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Vangelo secondo Matteo 9,27-31

In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!».
Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!».
Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi.
Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione.

OCCHI CHE VEDONO

La venuta di Gesù inaugura il tempo della salvezza, che determina anche un nuovo sguardo su cose e persone. Siamo ciechi quando rimaniamo bloccati a una visione individualistica e utilitaristica del mondo, e non sappiamo contemplare l’opera di Dio negli avvenimenti che accadono. Condizionati da un mondo qualificato come ‘brutto’ e oppressi da sguardi malevoli che accentuano ogni aspetto di negatività, non sappiamo più respirare. Donaci occhi nuovi, Signore.

Vangelo secondo Matteo  7,21.24-27

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».

LA ROCCIA DELLA VITA

Quello che rende salda la vita, è l’appoggio sulla salda roccia della parola di Dio. Ci appoggiamo su quello che il Signore è e su quello che egli ci indica: così viviamo quaggiù una ‘vita buona’ per noi e per gli altri, e prepariamo la strada che conduce al regno dei cieli. La storia e la nostra stessa vita documentano la fragilità delle imprese umane che poggiano solo su se stesse: quanti uragani presto le sommergono! Il Signore sia la nostra roccia.

Vangelo secondo Matteo 15,29-37

In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele.
Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?».
Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.

LA COMPASSIONE DI GESU’

La compassione di Gesù non è appena un moto del cuore. Diventa un gesto che Gesù consegna ai discepoli. Una grande opera di carità attraversa la storia della Chiesa e arriva a colorare tante iniziative nel mondo. La carità cristiana converte la persona che la compie, ma si allarga come onda benefica che coinvolge tanti altri. Lo vediamo accadere sotto i nostri occhi: in occasione dell’acqua alta nel veneziano, nella Colletta alimentare, in opere del passato, come nella mostra dell’Ospedale degli Innocenti a Firenze.

Martedì 3 dicembre 2019
San Francesco Saverio, missionario,1506-1552

Vangelo secondo Luca 10,21-24

In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

LA LODE E LA MISSIONE

La lode di Gesù è rivolta al Padre, e ha come oggetto ‘i piccoli’, coloro che non si difendono con la loro sapienza e presunzione ma sono spalancati ad accogliere Dio e il suo mistero. L’Avvento ci avvisa che solo chi percepisce il vuoto e il desiderio della sua anima può ancora attendere e domandare. Francesco Saverio ha incontrato migliaia di persone nelle ‘Indie’ del suo tempo, desiderose di una parola vera e di una presenza salvatrice: a tutte ha comunicato Gesù e la sua vita.

Vangelo secondo Matteo 8,5-11

In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò».
Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».

SALVEZZA A DISTANZA

Viene da paragonare la ‘salvezza a distanza’ compiuta da Gesù per il servo del centurione, alla ‘salvezza a distanza’ che Egli opera per noi. Gesù non entra fisicamente nelle nostre case, ma ci raggiunge con la potenza del Suo Santo Spirito e ci salva. Egli opera attraverso la Chiesa e i suoi sacramenti, si fa vicino a noi e ci soccorre attraverso l’amicizia, l’amore, la carità di tante persone. Occorre solo invocarlo e riconoscerlo con la fede semplice e decisa del centurione.

1 Dicembre 2019
I DOMENICA DI AVVENTO (ANNO A)

Vangelo secondo Matteo 24,37-44

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.
Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».

L’ATTESA DELLA SUA VENUTA

Dice san Bernardo, e lo conferma tutta la tradizione della Chiesa, che vi è una triplice venuta del Signore. “Nella prima il Verbo fu visto sulla terra e si intrattenne con gli uomini; nell'ultima ogni uomo vedrà la salvezza di Dio”. Nella venuta intermedia il Figlio di Dio si rivela a chi lo cerca e lo ama.
Il tempo di Avvento apre a ciascuna delle tre venute: nel Natale, nell’ultimo giorno, in ogni giorno della vita. Il tempo, misurato con la cadenza dell’anno liturgico che inizia oggi, ci è donato per riconoscere Gesù che viene oggi, nella celebrazione liturgica e nelle circostanze della vita, mentre si rinnova l’attesa della sua piena rivelazione.

Vangelo secondo Matteo 4,18-22

In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

INIZIO DELLA NOSTRA STORIA

Gesù aveva già incontrato Andrea, fratello di Simone, e Giovanni fratello di Giacomo. Giovanni nel primo capitolo del suo Vangelo racconta che insieme con Andrea si mise a seguire Gesù sulla riva del fiume, rimanendo con lui tutto quel giorno. Un piccolo avvenimento, inizio di una storia che raggiunge ora la nostra vita. Gesù ci chiama ancora a seguirlo per diventare suoi testimoni nel mondo, insieme con tanti altri fratelli, attraverso l’annuncio e i gesti della carità e della missione.

Venerdì 29 novembre 2019

San Saturnino vescovo e martire, III sec.

Vangelo secondo Luca 21,29-33

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».

FIORISCONO I GERMOGLI

Dopo gli annunci della distruzione di Gerusalemme e del suo tempio, premonizioni della fine di tutte le cose, ecco rinascere la speranza di un mondo nuovo. Mentre ancora incombono notizie di alluvioni e terremoti, nella storia del mondo fiorisce un nuovo germoglio, anticipo del regno di Dio. Dove nasce una vita, dove si apre una porta, dove un cuore si commuove e braccia accolgono, ecco la novità. Dove si lascia spazio alla presenza di Dio, alla fede e alla carità, tutto ricomincia.

 

Vangelo secondo Luca 21,20-28

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.
Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

VERSO L’ULTIMO GIORNO

L’ultima settimana dell’anno liturgico richiama le parole di Gesù sugli ultimi tempi e sulla fine del mondo. Come anticipo, Gesù ha davanti agli occhi la distruzione di Gerusalemme che avverrà nell’anno 70. La fine della grande città è segno della fine del mondo. Lo sono anche i ponti che crollano e le case distrutte dal terremoto. Se tutto viene sconvolto, dove abita la nostra speranza? La liberazione, per i giorni che viviamo e per l’ultimo giorno, viene da Gesù, Signore del cosmo e della storia.