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Sabato 12 gennaio 2019 Sant’Aelredo di Rievaulx, 1109-1166, abate, santo dell’amicizia

Vangelo secondo Giovanni 3,22-30

In quel tempo, Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea, e là si tratteneva con loro e battezzava.
Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché là c’era molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. Giovanni, infatti, non era ancora stato gettato in prigione.
Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione rituale. Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano, e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui».
Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire».

LA GIOIA DI GIOVANNI

Giovanni Battista, personaggio serio e addirittura aspro, si esprime con accenti umili e delicati nei riguardi di Gesù. Egli descrive se stesso come “l’amico dello sposo”, che esulta di una gioia piena quando sente arrivare lo sposo. Gesù arriva e la missione di Giovanni sta per finire. Giovanni uscirà di scena in modo drammatico, imprigionato e poi ucciso da Erode. Molti altri andranno incontro a Gesù non solo come amici, ma come compagni di strada e commensali. Noi siamo chiamati tra questi.