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Lunedì 8 luglio 2024, + Santi Aquila e Priscilla, sposi e martiri, discepoli di San Paolo, I sec. + Sant’ Adriano III, papa, IX secolo – Nonantola, 885

Vangelo secondo Matteo 9,18-26

In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli.
Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata.
Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.

LA FEDE SEMPLICE

L’evangelista Matteo stringe in poche righe i due episodi che Marco e Luca raccontano più in dettaglio. Qui risalta l’immediatezza del rapporto di Gesù con le persone, la decisione della fede di chi lo incontra e la rapidità del miracolo. In Matteo Gesù non ha bisogno di intermediari e supera ogni ostacolo. L’unica condizione richiesta è la fede in lui, totale e diretta. E’ la stessa fede-fiducia che vediamo in alcuni santi e nelle persone semplici.

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