La RISCOPERTA del PADRE
1. Chi sei?
La liturgia quaresimale ci mette davanti agli occhi la domanda che Mosè rivolge a Dio sul monte Oreb: “Chi sei?” Esodo 3,13-15
Mosè disse a Dio: «Ecco io arrivo dagli Israeliti e dico loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: Come si chiama? E io che cosa risponderò loro?». Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». Poi disse: «Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi». Dio aggiunse a Mosè: «Dirai agli Israeliti: Il Signore, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione.
“Io sono colui che sono”. In questo nome non c’è filosofia, ma piuttosto storia. In quel nome c’è la storia di un’alleanza. Io Sono significa: Io Sono qui, Io ci sono e ci sarò, Io Sono Presente. Sono Fuoco che brucia e non divora, sono Luce che rivela e non acceca.
“Io sono colui che sono” Il Dio dei padri, che manda Mosè a salvare il popolo.
Io sono la pienezza dell’essere. Chi è – che cos’è questo Dio che trabocca di vita, e la effonde, come un vino spumeggiante, come un fiume che irrora di canali e ruscelli la campagna del mondo. Che vita ha questo Dio, come fa ad essere quello che noi vediamo? Perché lo chiamiamo Padre?
Noi vediamo la primavera che sboccia, vediamo la luna piena come non l’abbiamo vista mai. Noi vediamo il volto e il sorriso di un bambino che cresce. Vediamo la vita che si agita dentro di noi. Noi vediamo l’opera dell’uomo nella genialità dell’arte e delle imprese ingegneristiche o nelle profondità del laboratorio.
2. Io sono: Com’è questo Io sono? Dio, come è fatto??
Esprimendoci con il realismo e l’approssimazione del linguaggio umano, possiamo dire che l’essere di Dio ‘si espande’ in una triplice personalità: Padre – Figlio – Spirito Santo. Le parole umane sono inadeguate, ma contengono comunque la verità, come un catino contiene la qualità dell’acqua dell’immenso oceano.
“In un libro di catechesi tedesco si legge questo racconto. Un insegnante pone a una bambina la domanda: “Il Padre celeste è Dio. Gesù Cristo è Dio, lo Spirito Santo è Dio. Come vanno insieme queste cose?” La bambina pensa un momento e poi risponde: “Dio sarà il nome della famiglia”. La classe ride, ma l’insegnante resta pensierosa…”(T.Spidlik, Noi nella Trinità, Ed Lipa p11)
Anche noi rimaniamo pensierosi. Dio è una realtà viva, un fiume che scorre, un sole che promana luce e calore, un albero che produce frutto. Dio è una ‘famiglia’ di persone. Buttiamoci a tuffo nel gran mare di Dio:
“Il Padre genera dall’eternità il Figlio, cioè gli comunica liberamente la sua natura divina. Dato che questa è indivisibile, Egli dà se stesso integralmente, senza riserve. D’altra parte, il Figlio accetta questa natura divina dal Padre liberamente e senza riserve.” (Spidlik p 55)
La persona – divina e anche umana - nasce dalla relazione con un’altra persona. Ogni figlio può dire alla madre e al padre: “Tu sei, quindi io sono. Senza di te non esisto, non posso esistere”. “Io sono tu che mi fai”: ripeteva con una frase folgorante don Giussani. Non solo mi hai fatto, mi stai facendo ora. Il Figlio eterno può dire al Padre: “Io sono tu che mi generi”
Il Padre conosce il Figlio, il Figlio conosce il Padre; la figura si riflette nello specchio che ha di fronte; conoscenza, logos, verbo, parola.
Ma la conoscenza non si limita a conoscere. Per entrare nel mistero di una persona, occorre che si svolga un processo di reciproca fiducia e di amore. Conosci una persona quando le vuoi bene. Allora ‘entri’ nell’altro. La conoscenza reciproca avviene tra l’amante e l’amata, tra padre-madre e figlio, tra l’amico e l’amico. La comunicazione, la conoscenza vera avviene in ambito affettivo, accade nel reciproco amore. In Dio, la perfetta conoscenza esiste nel perfetto amore. La conoscenza è più di una conoscenza: è una relazione, è un legame, è una comunicazione. La conoscenza puramente intellettuale è un ‘sapere le cose’ e non costituisce un vero rapporto personale. La conoscenza in senso biblico è addirittura il rapporto intimo tra uomo e donna.
“Colui che contempla e ammira, colui che costituisce il mutuo amore del Padre e del Figlio è lo Spirito Santo. Contemplando, egli costituisce se stesso come terza persona divina, egli diventa ciò che vede, personifica l’amore mutuo tra le persone divine. Lo Spirito è Spirito d’amore” (Spidlik p 55)
Ecco la Trinità, Padre che è l’inizio, il Figlio che è lo specchio, lo Spirito che è il legame amoroso. Questa realtà divina corrisponde alla realtà umana, perchè anche noi siamo fatti così: l’acqua contenuta nel piccolo bicchiere è la stessa del grande oceano. Anche noi siamo fatti dalla relazione, siamo relazione.
Un inno dei Primi Vespri della solennità della Santissima Trinità delle monache trappiste di Vitorchiano esprime con intensità lo svolgimento della vita divina:
“O Trinità infinita
cantiamo la tua gloria in questo vespro,
perché nel Cristo tu ci hai resi figli
e i nostri cuori sono tua dimora.
Eterno senza tempo,
sorgente della vita che non muore,
a te la creazione fa ritorno
nell’incessante flusso dell’Amore.
Noi ti cantiamo, o Immenso,
in questo breve sabato del tempo
che annuncia il grande giorno senza sera
in cui vedremo te, vivente luce.
A te la nostra lode,
o Trinità dolcissima e beata
che sempre sgorghi e sempre rifluisci
nel quieto mare del tuo stesso Amore. Amen.” ...continua a leggere "Meditazione di Quaresima 2019"