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Dopo il sepolcro, il vuoto assoluto, un silenzio assurdo, una paura abissale, una prostrazione indomabile. Il Sabato santo è un giorno nel quale non si può vivere. Gesù non c’è più davanti agli occhi. Le donne non l’hanno davanti nemmeno morto, nemmeno per piangerlo al sepolcro e lavarlo e accarezzarlo e bagnarne il corpo con lacrime calde e vive.

da "La Traversata" Ediz. Itaca 2015 p 55

Il Sabato Santo è il giorno dell'attesa, non davanti alla pietra del sepolcro.

"Il cuore attende con dei gesti, con la preghiera e la confessione, con un'opera di carità e con il lavoro, in famiglia e con gli amici"  (da un sms)

Via Crucis 2016 -06 - CopiaIo non ce l’avrei fatta. Non avrei resistito se mi fosse capitato di stare sotto la croce di Gesù. Se avessi dovuto vedere Cristo catturato, imprigionato, percosso, crocifisso, morto. Capisco quelli che sono scappati, Pietro, Andrea, Tommaso. Scappati dalla loro stessa paura e dalla disperazione. Come resistere di fronte al Maestro percosso e crocifisso? Come resistere alla caduta delle proprie speranze? Il sole oscurato e il mondo diventato nero. Il cuore sprofondato nel baratro. Solo l’anima paziente e amorosa delle donne poteva resistere. Una donna accoglie il dolore del parto e può resistere al dolore dell’amore offeso e della perdita di un figlio.
Poi ci sono gli estranei. Quelli vogliono proprio vedere. I soldati, abituati a peggio, notano particolari inediti: la tenerezza dei pochi amici e la strenua tenuta di quell’uomo che non grida disperazione ma invoca Elia, sospira alla Madre e al discepolo e promette l’impossibile al ladrone crocifisso accanto. Il capitano resta scosso da quello strano modo di stare in croce, e da quel modo unico di morire: “Vedendolo morire così”, il centurione che aveva diretto il martirio di tanti uomini crocifissi grida: “Veramente quest’uomo era figlio di Dio”.
Dopo il sepolcro, il vuoto assoluto, un silenzio assurdo, una paura abissale, una prostrazione indomabile. Il Sabato santo è un giorno nel quale non si può vivere. Gesù non c’è più davanti agli occhi. Le donne non l’hanno davanti nemmeno morto, nemmeno per piangerlo al sepolcro e lavarlo e accarezzarlo e bagnarne il corpo con lacrime calde e vive.

da "La Traversata"   Ediz. Itaca 2015  pp 54-55

E' sorprendente come Gesù ci accompagna di giorno in giorno, in modo straordinario in questi giorni del Triduo pasquale.

Uno può cominciare la celebrazione - come questa sera all'Ultima Cena - un poco tirato: dopo un'improvvisa corsa al Pronto Soccorso per accompagnare una persona, dopo un caloroso saluto ad amici lontani apparsi improvvisamente, dopo l'indaffaramento con i chierichetti e con gli Apostoli (e Apostole) che c'erano o non c'erano. Magari s'accorge anche che in chiesa mancano questi e quelli e se ne rammarica.

Ma Gesù viene. La sua parola, i suoi gesti, il modo semplice di starci delle persone: con sotto gli occhi alcuni volti, e i 'dodici Apostoli'. E poi l'intensità della processione fino alla Cappella dell'Eucaristia per portare il Santissimo, e il silenzio che segue. Proprio come dice un sms arrivato in serata: "Grazie per stasera!!!! Davvero bello!!!!". E' così!.

Per ultimo, l'adorazione alle 21. E' bastato leggere le parole del Papa all'udienza di questo mercoledì e un poco l'omelia delle Palme. E quei 'soliti' canti che echeggiano Bach, e la coroncina della Misericordia ricordando la piccola Emma che ha bisogno delle nostre preghiere, come chiedeva la nonna stamattina dopo la Messa del Crisma.

Gesù ci fa proprio compagnia nella vita....

Questa mattina del Giovedì Santo:

Il vescovo e tutti questi preti per far fiorire la Chiesa dalla persona di Cristo, rivolto al Padre mentre vive tra gli uomini e comunica se stesso. Così in Cattedrale a Chioggia - come nelle mille e più Cattedrali della Chiesa Cattolica - i sacerdoti riprendono a vivere e nuovamente 'diventano sacerdoti'.

Domandiamo una preghiera a tutti i fedeli cristiani per tutti i sacerdoti

Vorrei affidare anche una bambina piccola di nome Emma, la cui vita è in pericolo.

GRAZIE!!!

 

 

Giovedì Santo

Viene l’ora della Cena Pasquale: nel segno del pane e del vino Gesù si consegna per gli amici più stretti e per i molti. Siamo convocati a celebrare l’antica Pasqua di Israele rinnovata in Gesù. Si realizza in due gesti: l’offerta del corpo e del sangue nel segno del pane e del vino, e l’azione del servo che lava i piedi. Cristo si paragona all’agnello offerto in sacrificio. Uno stile che potrebbe diventare il tracciato di vita della nostra società, dalla vita familiare a quella pubblica e persino politica. ...continua a leggere "Giovedì Santo: “Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi…”:"

Via Crucis 2016 -17Occorre venire trascinati dentro, come il Cireneo. Si viene dai propri lavori, dai contrasti e contraddizioni, e si è buttati dentro un'altra cosa, più grande, più vera, più consistente. Trascinati in un'altra strada, presi da un altro legame.

