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Vangelo secondo Matteo 11,28-30

In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

UN’AMOROSA PRESENZA

Non prendiamo paura della nostra debolezza e stanchezza. Neppure lasciamoci sconvolgere da difficoltà e disgrazie. Che cosa regge l’urto della vita? Che cosa ci tiene in piedi e permette di camminare a testa alta? Non bastano le nostre energie e abilità. La viva Presenza del Risorto ci accompagna in tutte le nostre vicende. Facciamo attenzione ai segni che la manifestano: fatti e persone, azioni e modi di vivere che non potrebbero esistere senza la sua amorosa presenza.

 

Vangelo secondo Matteo 11,20-24

In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite:
«Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».

LA VISITA DI GESU’

Città come Corazin e Betsaida sono pressoché dimenticate nel Vangelo: di quello che Gesù vi ha operato, nulla è rimasto. Non se la cava meglio Cafarnao, che il Vangelo presenta come città centrale nel ministero di Gesù. E le nostre, che città sono? E le nostre case? E le nostre persone, i nostri cuori, sono cambiati nell’incontro con Gesù o sono rimasti deserti? Invochiamo la Madonna del Monte Carmelo, perché ci accompagni a desiderare e amare Cristo.

 

Vangelo secondo Matteo 10,34-11,1

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa.
Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.
Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».
Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.

UNICO GRANDE AMORE

Attratti da un unico grande amore, ogni altro amore perde il potere di catturarci e di farci suoi. Persino l’amore del padre e della madre, del figlio e della figlia si reimpostano in modo diverso, perdendo l’esclusività e la pretesa di corrispondere pienamente al nostro cuore. Il primo distacco però, è da se stessi, dal possesso egoistico di sé. Gesù ci trascina al largo, donandoci un cuore senza confini. Si apre una lunga strada che fa incontrare ogni persona con dedizione sincera.

Vangelo secondo Luca 10,25-3714 luglio

In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

IL PROSSIMO E DIO

Il primo comandamento corre liscio. Il dottore della Legge sa chi è Dio, e sa come amarlo. In realtà, avendo davanti Gesù, gli converrebbe ‘guardare meglio’, per scoprire l’inaudita immagine di Dio che Gesù svela mostrandosi nella figura del Figlio fatto uomo. Resta il fatto che, rispondendo alla domanda su ‘chi è il mio prossimo’, Gesù rivela nello stesso tempo il volto del prossimo e il volto di Dio. Egli cambia i connotati del prossimo. Il prossimo non è appena chi ti è vicino per legami di nazionalità, di amicizia o di parentela. L’altro diventa prossimo quando tu ti fai prossimo, facendoti vicino e fasciando le ferite della persona ferita e bisognosa, si trattasse di un estraneo, uno sconosciuto, o addirittura un nemico. In questo modo, Gesù fa intravvedere il nuovo volto di Dio. Nella persona e nell’azione di Gesù, Dio stesso diventa prossimo: si fa vicino all’uomo facendosi uomo, si carica addosso le nostre ferite, le cura e paga per noi. La parabola del ‘buon samaritano’ svela il volto di Dio e del prossimo, e apre la strada per ‘fare anche noi così’!

 

Vangelo secondo Matteo 10,24-33

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia!
Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

IL DISCEPOLO E IL MAESTRO

Gesù dialoga intensamente con i suoi discepoli. Egli non solo insegna una nuova dottrina, ma comunica la sua persona. I discepoli si immedesimano con il Maestro e ne ripercorrono il cammino fino alla persecuzione. Quello che trasmettono dunque non è solo un insegnamento dottrinale o morale. Il discepolo non è chiamato appena a ‘dare il buon esempio’ con il suo comportamento morale, ma a testimoniare la propria adesione a Cristo, a raccontare la vita del Signore e a comunicare la Sua stessa Persona.

Vangelo secondo Matteo 10,16-23

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.
Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.
Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo».

TEMPO DI MARTIRI

Lo sguardo di Gesù percorre spazio e tempo. Vede gli amici traditi, perseguitati, imprigionati, uccisi. Gesù anticipa il racconto delle persecuzioni che lungo i secoli hanno patito tanti cristiani, in Europa e in Africa, nell’Asia, in Oceania e in America: da parenti o da sconosciuti, da poteri politici ed economici e a volte anche religiosi. Uomini e donne, giovani e ragazze fedeli a Cristo come amore più grande, in una dedizione intera ai fratelli. Il sangue dei martiri diventa semente di nuovi cristiani.

Vangelo secondo Matteo 19,27-29

In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».

LA GRANDE PROMESSA

 

Gesù non tradisce la nostra umanità, non svuota il desiderio del cuore. A quanti lo hanno seguito e lo seguono egli promette il centuplo e la vita eterna. Il centuplo riguarda questa vita terrena. Che vuol dire, che ci fa tutti ricchi? Ci fosse una ricchezza, è per la carità. Certamente Gesù ci arricchisce di amici, ci dona luoghi ospitali, ci apre strade di verità. In tutto e attraverso tutti, il vero centuplo è la sua presenza e compagnia per la vita. Guardiamo la storia di San Benedetto!!

Vangelo secondo Matteo 10,1-7

In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì.
Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino».

UN’OPERA CHE CONTINUA

L’opera di salvezza che Gesù compie percorrendo le strade degli uomini, si struttura per continuare nel tempo e nello spazio. Gesù chiama e invia dodici uomini, ricostruendo un nuovo popolo che inizia dalle ‘pecore perdute della casa d’Israele’, per estendersi quindi ‘a tutti i popoli’. Egli ci raggiunge non solo per una grazia che tocca l’anima, ma per un annuncio che convince e una presenza che coinvolge. L’incontro vivo con Gesù continua ad accadere attraverso le persone che lo testimoniano.

Vangelo secondo Matteo 9,18-26

In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli.
Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata.
Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.

LE DONNE GUARITE

Una bambina risuscitata, una donna salvata. Nel racconto di Matteo, che taglia via molti particolari descrittivi annotati da Marco e Luca, risalta l’azione di Gesù salvatore, che si lascia interpellare e trascinare da ‘uno dei capi’ per salvargli la figlioletta appena morta, e che si lascia toccare da una donna resa impura dalla malattia. Non ci sono ostacoli sulla via della salvezza. Occorre muoversi con decisione verso Gesù e tirarlo con fiducia dalla nostra parte. Vale anche per le donne e gli uomini d’oggi.