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tempo di coronavirus

VOLTI NASCOSTI E SVELATI

Tutti a volto coperto, per due mesi, per tanti mesi. In strada, al lavoro, nei negozi. Le identità sfuggono. Nella zona che sei solito frequentare, riconosci appena qualcuno dalle movenze, dall’altezza, dalla corporatura; incrociando le persone in strada, tenti di guardare ciascuno negli occhi per cogliere e trasmettere un cenno di saluto, trovando eco in una persona su cinque. Uomini e donne senza volto, ci riduciamo a personaggi anonimi, indistinti, gente perduta in una città ignota.
Da bambini ci affascinava il volto coperto dal fazzoletto nei banditi del Far West, da grandi ci irrita il burka delle donne musulmane. Chi si nasconde? Quale identità, quale volto, quale persona, quale sorriso, quale gioia e quale dolore… Il volto nascosto separa più della distanza fisica, più dell’assenza della stretta di mano e dell’abbraccio. Sembra venga tolta la persona stessa; è come iniettarsi in vena delle gocce di inconsapevole individualismo: nessuno ti conosce e nessuno conosci; di nessuno hai bisogno e nessuno ha bisogno di te. Una terra desolata. Un fiume ghiacciato.
Il volto rivela l’anima, esprime sentimenti, sorride e si oscura, si apre e minaccia. Il volto parla. Nel tuo volto posso specchiarmi, posso cogliere il tuo mistero e il mio.
Persino per entrare nel mistero di Dio abbiamo bisogno che Lui ci sveli il suo volto. “Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto”. A Dio non basta mostrare la sua potenza nel sole, nella luna e nelle stelle; nelle nubi, nelle tempeste e nel mare; nell’esplosione della primavera e nella crescita della vita, nell’infinitamente piccolo e nell’infinitamente grande. Non gli basta nemmeno dichiararsi Dio dell’alleanza che chiama Abramo, parla con Mosè, cammina con il suo popolo. Per dire se stesso e per donarsi, per farci compagnia e diventare amico, Dio prende un volto, un volto d’uomo. Per dire il suo cuore, per dare la sua vita. Un volto in cui possiamo vedere Dio. Dice Gesù nel Vangelo: “Filippo, chi vede me vede il Padre”. Il volto che hanno visto la Madre, Giuseppe, gli amici, le donne, la folla.
Desideriamo vedere il volto dell’altro, dell’amico e dell’amica, dello sposo e della sposa, del figlio e del padre; il volto di chi ci passa accanto, per scoprirvi il fratello e la sorella. Per risalire dall’angoscia della solitudine, e muovere i passi dell’incontro, dello scambio, della vita. Il volto di ciascuno, il volto di tutti. Il volto di Dio che risplende come sole nel volto di Gesù. Il volto di Gesù intravvisto sotto la maschera che nasconde il volto dell’uomo.