Come chi, mosso da circostanze esteriori, si ritrova attratto da un amore: così deve essere stato per Maria, per Veronica, per le donne, per Giovanni. Non avrebbero potuto essere altrove, con il corpo e con il cuore. Lì interamente, a guardare. Non ho guardato volti e nemmeno la croce. Sentivo. Le parole del Vangelo, consuete e nuove, e poi le parole trafiggenti di Giussani, lette una partecipazione che ne diceva la verità. Sentivo le parole della vocazione, del volto. Che cosa sono io senza quel volto, senza questa storia che è nata da Lui e per fare incontrare Lui? Senza questa verità che mi raccoglie dalla distrazione, dalle tensioni, dalle divisioni. ...continua a leggere "Quella VIA CRUCIS – lunedì 21 marzo – in solitaria e in comunione"

Gli avvenimenti della giornata si rincorrono come le serpentine di un sentiero di montagna.

Vedi ieri la Via Crucis dalla Madonna del Sagraeto fino ai quattordici quadri della Cattedrale.

Vedi ieri sera quello strano incontro del Vangelo che ha messo una ventina di persone sorprese, di fronte a una domanda: Gesù presente ora, dove lo cerchi? Come la nostra storia ce l'ha fatto incontrare, ce lo fa seguire? Quale concretezza attraverso una comunità, delle persone, dei testimoni? Chi seguiamo, chi guardiamo.  Domande urgenti, sospese, che creano un fremito e aprono una strada.

Vedi stamattina, con quella ventina di ragazzini che hanno fatto il percorso del Giubileo in preparazione alla Prima Confessione che faranno stasera. E poi hanno visto il filmato di Nennolina, attenti. Mi sembravano molto diversi dalla solita distrazione o forzatura o forse dalla noia del catechismo del pomeriggio.

Hai l'impressione di qualcosa che stia accadendo ora. Un cristianesimo che accade, magari a barlumi, a piccoli lampi. Come l'sms di ieri sera, di una famiglia che ringraziava per lo 'strano' incontro di Vangelo, o stamattina dei due coniugi che scrivono. "E' da quando ci siamo alzati che io e mia moglie stiamo riflettendo sulle parole di ieri sera. Quanto prima condivideremo le nostre riflessioni".

Chi sei tu, Signore, che vieni a muovere e turbare la nostra vita, che imperversi ancora dentro la nostra quiete??

Una Settimana con Lui

La domenica delle Palme è il portale di ingresso nella Settimana della Passione, Morte, Risurrezione del Signore Gesù. Giriamo in vetta e ci troviamo sotto la Croce. Ci attende la risurrezione. Il percorso dal Mercoledì delle Ceneri al giorno di Pasqua è un modo geniale e semplice di farci gustare la contemporaneità di Cristo. Un cammino per ritrovare noi stessi e renderci partecipi del dramma di ogni uomo, che Cristo attrae a salvezza.
‘Ripercorrere i riti’, è scritto sulla prima pagina del settimanale diocesano. I riti conducono il popolo di Dio dentro il ‘mistero’ del Signore. Gesù viene da Betania, dove ha trovato ospitalità in casa di Marta e Maria e del fratello Lazzaro ridonato alla vita. Casa di amici, luogo di dialogo, di fiducia e conforto. Come se Gesù avesse voluto prepararsi al combattimento prossimo con un ultimo profondo respiro prima di tuffarsi nel mare della passione. Per affrontare una grande prova, bisogna essere presi da un grande amore, da un’immensa attrattiva che diventa formidabile spinta all’azione. Quando l’amore è più grande del dolore, allora è possibile portare il dolore, prendere la decisione di andarvi incontro e dare ‘volentieri’ la propria vita. Nei brevi frammenti di amicizia vissuti a Betania abita un amore che sale dai fondali dell’eternità: l’amore assoluto del Padre verso Gesù e di Gesù verso il Padre. Dopo, la grande avventura può incominciare.
Entriamo anche noi con Gesù a Gerusalemme. E’ facile cantagli la nostra festa, agitando i rami al vento e al sole della mattinata. La festa è troppo breve. Entrando in chiesa, subito il clima cambia; le grandi letture bibliche, combinate con il rosso dei leggii e dei paramenti dei sacerdoti, ci introducono nel dramma della Passione.

dal libro  "La Traversata" Sulle onde dell'anno liturgico, di Angelo Busetto, pp 49-50

Si presenta come la nuova frontiera della civiltà e dell’amore.
In realtà è un inganno e una violenza sulle persone.
Le donne sono ridotte a incubatrici a pagamento.
I figli vengono costruiti a macchinetta, secondo i comandi del computer.
Inoltre vengono programmaticamente privati del padre e/o della madre reali.
E via di seguito, sempre più in basso.
Sarebbe il caso di ascoltare anche qui Papa Francesco quando dice:

“Nel nostro tempo alcuni orientamenti culturali non riconoscono più l’impronta della sapienza divina nelle realtà create e neppure nell’uomo. La natura umana rimane così ridotta a sola materia, plasmabile secondo qualsiasi disegno…”

Vedi Avvenire, venerdì 5 marzo, pag 6. Discorso alla Pontificia Accademia per la vita