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Vangelo secondo Giovanni 15,26-27; 16,12-15

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

LO SPIRITO CHE DA’ VITA
Pentecoste: quel Gesù che abbiamo visto salire in cielo, manda a noi il suo santo Spirito che lo rende presente e vivo nel mondo, nella Chiesa, e nei nostri cuori. Con lo Spirito Santo la storia di Gesù diventa un fatto attuale per noi, un’esperienza personale. Nello Spirito ritroviamo vigore, speranza, fortezza. Il dono divino dello Spirito agisce nella Chiesa: nei sacramenti, nella convocazione eucaristica, nella carità aperta alla missione. Rinnova il mondo cambiando il cuore e la vita delle persone. Apriamoci allo Spirito Santo e collaboriamo con Lui, convocati con Maria nella Chiesa.

Vangelo secondo Giovanni 21,20-25

In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».
Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.

LA FIRMA DELL’EVANGELISTA

Con questa conclusione del Vangelo che raccoglie la ‘testimonianza vera’ dell’apostolo che ‘vide e credette’, l’autore mette in qualche modo la sua firma. Egli attesta così di aver vissuto più a lungo degli altri testimoni di Gesù, e nello stesso tempo afferma che è impossibile contenere in un testo scritto le ‘molte altre cose compiute da Gesù’. La realtà della vita di Gesù potrà essere trasmessa attraverso la testimonianza dei discepoli che – come Santa Rita - vivono amando e seguendo il Signore, illuminati e corroborati dallo Spirito Santo.

Vangelo secondo Giovanni 21,15-19

In quel tempo, [quando si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore».
Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi».
Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

MI AMI TU?

Le tre domande di Gesù sono staffilate che colpiscono il cuore. Che cosa ci domanda Gesù? Di essere bravi, fare cose eccezionali, essere perfetti? A Simone Pietro domanda solo di amarlo, e questo basta per affidargli ‘agnelli e pecore’ del suo regno. Quanti uomini e donne, e perfino bambini e ragazzi, hanno dato la vita a Gesù come all’amore più grande, in una quotidiana fedeltà o nel tormento del martirio? Oggi ricordiamo due gruppi di martiri del ‘900, rappresentanti di una schiera senza numero.

Vangelo secondo Giovanni 17,20-26

In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]
«Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me.
Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo.
Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».

ANCHE PER NOI

Nell’Ultima Cena, Gesù ha pregato anche per noi, che abbiamo creduto attraverso una lunga catena di testimoni. La fede non è un fenomeno solitario, ma ci lega a un lungo passato e si allarga a tutti i credenti del presente. Gesù prega il Padre perché diventiamo una cosa sola, cristiani del passato e del presente, del nord e del sud: segno visibile dell’unità del Figlio con il Padre, e inizio di un mondo nuovo. Ogni passo in questa direzione, salva il mondo.

 

Vangelo secondo Giovanni 17,11-19

In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]
«Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.
Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità».

CUSTODITI E LIETI

Le parole di Gesù nell’ultima Cena esprimono tutta l’intensità del suo amore per i discepoli presenti e per noi. Anche Gesù ‘trema’ al pensiero di lasciare i suoi amici. Per questo li affida al Padre perché li custodisca nell’unità e li difenda dal Maligno mentre sono ancora nel mondo. In questa unità con il Padre e con il Figlio Gesù, i discepoli potranno sperimentare ‘la pienezza della mia gioia’, anche vivendo nel mondo in mezzo a contrasti e tribolazioni. Così ci vuole bene Gesù!!

Vangelo secondo Giovanni 17,1-11

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse:
«Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato.
Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse.
Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.
Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te»

LA GLORIA

In che consiste la gloria di Dio? E la gloria di Cristo? Dio riceve gloria quando è conosciuto e amato per Colui che Egli è: un Dio che conosce e ama. Per questo, Dio si fa uomo in Gesù e vive in modo umano, affinché possiamo avere un’esperienza umana e vicina di Lui. Da Dio, attraverso Gesù, riceviamo tutto: la vita e il senso di tutto ciò che esiste. Attraverso gli uomini, tutte le cose create cantano gloria a Dio e lo manifestano.

Vangelo secondo Giovanni 16,29-33

In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio».
Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me.
Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!».

NELLA PROVA

“Ora sappiamo tutto”, dicono i discepoli a Gesù. E hanno in mano appena il seme della conoscenza del mistero di Dio rivelato in Cristo. Gesù li richiama perché la conoscenza che credono di avere non li salva dalla tentazione della fuga durante la sua passione. Non basta dunque confidare in se stessi. L’appoggio vero viene da Gesù, così come a Gesù veniva dal Padre. In Gesù acquistiamo quella pace che è saldezza d’animo e coraggio nella prova: Lui vince il mondo.

 

Vangelo secondo Marco 16,15-20

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

IL COMPIMENTO DI UNA VITA NUOVA

Con l’ascensione, Gesù porta a compimento la missione realizzata attraverso l’offerta della vita e la glorificazione nella risurrezione. Egli ritorna al Padre con il suo corpo e la sua storia, che è la nostra storia umana. La vicenda e tutta l’opera di Gesù proseguono nella vita della Chiesa, nella nostra vita di cristiani, suoi testimoni. Fin da subito, dopo i Vangeli che raccontano la vita di Gesù, vengono vissuti e raccontati gli ‘’Atti degli Apostoli’. Il popolo di Dio cammina nella mondo, testimoniando carità e speranza. Lo sperimentiamo personalmente, e lo vediamo vivere in tante persone e comunità

Vangelo secondo Giovanni 16,23-28

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena.
Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio.
Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre».

QUANDO VAI VIA?

Quando? Potrebbe esserea domanda che rivolgiamo a Gesù alla vigilia della festa dell’Ascensione. Gesù apre il suo cuore e vuole aprire il cuore dei discepoli con un grande invito alla fiducia e alla confidenza: “Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà”. Si spalanca il mondo e si spalanca anche il cielo. La presenza di Gesù tra noi ci consegna non una vita chiusa e grama, ma una vita affidata e lanciata: nel suo ‘nome’, cioè nella potenza della sua grazia.