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Giovedì 2 dicembre 2021 Santa Bibiana-Viviana, sec IV – San Cromazio di Aquileia, vescovo, 335/340 – 407/408

Vangelo secondo Matteo 7,21.24-27

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».

 

LA ROCCIA E LA SABBIA

 

Dov’è il punto di consistenza della vita? Come una casa, che può essere comoda, bellissima e perfino ecologica, ma non si regge da sola. Su che cosa poggia la casa, su che cosa poggia la vita? Non ci sostiene una teoria, un ideale astratto che scivola dalle mani. E’ un appoggio, è un’appartenenza, è altro da noi. Quando questo determina la coscienza che abbiamo di noi stessi, quando viene desiderato e domandato ogni giorno, allora la casa della vita si regge e diventa lieta e ospitale.