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Ciao! Invito parrocchiani e amici a unirsi insieme nella preghiera dell’Angelus o almeno in un’Ave Maria a mezzogiorno o prima del pranzo, per affidare alla Madre del Signore la visita del nostro vescovo nella comunità della Cattedrale, che sarà da venerdì 2 marzo a venerdì 9 marzo. 
Grazie!!    Don Angelo

Vangelo secondo Matteo 23,1-12

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».

QUALI MAESTRI

Abbiamo ancora bisogno di maestri e guide? Certamente non troviamo da soli la strada della vita e Gesù ha proposto se stesso come Maestro e Guida. Per seguirlo, abbiamo la grazia di poter intercettare persone che non solo ne trasmettono il messaggio, ma anche gli rendono testimonianza con la loro stessa vita. Ne troviamo tra coloro che vivono tra noi e tra i santi del passato. E’ da conoscere il Santo di oggi, Gabriele dell’Addolorata, morto a 24 anni.

Vangelo secondo Luca 6,36-38
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati.
Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
 
LA GRAZIA DELLA MISERICORDIA
 
Chi non vorrebbe essere guardato con misericordia? Quando guardiamo con sincerità il nostro cuore e la nostra anima, li troviamo pieni di buchi e, non potendo nasconderli a noi stessi e agli altri, desideriamo che qualcuno ci ami così tanto da accoglierci senza condannarci: con lo sguardo e il cuore di Dio. Questo è l’inizio del mondo nuovo: Dio salva noi e il mondo intero con l’abbraccio della sua misericordia.
 

Vangelo secondo Marco 9,2-10

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.
Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

UNA VITA TRASFIGURATA

Dove ci porta questo Cristo? Nel deserto è entrato da solo, pur se ha avuto il soccorso degli Angeli. Sull'alto monte si porta dietro i tre apostoli preferiti e spalanca davanti ai loro occhi uno spettacolo ancor più bello del panorama che si gusta sui monti. È lui stesso a risplendere come il sole, mentre il cielo si apre a ospitare Elia e Mosè che gli discorrono insieme. Una meraviglia di luce e colori, da invogliare a una lunga sosta, magari costruendo tre capanni per gli ospiti. Si aggiunge la voce misteriosa che dalla nube proclama Gesù come Figlio amato.
Imbattersi in questo fatto nel nostro cammino umano ritempra le energie e allieta i passi. Le penitenze della Quaresima e le fatiche della vita si aprono a un'esperienza di bellezza e di pienezza. Non è qualcosa che viene riservata appena per l'oltrevita. La compagnia di Cristo è un’esperienza che trasfigura la realtà quotidiana, riempiendola di presenza e illuminandola di speranza.

Vangelo secondo Matteo 5,43-48

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

UN’ALTRA MISURA

La misura di Dio è diversa. Dio, Creatore e Padre, guarda gli uomini e le donne come figli e figlie. Quando la nostra misura si avvicina alla sua, allora i rapporti diventano veramente umani e il mondo comincia a cambiare. E’ una strada laboriosa e così lunga che arrivare a toccare il Paradiso. Ogni giorno di Quaresima, ogni giorno della vita possiamo fare qualche passo per convertire il nostro cuore e le nostre azioni.

Un bambino guarda sua madre e scopre di essere amato. Ciascuno di noi ritrova la propria identità attraverso il rapporto con altri che intrecciano la loro vita con la nostra. Generati dall’amore di un uomo e di una donna, incontriamo familiari e parenti, amici e insegnanti e una miriade di altre persone coinvolte in vario modo con noi. Si ridesta la coscienza che abbiamo di noi stessi, si definisce la nostra identità, si determina il carattere, si risvegliano doti e attrattive. Avvertiamo una compagnia che sostiene, sperimentiamo un’appartenenza che protegge.

