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Lettere dal sito di Tracce
https://it.clonline.org/lettere/2019/02/27/multa-coppia-poliziotto

Un appuntamento importante per l'adozione di un figlio. Ma l'auto non ha la revisione, e lungo la strada una pattuglia li fa accostare per un controllo. Scatta il "fermo" della macchina. Solo che poi...

27.02.2019
Potete immaginare con quale trepidazione io e mia moglie siamo partiti quella mattina di qualche mese fa. Avevamo un importante appuntamento, decisivo nel nostro percorso di adozione che stiamo seguendo da diverso tempo. Come sarebbe andata? Avremmo avuto subito una risposta o avremmo dovuto attendere ancora? E cosa sarebbe successo "dopo"?

Ma poi, come spesso accade "per Grazia", ecco l'imprevisto a scompaginare i nostri piani. Una pattuglia della polizia ci ferma lungo la strada per un normale controllo. La mia auto non ha fatto la revisione. Risultato? Multa e fermo del veicolo, con la sola possibilità di proseguire fino ad una officina per la revisione immediata. Un vero disastro. Cerchiamo di spiegare ai poliziotti la nostra situazione, non possiamo tardare e rinviare...

E le nostre insistenze hanno successo: i poliziotti ci aiutano a trovare una officina aperta il sabato mattina (addirittura vicino al luogo dove stavamo andando...), permettendoci di non mancare l’appuntamento. Il giorno dopo, scriviamo una mail al comando di polizia, ringraziando per come eravamo stati aiutati. Per noi quello che era successo era già un piccolo miracolo, ma quello che è successo dopo lo ha incredibilmente superato.

Qualche giorno fa riceviamo un’altra notizia importante per il nostro percorso adottivo. Ma, nello stesso giorno arriva una mail. È di uno dei due poliziotti. Eccola:

«Carissimi, non vi ho mai dimenticato. Certo non vi conosco, se non per quel breve momento in cui ci siamo incontrati, quel sabato mattina lungo la statale. Ma da quel giorno, qualcosa dentro di me si è mosso. O mi ha mosso... Sapete, con il lavoro che faccio non mi capita spesso di sentirmi dire grazie, se non in modo sarcastico. Di certo non mi è mai capitato di sentirmelo dire dopo una multa. Quante volte ho pensato a voi! Ho avuto davanti a me una famiglia, anzi una Famiglia, che sta facendo un "cammino e che spera avrà un esito positivo", come avete scritto... Cosa vorrà mai dire? Posso sembrare noioso citando molte delle vostre frasi. Ma le ho lette tante di quelle volte, rilette, e ancora... Sono così calde, così dense. Che mistero il cosmo, l'esistenza, la vita... “Mistero”: un'altra parola che trovo nella vostra lettera. Io, senza saperlo, ho "accompagnato in maniera misteriosa" una Famiglia. Verso dove? Perché? Che mistero quell'incontro! Un Mistero molto più grande di noi, delle stelle... E in quel momento il tempo si ferma, giusto l'attimo di un battito di ciglia, ma che marchia a fuoco la mia anima per sempre. Non sono qui in cerca di risposte a tutte le mie domande; non mi permetterei mai di entrare nel vostro privato. Ma certe parole, come dicevo, lasciano un segno indelebile e volevo condividere con voi ciò che involontariamente mi avete donato. E che dire del riferimento al Signore, con cui la lettera termina? Che meraviglia! Sono grato a Dio per avermi messo sulla vostra strada, in tutti i sensi... Spero con tutto il cuore che il vostro cammino "abbia avuto un esito positivo" e che possiate vivere in pienezza d'amore la vostra vita. Che il Signore vi dia tutto ciò di cui avete bisogno».

Lettera firmata

Vangelo secondo Matteo 6,1-6.16-18

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

LA QUARESIMA DEL CUORE

Quale bisogno c’è della Quaresima e della sua penitenza? Abbiamo già le nostre diete e le nostre astinenze; ci riempiamo di regole salutistiche ed ecologiche, per i cibi, la cucina, la tavola.
Questo Vangelo ci dice che la Quaresima va oltre. Lo ‘star bene’ non si riduce alla dimensione corporale o vagamente spirituale. La Quaresima ci riconduce a ravvivare il rapporto con Dio, nostra vera ricompensa e ricchezza della vita. Carità, preghiera, digiuno sono un’esigenza del cuore che ricerca Dio e incontra il prossimo.

