco 3,22-30

In quel tempo, gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni».
Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito.
Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa.
In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna».
Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».

PECCATO CONTRO L’EVIDENZA

Su Gesù viene riversata l’accusa più impossibile, quella di essere lui stesso posseduto dal demonio. Con precisione e audacia, Gesù ne svela la contraddizione. Quando si va contro l’evidenza, è un peccato contro la verità, che non può essere perdonato perché colui che lo compie non ammette la sua devianza. Gesù ci vuole liberi e sinceri di fronte al reale, di fronte al bene e di fronte al male, senza imbrogliare noi stessi e senza farci imbrogliare da satana.

Vangelo secondo Marco 3,1-6

In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo.
Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita.
E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.

LA LEGGE E LA PERSONA

La controversia sul riposo del sabato diventa il punto più critico del rapporto di Gesù con la legge antica, impersonata dai farisei e tanti loro associati. Si ripetono gli episodi nei quali – per Gesù – il bene della persona prevale sulla lettera della legge, che fin da principio Dio aveva stabilito in favore dell’uomo, e che poi si era ridotta a formalità. In modo indiretto, Gesù attesta che il vero comandamento dell’amore di Dio si esplicita nell’amore del prossimo.

Domenica III del Tempo Ordinario, Anno C

Domenica della Parola

Introduzione del celebrante
Il Signore Gesù è al centro di questa liturgia e della nostra vita attraverso la sua Parola che annuncia la sua presenza e la sua azione di salvezza tra noi come nella sinagoga di Nazaret. A Lui ci affidiamo.

  1. Signore Gesù, ti ringraziamo per la Tua Parola di salvezza che tu

continui a comunicarci; sostieni il ministero del Papa, del nostro vescovo, dei sacerdoti, e di tutti coloro che ti annunciano nel mondo,

Preghiamo: ASCOLTACI SIGNORE

  1. Signore Gesù, la tua parola proclamata nella Chiesa ci accompagni nelle nostre famiglie, ci indichi la strada da percorrere nella vita, ci consoli e ci sostenga in tutte le circostanze,

Preghiamo: ASCOLTACI SIGNORE

  1. Signore Gesù, donaci di proseguire nel cammino dell’unità dei cristiani. Dona ad ogni persona e ad ogni popolo la libertà di professare la propria fede, nella sincera ricerca dell’unico vero Dio e della pace tra tutti i popoli della terra,

Preghiamo: SALVACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù la tua parola di grazia e di amore faccia compagnia alle persone colpite dalla malattia e dai drammi della vita; sostenga l’opera di chi si dedica alla cura dei malati e degli infermi,

Preghiamo: SALVACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
Signore Dio nostro Padre, accogli le nostre preghiere, con il nostro grazie per il dono della Parola del tuo Figlio Gesù. Che vive e regna nei secoli dei secoli.

IL MAESTRO CI RADUNA E CI PARLA
Ci accoglie oggi l’inizio del Vangelo di Luca, con la sua attenta ricerca sulla vita di Gesù. Ci parla Gesù come nella sinagoga di Nazaret. E’ un dono grande il Vangelo di Luca e degli altri evangelisti, con la vita di Gesù e la sua parola per noi e per il mondo. Abbiamo desiderio di ascoltare, leggere, capire, vivere la Parola che ci sostiene e illumina nella vicende del mondo: leggiamo personalmente i quattro Vangeli e tutta Bibbia, accompagnati dalla nostra comunità e dall’intera Chiesa.

Vangelo secondo Marco 2,13-17

In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

PECCATORI CHIAMATI

La folla va da Gesù, attratta dal fascino della sua persona, dai suoi miracoli e dal suo insegnamento. Come per caso, Gesù, vede lungo la strada Levi-Matteo e lo chiama a seguirlo. Si tratta di un uomo considerato come peccatore perché collaboratore dell’impero romano come esattore delle imposte. Gesù va a casa sua dove trova suoi amici e colleghi. Scoppia la protesta degli scribi dei farisei, detentori della moralità pubblica. Ma se Gesù non incontrasse i peccatori, che salvatore sarebbe???