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Vangelo di Luca 11, 42-46

In quel tempo, Gesù disse: “Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».
Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!

L’ATTRATTIVA

Un maestro che dice e non fa, non lo badi. Neanche un genitore. Non è che ti aspetti dalle persone la totale coerenza, e sei anche disposto a scusare le loro debolezze. Ma devi scorgere in esse una tensione al bene, un desiderio di seguire Dio e di comunicarlo attraverso la vita. Vale nel campo dell’educazione e più ancora nel campo della religione. La fede si comunica per attrattiva, attraverso una persona e una comunità a loro volta attratte dal Signore.

Vangelo di Luca 11,37-41

In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro.

LA VIA DELLA PURIFICAZIONE

Ci vorrebbe Santa Teresa d’Avila a fustigare l’ipocrisia e la superficialità delle persone false che appaiono belle fuori e sono brutte dentro. Teresa ha purificato e rinnovato la vita delle monache, e anche quella di tanti cristiani, riportandola alla verità di un rapporto vivo con il Signore Gesù, che libera dagli idoli e dalla cattiveria. Nella verifica della propria vita, grande strumento è la carità, come Gesù suggerisce, perché rende libero il cuore dall’attaccamento a noi stessi.

Vangelo di Luca 11, 29-32

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona.

RICONOSCERE GESU’

Pretendiamo sempre un segno diverso, pur avendo sotto gli occhi Gesù e tutti i suoi doni. Viviamo dentro il gran popolo di Dio che celebra e testimonia ‘il segno di Giona’, anticipo del mistero pasquale della morte e risurrezione del Signore. Gesù ci accompagna con la sua parola e la sua presenza nell’Eucaristia e negli altri sacramenti e nella realtà della Chiesa. Abbiamo la testimonianza dei martiri che hanno dato la vita per lui. Come non riconoscerlo?

Vangelo secondo Luca 17,11-19

Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

LUNGO LA STRADA

Lungo la strada, e forse anche un poco fuori strada – come toccava a chi era nella loro condizione – dieci lebbrosi incontrano Gesù e lanciano verso di Lui il grido della pietà. Gesù non li guarisce all’istante ma li rimette in cammino.                              Gesù concede anche a noi, che gridiamo verso di Lui, una strada di guarigione e di salvezza. Anche per noi è un cammino verso la Chiesa e nella Chiesa, fino a incontrare i sacerdoti che ci offrono la parola e il sacramento. Come non essere grati, come non tornare ogni giorno a dire Grazie? Questa gratitudine, che ci fa tornare a Cristo e ci fa stare davanti a Lui, è la vera salvezza.

Vangelo secondo Luca 11,27-28

In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».
Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

LODE A MARIA

E’ bello unirsi al coro di lode della donna che grida dalla folla. La Chiesa, da un santuario all’altro, continua a lodare Maria per tutti i secoli. Più ancora, la Chiesa si identifica in Maria che ha ‘ascoltato e osservato’ la Parola di Dio, accogliendo Gesù nel grembo e facendolo crescere nella vita; custodendone poi la viva memoria, insieme con i primi discepoli. Se accogliamo e viviamo Gesù chiedendo il cuore di Maria, la nostra vita si riempie della Sua Presenza e della Sua gioia.

Vangelo secondo Luca 11,15-26

In quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.
Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde.
Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima».

UN REGNO NON DIVISO

Satana non combatte contro se stesso: il male non favorisce il bene. Il suo regno procede unito nel fare il male. E il regno di Dio, non sarà unito nell’operare il bene? Unito come? Chi decide il criterio dell’unità? Attorno a chi ci troviamo uniti? Chiesa, sacramenti, parola di Dio sono la strada. Non possiamo sostituire i nostri pareri e le nostre scelte alle scelte della Chiesa riunita attorno al Papa. Lanciare scomuniche contro il Papa: questa è opera di Satana. Papa Giovanni ci aiuti.

