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Mercoledì 27 novembre 2019, San Virgilio vescovo, Irlanda, VIII sec

Vangelo secondo Luca 21,12-19

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza.
Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

PER UNA NUOVA SORGENTE

Ci sono stati tempi e ci sono ancora luoghi nei quali la profezia di Gesù si è avverata e si avvera alla lettera: i cristiani vengono brutalmente perseguitati. Nei nostri paesi la persecuzione assume il volto discreto e leggero dello spegnimento, dell’assopimento, della sparizione dalla vita. Svanisce nelle famiglie e negli ambienti come una fontana che si secca e diventa forse un monumento. Eppure, nel deserto, la forza dello Spirito fa sgorgare un nuovo rivolo. Lo si guarda con attenzione e interesse. La fede fa rinascere la vita.

Vangelo secondo Luca 21,5-11

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

CHE COSA CI BASTA?

Quando vediamo qualcosa franare, come i ponti o le case, quando perdiamo qualcosa di nostro, allora percepiamo che la speranza non può consistere solo nel ripristino delle cose perdute. Non ci bastano le promesse dei politico o dei tecnici. Il nostro bisogno pesca più profondità. Quando la nostra stessa vita franerà, da dove ci verrà l’aiuto? Chi è la nostra salvezza, in quel momento e anche nella giornata che oggi ci è donata da vivere? Alzando gli occhi, domandiamo: “Vieni Signore Gesù”.

Vangelo secondo Luca 21,1-4

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio.
Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».

DUE MONETINE

Siamo abituati ai grandi numeri e alle grandi cifre: per piazze e operazioni bancarie. Che vale una donna, vedova e povera? Cosa valgono due monetine? Il conteggio della quantità demolisce il valore delle cose e delle persone. Gesù sa guardare la singola persona, la singola azione, il cuore di ciascuno. Il gesto più piccolo vale davanti a Lui: quando è vero implica l’intera persona. Questo episodio ci aiuta a riconoscere come Gesù ci guarda e come noi stessi possiamo guardare il prossimo.

Vangelo secondo Luca 23,35-43

In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto».
Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male».
E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

LA CROCE DEL RE

Il re regna dalla croce. Come? Offrendo se stesso. “Non c’è amore più grande di colui che dona la vita”. In Gesù il Figlio di Dio Padre si fa uomo, condividendo la vicenda umana fino a lasciarsi tradire e venire ucciso con una morte terribile. Dalla croce, Gesù attrae il ‘buon’ ladrone, sua Madre Maria, il discepolo Giovanni e le donne che non lo abbandonano. Disceso nell’abisso del dolore umano e della morte, Gesù condivide e consola tutto il dolore del mondo, risale alla vita con la risurrezione e ci accoglie nel suo paradiso come il ‘buon’ ladrone.

Vangelo secondo Luca 20,27-40

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.

LA VITA SPALANCATA

Non esistono immagini umane capaci di tradurre la realtà della vita dei risorti. Anche l’amore umano vissuto nel matrimonio è insufficiente a esprimere la condizione dei beati del cielo, che Gesù definisce ‘uguali agli angeli’ e ‘figli della risurrezione, figli di Dio’. Siamo creati dall’amore immenso di Dio Padre, Figlio, Spirito Santo che ci rende partecipi della sua stessa vita. Tutta la realtà umana va vissuta nella prospettiva dell’eternità gloriosa, promessa e mostrata agli uomini da Gesù risorto.

Vangelo secondo Luca 19,45-48

In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.

La CASA DEL CANTO

Per una originale coincidenza, la martire Cecilia è riconosciuta come patrona della musica in generale, e di quella sacra in particolare. Musica e canto accompagnano la preghiera personale, comunitaria, liturgica, ne riesprimono la profondità e il senso e coinvolgono mente, cuore, corpo di coloro che pregano nell’unità della fede e della carità. In tutti i tempi della sua storia la Chiesa ha pregato cantando. Il tempio, casa di preghiera, risuona della musica del passato e del presente.

