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Giornata per la carità del Papa

Vangelo secondo Matteo 10,26-33

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

UNA STRADA NELLA TEMPESTA

Il Signore ci mette a vivere nel mondo con il dono della fede e della speranza. Ci chiama ad essere testimoni di vita, di pace, di fraternità, di fiducia e di speranza in mezzo alla confusione che attraversa il cuore delle persone e la drammatica storia del mondo: ciascuno con la propria personalità, la propria vocazione, il proprio compito, non in modo solitario ma insieme. Ci sostengono la compagnia della Chiesa, la parola del Vangelo e i sacramenti di vita: una strada aperta nella tempesta.

 

Vangelo secondo Luca 1,57-66.80

Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

IL MISTERO DELL’INIZIO

Dio sceglie ciascuna persona per un compito, una missione. Il nostro compito è dirgli Sì, all’inizio e ogni giorno. La missione è il contenuto della vita. Per i genitori di Giovanni è accogliere in tarda età quel figlio, consegnandogli il nome indicato da Dio, crescerlo e lasciarlo andare. Per Giovanni Battista è ‘preparare la via del Signore’. Per noi, è operare per il Regno di Dio secondo la nostra personale vocazione: famiglia, lavoro, società, mondo… Il ‘mistero dell’inizio’ realizzato nel Battista ci segna la strada.

PREGHIERA DEI FEDELI,
25 Giugno 2023, Domenica XII del Tempo Ordinario, Anno A
Giornata per la carità del Papa

Introduzione del celebrante
Uniti in questa assemblea liturgica, insieme con i santi che ci accompagnano in questi giorni nel calendario cristiano, san Luigi Gonzaga, san Giovanni Battista e i Santi Pietro e Paolo, presentiamo al Signore la nostra preghiera.

1. Ti ringraziamo, Signore Dio Padre, che ci sostieni ogni giorno con la tua Provvidenza. Donaci di riconoscerci come tuoi figli amati e di condividere il nostro bene con i fratelli,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

2. Ti ringraziamo Signore Gesù, per papa Francesco, il nostro vescovo e tutti coloro che partecipano alla missione della Chiesa. Donaci di collaborare alla carità del papa, ‘rendendoci partecipi delle gioie e dei dolori degli altri, animati da affetto fraterno’,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

3. Ti ringraziamo Spirito Santo, per il dono del Battesimo e di tutti i sacramenti: rendici chiari testimoni di fede e di carità nei drammi e nelle attese del nostro mondo
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

4. Signore Dio nostro, ti affidiamo le iniziative dell’estate con i giovani e i ragazzi. Rendi fruttuoso il tempo del lavoro e il tempo della vacanza,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
A te, Signore Dio nostro, Padre, Figlio es Spirito Santo, presentiamo le nostre preghiere, confidando nella vostra Provvidenza. Per Cristo nostro Signore

UNA STRADA NELLA TEMPESTA
Il Signore ci mette a vivere nel mondo con il dono della fede e della speranza. Ci chiama ad essere testimoni di vita, di pace, di fraternità, di fiducia e di speranza in mezzo alla confusione che attraversa il cuore e la vita delle persone: ciascuno con la propria personalità, la propria vocazione, il proprio compito, non in modo solitario ma insieme. Ci sostengono la compagnia della Chiesa, la parola del Vangelo e i sacramenti di vita: una strada aperta nella tempesta.

Vangelo secondo Matteo 6,19-23

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.
La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!».

QUALE TESORO

Quale occhio sarà necessario per scoprire quali sono i veri nostri tesori? Quale scaltrezza evangelica ci potrà essere donata per scovare i luoghi dove custodire i nostri tesori? Prova a donare il tuo tempo senza attendere ricompensa: un’azione di carità, una visita, un atto di pazienza ‘perdendo tempo’. Prova a dare in modo sistematico una parte dei tuoi soldi (il dieci o l’uno per cento) per sostenere un’opera di bene. Troverai il tuo cuore cambiato. Troverai un tesoro in cielo.

25 Giugno 2023, Domenica XII del Tempo Ordinario, Anno A

Giornata per la carità del Papa

Introduzione del celebrante
Uniti in questa assemblea liturgica, insieme con i santi che ci accompagnano in questi giorni nel calendario cristiano, san Luigi Gonzaga, san Giovanni Battista e i Santi Pietro e Paolo, presentiamo al Signore la nostra preghiera.