Vangelo secondo Marco 10,28-31

In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».

Il CENTUPLO

Reagendo alle parole di Gesù dopo l’incontro con il giovane ricco, Pietro gli esprime la condizione sua e quella degli altri apostoli: essi hanno lasciato tutto e l’hanno seguito. Gesù spalanca la promessa del centuplo, già ora, in questo tempo. La sequela di Gesù cambia la vita, introduce un nuovo rapporto con cose e persone e sviluppa una umanità nuova. Fioriscono un nuovo possesso delle cose, una nuova familiarità con le persone, un nuovo senso della vita. Lo si sperimenta vivendolo nel concreto.

Vangelo secondo Marco 10,17-27

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».

LA MISURA DEL CUORE

Gesù ci cambia lo sguardo e il cuore. Non basta nemmeno l’osservanza fedele dei comandamenti. Che cos’è dunque la morale? Gesù non guarda il registro delle adempienze, ma penetra lo scrutinio del cuore. La sua morale non riempie caselle ma si disegna nel rapporto con il prossimo e nel rapporto con Lui: condivisione e sequela: “Dà ai poveri quello che hai. Quindi, vieni! Seguimi!”. Amore del prossimo e amore di Dio: la misura del cuore è la misura della morale.

Vangelo secondo Luca 6,39-45

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.
Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda».

LA FIORITURA DEL CUORE

Da qualche settimana, nel Vangelo di Luca, Gesù ci offre indicazioni per un buon vivere: le beatitudini, l’amore del prossimo, il perdono. Egli sa tuttavia che non bastano i buoni insegnamenti e le sagge esortazioni; non basta sapere le regole e conoscere i comandamenti. L’urto delle circostanze e la corrosione delle tentazioni ci sommergono e mandano all’aria i buoni propositi. Abbiamo bisogno di una guida che cammini con noi, di un maestro che ci segua, di una compagnia che ci sostenga. Gesù ci provoca ad avere uno sguardo buono verso il prossimo, da trattare almeno con la stessa benevolenza con la quale trattiamo noi stessi. Per questo, Gesù ci sospinge ad andare alle radici dell’albero cioè alle sorgenti del cuore, lì dove nasce il sentimento di sé e dove scopriamo Colui che ci dona a noi stessi. Un cuore buono, cioè aperto all’amore di Dio e all’accoglienza del prossimo, fiorisce nelle azioni della vita e produce attorno a noi una sovrabbondanza di opere buone.

Vangelo secondo Marco 10,13-16

In quel tempo, presentavano a Gesù dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono.
Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso».
E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, ponendo le mani su di loro.

CON GLI OCCHI DI UN BAMBINO

Gesù ci regala uno sguardo bello e positivo sui bambini. Egli accoglie le mamme e i papà che glieli portano e si indigna con i discepoli che li respingono. Di fronte a Gesù, i bambini saranno stati con gli occhioni spalancati e le braccia protese, come capita normalmente quando hanno davanti una persona bella e sorridente. Gesù va oltre, e ci sorprende, invitandoci a diventare come bambini, per poter accogliere con libertà e gioia il Regno che viene: la sua stessa persona.

Vangelo secondo Marco 10,1-12

In quel tempo, Gesù, partito da Cafàrnao, venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare.
Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».

MASCHIO E FEMMINA

Il Vangelo ci salva! Possiamo dunque ancora dire ‘maschio e femmina’, uomo e donna, marito e moglie, padre e madre. Possiamo ancora credere che la famiglia è costituita da un uomo e una donna; la loro unità è un bene a cui tenere e da salvaguardare. Possiamo credere che la realtà umana dell’uomo e della donna e la loro unità non è appena l’esito di una scelta individuale e provvisoria, ma dipende dall’opera di Dio e costituisce la struttura dell’essere umano. Il Vangelo dà respiro!