Vangelo secondo Luca 11,5-13

In quel tempo, Gesù disse ai discepoli:
«Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

FIGLI E AMICI

Ecco come ci considera Gesù: amici e figli. E quindi accetta – anzi desidera - che lo importuniamo con le nostre richieste, come fanno i figli e gli amici. Non ci rendiamo mai abbastanza conto di quanto il Padre ci sia vicino, da quando il suo Figlio si è fatto uomo. Cosa vuol dire chiedere lo Spirito Santo? Significa chiedere la vita, la felicità, la libertà del cuore e l’apertura all’amore vero: lo Spirito Santo ‘è Signore e dà la vita’.

Domenica 13 ottobre 2019

XXVIII DEL TEMPO ORDINARIO, Ciclo C

Introduzione del celebrante

Nell’Eucaristia della domenica incontriamo il Signore e affidiamo a Lui la nostra vita e ogni nostra necessità.

  1. Signore Gesù, veniamo a te bisognosi di essere accolti come i lebbrosi del Vangelo; ti ringraziamo per questo incontro che libera e salva,                                      Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE
  2. In questa Eucaristia, anche noi ci presentiamo ai sacerdoti che ci confermano nella fede e nella speranza. O Signore, concedi ad essi spirito di accoglienza e bontà, di sapienza e fortezza,                                                                                                Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE
  3. Signore Dio, che hai creato l’uomo e la donna come immagine viva del tuo amore, ti affidiamo l’unione degli sposi, l’amore dei papà e delle mamme e la loro missione di comunicare ai figli la fede cristiana,                                                      Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE
  4. Ti preghiamo o Signore, per tutte le persone che vengono respinte dalla società e vivono escluse ed emarginate. Ti affidiamo i lavori del Sìnodo sull’Amazzonia,                                                                                                                       Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

 Conclusione del celebrante

Ripartiamo da Cristo e dalla sua grazia che ci incontra in questa Eucaristia. Affidiamo la nostra preghiera al Padre che sta nei cieli e vive e regna nei secoli dei secoli. Amen

Spunto per la festa

‘La tua fede ci ha salvato’. La fede in Gesù ci salva. Il Battesimo, evocato dal gesto di Naaman che si lava nel fiume, ci fa incontrare Cristo, introducendoci nella sua amicizia e rendendoci partecipi della sua storia. Non siamo più estranei e ‘tenuti fuori’ come i lebbrosi, ma veniamo introdotti nella comunità della Chiesa. La garanzia per la nostra fede è il rapporto vivo con l’autorità della Chiesa, Papa e vescovi sacerdoti uniti con lui. (‘Presentatevi ai sacerdoti’). Viviamo con gratitudine per un bene grandioso che ci permette di vivere con senso, appartenenza, amicizia.

Vangelo secondo Luca 11,1-4

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione».

PREGARE IL PADRE

Non basta ai discepoli la preghiera insegnata e praticata in sinagoga e nel tempio. Inoltre avvertono che la preghiera del Battista era diversa, tutta proiettata alla conversione e all’attesa del Messia. Vedono Gesù pregare guardando in faccia il Padre, al quale affida tutta la sua persona, e al quale domanda la strada da percorrere. Gesù comunica il suo modo di pregare e la sua preghiera, non come formula - che Luca trasmette in modo diverso da Matteo - ma come posizione del cuore.

 

Vangelo di Luca, 10,38-42

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t'importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c'è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

DAVANTI A GESU’

Marta e Maria: queste due donne stanno davanti a Gesù con un atteggiamento diverso. Maria è tutta protesa ad ascoltare e guardare il Signore. Marta, che pure vuole servire il Maestro, appare presa più dai lavori che compie per Gesù, che non da Gesù stesso. Il miracolo accade quando Marta, e tutti noi con lei, abbiamo nell’orecchio la voce del Signore e in cuore il suo volto, nel tempo stesso in cui lavoriamo, soffriamo, amiamo, godiamo.