  1. Ti ringraziamo, Signore Dio Padre, che ci sostieni ogni giorno con la tua Provvidenza. Donaci di riconoscerci come tuoi figli amati e di condividere il nostro bene con i fratelli,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Ti ringraziamo Signore Gesù, per papa Francesco, il nostro vescovo e tutti coloro che partecipano alla missione della Chiesa. Donaci di collaborare alla missione di carità del papa, ‘rendendoci partecipi delle gioie e dei dolori degli altri, animati da affetto fraterno’,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Ti ringraziamo Spirito Santo, per il dono del Battesimo e di tutti i sacramenti: rendici chiari testimoni di fede e di carità nei drammi e nelle attese del nostro mondo

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Dio nostro, ti affidiamo le iniziative dell’estate con i giovani e i ragazzi. Rendi fruttuoso il tempo del lavoro e il tempo della vacanza,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
A te, Signore Dio nostro, Padre, Figlio es Spirito Santo, presentiamo le nostre preghiere, confidando nella vostra Provvidenza. Per Cristo nostro Signore

UNA STRADA NELLA TEMPESTA

Il Signore ci mette a vivere nel mondo con il dono della fede e della speranza. Ci chiama ad essere testimoni di vita, di pace, di fraternità, di fiducia e di speranza in mezzo alla confusione che attraversa il cuore e la vita delle persone: ciascuno con la propria personalità, la propria vocazione, il proprio compito, non in modo solitario ma insieme. Ci sostengono la compagnia della Chiesa, la parola del Vangelo e i sacramenti di vita: una strada aperta nella tempesta.

 

Vangelo secondo Matteo 6,7-15

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

PREGHIAMO COSI’

Gesù arriva al punto. Se la preghiera degli scribi e dei farisei è fuori posto, come pregare, e soprattutto che cosa chiedere? Gesù va alla sostanza della vita. Prima di tutto, il riconoscimento di Dio come ‘Padre nostro’, l’avvento del suo regno e l’attuarsi della sua volontà. Per quanto riguarda la vita di ogni giorno, il pane da mangiare, il perdono da ricevere, la tentazione da superare, e la liberazione dal male. C’è tutto. E’ la strada per un cuore nuovo e un mondo nuovo.

Vangelo secondo Matteo 6,1-6.16-18

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

PREGHIERA, MORTIFICAZIONE, CARITA’

La preghiera è rapporto di amore e dialogo con Dio, e non ostentazione pubblica. Anche quando viene praticata in comunità, si esprime con discrezione e semplicità. Così pure la mortificazione, attraverso la quale miriamo a un rapporto più libero con il Signore. Allo stesso modo nella carità verso il prossimo si esprime la nostra risposta all’amore di Dio. Tutto questo è stato praticato da San Luigi Gonzaga, morto per aver soccorso i fratelli colpiti dalla peste.

Vangelo secondo Matteo 5,43-48

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

FRATELLI PERCHE’ FIGLI

Gesù fa fare un passo alla nostra vita morale. Il prossimo da amare non è solo il vicino, amico o parente. Il prossimo da amare è anche il tuo nemico, anch’egli figlio del Padre che è nei cieli. Questo tipo di amore ci fa riconoscere come fratelli in quanto figli dello stesso Padre. Non sappiamo quanto e come possa cambiare il cuore del nemico, fino a renderlo amico. Sappiamo che cambia il nostro cuore, modellandolo sul ‘cuore’ perfetto del Padre nostro celeste.

Vangelo secondo Matteo 5,38-42

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.
E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.
Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».

COME GESU’

Queste parole di Gesù riportano a Lui nei giorni della Passione, abbandonato senza resistenza e opposizione alla violenza dei persecutori. Sorgono due domande: come sia possibile vivere così; a quale conseguenza conduca questo atteggiamento. Guardando quello che è successo nella storia di Gesù, scopriamo che Dio Padre non lo abbandona, ma attraverso la passione e morte lo accompagnato alla vita nuova della risurrezione.  Quante altre volte la partecipazione alla Passione e Morte di Cristo ha condotto a una Vita nuova?

 

Vangelo secondo Matteo 9,36-10,8

In quel tempo, Gesù, vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».
Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì.
Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».

LA VITA, UNA MISSIONE

In questo ‘tempo ordinario’ della liturgia, Gesù ci guarda e ci segue con ‘compassione’, cioè con attenzione e amore. Egli vuole raggiungere tutti e per tutti consegna la sua vita fino alla croce (2.a lettura). Gesù coinvolge nella sua missione altri ‘operai’, a partire dai dodici apostoli; il cerchio si allarga, cominciando dalle ‘pecore perdute’ più vicine, fino a raggiungere anche noi. A nostra volta, siamo chiamati a renderci responsabili gli uni degli altri, in famiglia, in comunità, nella società.