21 novembre 2109

Presentazione della Beata Vergine Maria – Madonna della Salute

Vangelo secondo Matteo, 12, 46-50

In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».

LA MADONNA CHE SALVA

“La Madonna, noi ce l’abbiamo in isola”, dice la gente di Venezia e delle isole della laguna:  Madonna della Salute e Madonna dell’Apparizione e di tutti gli altri appellativi con i quali viene invocata. Maria non perde la sua maternità verso il Figlio Gesù, anzi la estende a tutti coloro che Lo seguono. I suoi nuovi figli la invocano ogni giorno e la supplicano nei momenti difficili, come nel 1630 a conclusione della grande peste e in questi drammatici giorni di ‘acqua granda’.

Domenica 24 novembre 2019
NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO
Solennità, Ciclo C

Introduzione del celebrante
Come il buon ladrone sulla croce, anche noi ci affidiamo al Signore crocifisso e glorioso.

1. Signore Gesù, che regni dalla Croce, la tua misericordia ci accolga, per essere salvati dalle tentazioni che ci allontanano da te e dai fratelli,
Noi ti preghiamo: SALVACI, SIGNORE NOSTRO RE

2. Al termine dell’anno liturgico che ci ha fatto camminare nelle tappe della tua vita, accogli il nostro grazie per la tua presenza tra noi nella Chiesa. Fa che ti seguiamo con amore e fedeltà,
Noi ti preghiamo: SALVACI, SIGNORE NOSTRO RE

3. Signore, ti preghiamo per tutti i popoli della terra. Ti affidiamo il viaggio di Papa Francesco in Thailandia e Giappone,
Noi ti preghiamo: SALVACI, SIGNORE NOSTRO RE

4. Signore Gesù nostro re, sostieni le popolazioni colpite da calamità e disgrazie; dona unità e amore alle famiglie, energia e futuro ai giovani, speranza agli anziani, fiducia ai poveri e ai malati,
Noi ti preghiamo: SALVACI, SIGNORE NOSTRO RE

Conclusione del celebrante
Dio Padre, attraverso il tuo Figlio sulla Croce, accogli la preghiera del tuo popolo.

Spunto della domenica
Gesù regna dalla croce, donando misericordia. Egli non condanna ma salva.
Guardando Gesù e seguendolo nella Chiesa, impariamo un nuovo modo di vivere, più umano e più fraterno, capace di affrontare difficoltà e disagi, e disposto alla carità e all’aiuto fraterno, come accade in questi giorni tra le popolazioni colpite dall’acqua alta e da altri nubifragi. Il Vangelo suggerisce un altro criterio di vita, per avviare fin da subito la costruzione del Regno di Dio.

Vangelo secondo Luca 19,11-28

In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro.
Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato.
Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”.
Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”.
Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”».
Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.

UNA COSA PREZIOSA

Le pagine del Vangelo hanno un riverbero particolare nella nostra vita, a seconda della circostanza in cui le leggiamo. Quando accade di perdere una cosa che ritenevamo di poco conto, improvvisamente ci accorgiamo che si trattava di una cosa preziosa. Un’anziana donna, vedendo la figlia gettare tra i rifiuti alcuni oggetti rovinati dall’acqua alta, raccomandava di tenerli, perché per lei erano ‘una cosa preziosa’. Ogni minuto della nostra vita è ‘una cosa preziosa’ e va trafficato per arricchire davanti a Dio.

Vangelo secondo Luca 19,1-10

In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

LA SALVEZZA DI ZACCHEO

Zaccheo continua a salire sull’albero sotto i nostri occhi, e Gesù continua a chiamarlo. Accade quando un uomo o una donna desiderano ‘vedere Gesù’. Allora possono accorgersi che anche Gesù desidera vederli e li chiama per nome. Avviene nelle circostanze della vita, semplici o drammatiche. Personalmente, l’ho sperimentato domenica scorsa, quando con una grande compagnia di amici siamo andati a trovare la comunità di Pellestrina percossa dalla violenza dell’acqua alta. Abbiamo sperimentato che ‘oggi per questa casa è venuta la salvezza’.