Il giorno in cui ci accorgiamo di essere realmente incontrati da Cristo, scoppia una festa. Siamo di Gesù attraverso la Chiesa, compagnia di persone che credono, pregano, vivono. Una realtà che ci è entrata in cuore perfino attraverso il profumo dell’incenso che ci irritava le narici e ci divertiva negli anni ‘del chierichetto’. Troviamo una casa, abitiamo una regione umana nella quale scorre l’acqua del fiume Giordano rinnovata dal sangue di Cristo, punteggiata di feste e di occasioni che toccano la nostra vita fino a coincidere con noi stessi.
Il sentimento di appartenenza e la certezza del legame con Cristo giungono a noi attraverso tante  umane precarietà e debolezze, e si ridestano ad ogni avvenimento significativo: l’entrata in seminario, quando il ragazzino viene consegnato a un cammino educativo;  l’ordinazione sacerdotale che determina in modo definitivo l’identità e il compito della persona; incontri e svolte che rilanciando la voglia di vivere e di testimoniare. E chissà quante altre circostanze ciascuno può raccontare.

I passaggi della vita, i compiti, i luoghi nei quali hai abitato, le persone che hai incontrato sono parte di una storia più grande, nella quale Cristo diventa un fatto reale. Ti ritrovi dentro la grande storia della Chiesa, iniziata da Gesù, costruita sul fondamento della sua persona, della sua vita, del suo insegnamento. Una storia che ha cambiato la vita di milioni di uomini, donando dignità, amore, ideale. Una storia fatta di opere di carità, intelligenza, arte, bellezza, esperienze; intrecciata con limiti e peccati, eppure capace di rinnovare il cuore di tanti uomini e donne e di trasformare la faccia della terra.

Questa storia ci raggiunge con la Chiesa di oggi, il Papa di oggi, il Vescovo della diocesi, i sacerdoti, gli altri cristiani, le vicende, le fatiche, le gioie, le proposte, i contrasti, le possibilità.

Ti ritrovi in una splendida cattedrale, vivi in una comunità che cammina e che offre ospitalità a iniziative di bellezza e stupore. Ora un vescovo della Chiesa di Dio, Adriano, viene a incontrare la comunità in cui vivi e lavori, e porta con sé tutto il cammino che ci precede e la grazia che ci accompagna.

 

Oggi, Venerdì, Gesù entra nella nostra vita. Ci unisce ai nostri fratelli nella preghiera e digiuno per la pace, in Congo, in Sud Sudan, in Siria:
Ore 15: Coroncina della Misericordia in Chiesa S.Pieretto
Ore 17,30, Via Crucis in Cattedrale seguita alle ore 18 dalla Messa
Ore 21, Preghiera per la pace e Vangelo in Chiesa S.Pieretto, campo Duomo

Vangelo secondo Matteo 5,20-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».

LA GIUSTIZIA DEL CUORE

Le buone maniere imperversano. Siamo oggetto di una gentilezza formale, di una correttezza pulita e fredda. Meglio che non la scontrosità o l'impertinenza, ma il cuore non c'è e le persone non si incontrano realmente. Gesù va alla radice e riconduce i umani rapporti al rapporto che ci costituisce, quello con Dio, espresso nell'offerta dell' altare. Offrire le cose e la vita stessa a Dio, apre ai fratelli e sospinge alla riconciliazione.

Per domani, venerdì, Papa Francesco invita a preghiera e digiuno per la Pace in Congo e Sud Sudan e non solo. Ciao!!

Vangelo secondo Matteo 16,13-19

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

LA FEDE DI PIETRO

La dichiarazione rapida e precisa di fede pronunciata da Pietro, induce Gesù a stabilire l’apostolo come fondamento della edificazione della Chiesa. Le parole di Gesù sono altrettanto rapide e precise. La fede di Pietro e la sua autorità nella Chiesa non hanno origine puramente umana: non nascono cioè soltanto dall’intelligenza e dall’esperienza della compagnia con Gesù; l’origine è il Padre. Il ‘mistero di salvezza’ si attua attraverso il Figlio fatto uomo e si svolge poi nella vita della Chiesa.