LA SPOSA BELLA

(Francesco Ferrari, da Fraternità e Missione)

La santità della Chiesa, riflesso del volto di Cristo, è ciò che rende santi i cristiani e che salva dal male. Una riflessione di Francesco Ferrari

Sant’Ambrogio diceva che la Chiesa è come la luna, che non brilla di luce propria ma di quella del sole: così la Chiesa brilla ed è raggiante perché è riflesso della luce di Cristo.
È un’immagine ricca e affascinante, che ci aiuta a riguardare la bellezza originaria della Chiesa. È possibile oggi parlare di una Chiesa bella, di una Chiesa santa?
La Chiesa è composta da uomini peccatori, e il peccato non ha nulla di bello. Certo ci sono anche tante esperienze positive, ma l’amore alla Chiesa non può reggersi su un equilibrio in cui i buoni sono più dei cattivi.
Penso che la strada sia riconquistare un giudizio chiaro su che cosa sia la santità, e quindi quale sia la bellezza della Chiesa.
Sempre di più, principalmente a causa di slogan mediatici, si fa strada in noi un equivoco: valutiamo la santità della Chiesa a partire dalla bontà o dalla malvagità dei suoi membri. Un po’ come valuteremmo una squadra di calcio a partire dalla bravura dei giocatori. Ma è una logica troppo mondana, che porta con
sé aspetti disastrosi. Innanzitutto, nasconde un’idea di santità ridotta a perfezione morale, a irreprensibilità, una sorta di santità senza Cristo che non ha nulla di affascinante. Di conseguen­za, riduce la santità della Chiesa alla ca­pacità dei fedeli. Se la Chiesa è santa perché i cristiani sono buoni o coerenti, si aprono due alternative: o neghiamo la santità della Chiesa perché ci sono troppi peccati, oppure la riduciamo a una associazione destinata a uomini perfetti, già salvati.
La santità della Chiesa non nasce dalla nostra santità. Ha un’altra origine. La Chiesa è santa perché Cristo l’ha scelta. Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei (Ef 5,25). La santità non è una conquista della coerenza umana, ma un dono di Dio che sceglie alcuni uomini. San Paolo usa l’immagine del matrimonio per spiegare questo legame definitivo tra Cristo e la Chiesa. La Chiesa è la sposa di Cristo. È da lui che trae la sua santità e quindi la sua bellezza. Come la luna, che brilla della luce del sole. ...continua a leggere "CHIESA SANTA"

Domenica 3 marzo 2019 - VIII del Tempo Ordinario, Ciclo C

Introduzione del celebrante
Ci affidiamo al Signore Gesù, Maestro, guida e sostegno della nostra vita. A Lui presentiamo la nostra preghiera.

1. Signore Gesù, donaci la grazia di ascoltare e seguire la tua parola che trasforma il cuore e la mente, per diventare tuoi discepoli e testimoni davanti agli uomini,
Noi ti preghiamo: GESU’, SIGNORE E MAESTRO, ASCOLTACI

2. Signore Gesù, secondo l’intenzione del Papa, sostieni le comunità cristiane, in particolare quelle perseguitate, perché non si sentano abbandonate e i loro diritti siano riconosciuti, *
Noi ti preghiamo: GESU’, SIGNORE E MAESTRO, ASCOLTACI

3. Signore Gesù, nei drammi della violenza e della mancanza di amore, donaci saggi maestri di vita, che aiutino a distinguere il bene dal male, indicando la via che conduce a te,
Noi ti preghiamo: GESU’, SIGNORE E MAESTRO, ASCOLTACI

4. Signore Gesù, rialza chi è caduto, per debolezza o malizia; converti il nostro cuore e rendici solidali nel tuo nome. Donaci il coraggio di vivere e di amare,
Noi ti preghiamo: GESU’, SIGNORE E MAESTRO, ASCOLTACI

*Apostolato della preghiera

Conclusione del celebrante
Signore, accogli la preghiera che ti presentiamo in questa Eucaristia, con la fiducia dei figli. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

Spunto della festa
Il Vangelo taglio ogni presunzione. Gesù ci dice che abbiamo bisogno di una guida, tanto più se a nostra volta dobbiamo accompagnare altre persone; ci invita a riconoscere i nostri difetti e a nutrire la nostra vita per portare frutto… Un lavoro su di noi, per essere testimoni e fare del bene…