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- Accompagniamo con una preghiera a Maria il viaggio del Papa in Colombia
- Incontrare e capire la Russia: stasera ore 21 in Cattedrale

Dal Vangelo secondo Matteo 1,18-23

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa Dio con noi.

UNA NASCITA NUOVA

La liturgia percorre le tappe della vita di Maria: il suo concepimento, la nascita, la presenza sotto la croce, l'assunzione al cielo. Altre date vengono suggerite dalla tradizione, o si intersecano con i fatti della vita di Gesù. Maria, inserita nella storia del suo popolo, apre la strada al nuovo popolo di Dio, accogliendo in pienezza la grazia di Gesù Salvatore. Nella sua nascita di grazia e di bellezza, si riverbera il primo bagliore della nuova umanità.

Cos’era la Russia prima della Rivoluzione bolscevica del 1917?
Cosa è diventata nella dittatura comunista durata fino all’agosto del 1991?
Quale vita oggi in Russia? Quale speranza? Quale fede?
Venerdì 8 settembre ore 21 in Cattedrale a Chioggia,
incontriamo alcuni personaggi russi accompagnati da
Giovanna Parravicini di Russia Cristiana

Vangelo secondo Luca 5,1-11

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

PRENDI IL LARGO

Prendere il largo, perché? Gettare la rete dopo che si è faticato inutilmente tutta la notte, cosa giova? Ci adagiamo al livello basso, rimanendo sulla riva. La voce che ci ridesta è una grazia: una parola del Vangelo, una circostanza, un invito di amici, un sussulto nel cuore: “Prendi il largo”. Ricomincia la partita, si rinnova l’ammirazione, riparte la gioia di vivere, amare, proporre, lavorare. Occorre vigilare ogni giorno la grazia che passa e che chiama.

 

Vangelo secondo Luca 4,38-44

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.

L’INIZIO DELLA MISSIONE

Iniziamo con Gesù il Vangelo della missione: dalla sinagoga-chiesa, alla casa, al mondo. Gesù è una novità efficace: parla, incontra, guarisce. Va incontro alle persone e le persone – anzi le folle – lo cercano. Tutto comincia da un piccolo borgo, una casa, alcuni amici, una piccola folla di paese. Ma il territorio di ‘competenza’ è il mondo. Da Cafarnao parte l’onda che diventa un grande mare, percorso dalla barca della Chiesa, sulla quale anche noi navighiamo.

 

Vangelo secondo Luca 4,31-37

In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male.
Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.

L’AUTORITA’ DI GESU’

Gesù passa dalla sinagoga di Nazaret a quella di Cafarnao, il paese in cui stabilisce il punto di partenza per la missione, sul lago di Galilea. Gesù ‘insegna’ con autorità. Significa non solo che è saggio e convincente, ma che la sua parola è efficace: agisce sulla mente e sulla vita delle persone. Fino al punto di affrontare satana e di sgominarlo: è la prima vittoria su satana dopo le tentazioni nel deserto. Gesù continua ad agire ‘con autorità’ anche oggi.

Come i cittadini di Gesù o come amici che Lo cercano??

Vangelo secondo Luca 4,16-30

In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

GESU’ DI TRAVERSO

Gesù pronuncia un solenne discorso di ‘Inizio mandato’ nella sinagoga del paese natio, attirando la meraviglia e gli sguardi di tutti. Giocando di anticipo, egli scruta la pretesa che assale i suoi concittadini, e gliela dichiara apertamente. E’ fatta. Gli si buttano addosso per farlo fuori. Si può perdere così l’occasione della vita? Eppure, quante volte anche noi – più o meno elegantemente – evitiamo Gesù che viene a mettersi di traverso nella nostra vita? Impariamo a diventare ‘furbi’ secondo il Vangelo.

 

Seguire Gesù è trovare la vita! Buona Domenica!

Vangelo secondo Matteo 16,21-27

In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».

PERDERE E TROVARE LA VITA

Pietro tira in disparte Gesù e gli dà un suggerimento …da amico. Gesù gli ribatte chiamandolo ‘Satana’. Non può essere più estremo il contrasto tra i due. Pietro ha ancora tanta strada da fare, e la farà, zoppicando e incespicando, fino a donare tutto il suo amore e tutta la vita al Maestro, morendo ‘quasi’ come Lui in croce, ma con la testa all’ingiù. Seguire Gesù è una decisione che si sviluppa poi per un lungo cammino, fino a perdere la vita ‘a causa sua’, e ritrovarla nuova.

Il Sabato è attesa: attesa del riunirsi delle persone nella comunità eucaristica attorno al Signore Gesà che ci raduna.

Vangelo secondo Matteo 25,14-30

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».

OGNI GIORNO

Le parabole degli ultimi tre giorni vanno in progressione: i servi cattivi approfittano dell’assenza del padrone, le ragazze superficiali non hanno olio per il corteo dello sposo, e infine due servi fanno fruttare i talenti mentre il terzo li sotterra. Quanti modi di usare dei beni di Dio! Conclusione? La vita è dono e responsabilità ogni giorno, dall’alzata del mattino fino al riposo della notte. Un’impresa bella, utile a noi e al prossimo, che il Padre della vita ci consegna ogni giorno.

 

Fare attenzione allo Sposo già arrivato: stasera ore 21-22- adorazione silenziosa in Cattedrale.

Vangelo secondo Matteo 25,1-13

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

VIGILANZA PER LO SPOSO

Non ci sono solo i servi imbroglioni, come nel Vangelo di ieri. Ci sono anche le ‘vergini stolte’ che non si procurano abbastanza olio per l’attesa dello sposo. Che vuol dire? Fare le cose con superficialità, senza fede e amore, senza attenzione e pazienza, magari con la pretesa che altri vengano in soccorso. Quanti esempi possiamo elencare? La preghiera senza metodo; la carità episodica; l’uso del tempo distratto e vuoto. E chissà altro. Se tu devi preparare il matrimonio di tua figlia, quanto ti impegni?