Vangelo secondo Luca 11,29-32

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

IL SEGNO DI GIONA

Passo passo, il Vangelo ci svela il volto della Quaresima e i passi che conducono a riconoscerlo. La Quaresima ci fa scoprire ‘il segno di Giona’. Come il profeta Giona, dopo tre giorni nel ventre della balena, annuncia agli abitanti di Ninive la liberazione dalla corruzione attraverso la penitenza e la conversione, così Gesù dopo tre giorni nel ventre della terra, risorge per donare agli uomini una nuova vita. Come i niniviti e la regina del Sud, possiamo anche noi camminare incontro al Signore.

Stasera alle ore 19,15 il Vescovo Adriano celebra la Messa in Cattedrale a Chioggia
nell’anniversario della Fraternità di Comunione e Liberazione e della morte di don Giussani.

Vangelo secondo Matteo 6,7-15

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

PADRE

Il Vangelo ci dona un’altra dimensione della Quaresima, la preghiera. La preghiera nasce dalla scoperta di Dio come Padre, che guarda e ama i figli. Donandoci il ‘Padre nostro’, Gesù vuole inserirci nello stesso rapporto che Egli ha con Dio Padre, e che il Padre ha con lui: ‘figli nel Figlio’. Ci apriamo alla fiducia e alla confidenza; collaboriamo al Regno di Dio, dove i fratelli vivono riconciliati e ogni male è vinto.

Visita Pastorale in Cattedrale, 2-9 marzo 2018

Prima della VISITA….

Un bambino guarda sua madre e scopre di essere amato. Ciascuno di noi ritrova la propria identità attraverso il rapporto con altri che intrecciano la loro vita con la nostra. Generati dall’amore di un uomo e di una donna, incontriamo familiari e parenti, amici e insegnanti e una miriade di altre persone coinvolte in vario modo con noi. Si ridesta la coscienza che abbiamo di noi stessi, si definisce la nostra identità, si determina il carattere, si risvegliano doti e attrattive. Avvertiamo una compagnia che sostiene, sperimentiamo un’appartenenza che protegge.

Il giorno in cui ci accorgiamo di essere realmente incontrati da Cristo, scoppia una festa. Siamo di Gesù attraverso la Chiesa, compagnia di persone che credono, pregano, vivono. Una realtà che ci è entrata in cuore perfino attraverso il profumo dell’incenso che ci irritava le narici e ci divertiva negli anni ‘del chierichetto’. Troviamo una casa, abitiamo una regione umana nella quale scorre l’acqua del fiume Giordano rinnovata dal sangue di Cristo, punteggiata di feste e di occasioni che toccano la nostra vita fino a coincidere con noi stessi.
Il sentimento di appartenenza e la certezza del legame con Cristo giungono a noi attraverso tante  umane precarietà e debolezze, e si ridestano ad ogni avvenimento significativo: l’entrata in seminario, quando il ragazzino viene consegnato a un cammino educativo;  l’ordinazione sacerdotale che determina in modo definitivo l’identità e il compito della persona; incontri e svolte che rilanciando la voglia di vivere e di testimoniare. E chissà quante altre circostanze ciascuno può raccontare.

I passaggi della vita, i compiti, i luoghi nei quali hai abitato, le persone che hai incontrato sono parte di una storia più grande, nella quale Cristo diventa un fatto reale. Ti ritrovi dentro la grande storia della Chiesa, iniziata da Gesù, costruita sul fondamento della sua persona, della sua vita, del suo insegnamento. Una storia che ha cambiato la vita di milioni di uomini, donando dignità, amore, ideale. Una storia fatta di opere di carità, intelligenza, arte, bellezza, esperienze; intrecciata con limiti e peccati, eppure capace di rinnovare il cuore di tanti uomini e donne e di trasformare la faccia della terra.

Questa storia ci raggiunge con la Chiesa di oggi, il Papa di oggi, il Vescovo della diocesi, i sacerdoti, gli altri cristiani, le vicende, le fatiche, le gioie, le proposte, i contrasti, le possibilità.

Ti ritrovi in una splendida cattedrale, vivi in una comunità che cammina e che offre ospitalità a iniziative di bellezza e stupore. Ora un vescovo della Chiesa di Dio, Adriano, viene a incontrare la comunità in cui vivi e lavori, e porta con sé tutto il cammino che ci precede e la grazia che ci accompagna.

Don Angelo