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Visita di Papa Francesco a Milano

L’ACQUA VIVA

Come un giro d'acqua che scorre in mezzo ai campi, procedono i giorni della vita. Riceviamo gli umori della terra e del cielo, ci disperdiamo in terreni diversi, aridi o ubertosi. Viviamo all'aperto, senza sottrarci all'aria e al vento, al sole e alla pioggia. Il cuore e la mente rimbalzano, procedono o rallentano, impigriti o resi lieti da tutto quello che incontrano. A che cosa stiamo di fronte? Che cosa rende bella o brutta la vita che viviamo? Nella pausa di una mattinata di sole è data l'opportunità di far invadere mente e cuore dalle parole e dai gesti di Papa Francesco in visita a Milano. Il piccolo torrente viene travolto dall'acqua di un grande fiume. Al prete che gli domanda come e dove andare a prendere i pesci come Gesù comanda, Francesco lancia un messaggio semplicissimo: "Tu prendi il largo, lancia la rete... E poi, il Signore, lui prende i pesci". Alla seconda domanda, quando si parla dei diaconi, dice che il compito del prete ė primariamente la preghiera e quindi l'annuncio. E aggiunge che è necessario avviare processi piuttosto che occupare spazi con opere e istituzioni che opportunamente verranno sostenute da altri. Cita il popolo coreano che all'inizio ha avuto tre o quattro missionari cinesi e poi per due secoli il messaggio è stato portato avanti solo dai laici. Scorrono le immagini televisive della visita del Papa nella grande città, dall'ultima periferia al grande Duomo alle strade e agli spazi pieni di folla. Una donna lo accoglie in casa e gli fa benedire i pani preparati per essere consegnati alle famiglie che abitano vicino; i carcerati con i quali pranza si commuovono; la folla di persone nel parco e dei ragazzi allo stadio lo acclama con gioia e festosità. Tutte queste cose e altre ancora vengono percepite appena a frammenti, e sono avvalorate e riscaldate da brevi sms e foto splendenti rilanciate in diretta da qualche amico. Quale grande avvenimento è accaduto a Milano? I poveri telegiornali sui quali indugiamo all'ora di pranzo ci assillano con le beghe dei politici e le loro iniziative per uscire finalmente dalla crisi; opprimono come il giro di una mola arrugginita col dettaglio insistito sugli ultimi delitti in casa o all'uscita dalla discoteca. L'acqua del nostro incerto torrente che continua a scorrere per tutti i terreni della vita, si intorbida di oppressione e tristezza e nuovamente va in cerca di aria buona e della incipiente fioritura della primavera. Che cosa aiuta a vivere ogni giorno e a percorrere sentieri che aprono al futuro?