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CRISTO RE

Crocifisso GiubileoDOVE ABITA LA SALVEZZA?

È diventato uno slogan, addirittura scontato: “Finisce l'Anno della Misericordia ma non finisce la Misericordia”. Oggi la festa di Cristo Re ci mette sotto la Croce, accanto al 'buon' ladrone che si affida a Gesù e viene condotto 'per primo' in Paradiso.
È ben vero che noi continuiamo a camminare per le strade della terra, negli intrecci del vivere quotidiano e nel frastuono degli avvenimenti del mondo, così sorprendenti e ripetitivi, come la guerra e la pace, il terremoto e la ricostruzione, i bambini down e l’ibernazione, le migrazioni e gli annegati, il tira molla del Referendum tra il Sì e il No, Papa Francesco e le interviste, Trump e il clima e la Russia e via con tutto quel che segue.
"...Perché sia Lui ad avere il primato su tutte le cose", dice San Paolo nella seconda lettura della Messa di oggi. Il primato, che cos’è? Mentre viviamo, che cosa determina la vita e le giornate? Che cosa sostiene chi patisce una crisi di lavoro e non arriva a pagare i dipendenti? Che cosa aiuta a vivere quando perdi la chiave di casa, quando arriva la sorpresa dell’ammanco al conto della banca, quando salta la luce nel luogo in cui abiti? Appena sollevi la coperta, da ogni lato riaffiora la discussione sui paesi distrutti dal terremoto e sulla sofferenza dei bambini: due ferite che colpiscono il cuore. Ogni volta la domanda: dov’era Dio? Se fosse un Dio potente dominerebbe le forze della natura fin dal sottosuolo di Norcia, impedirebbe che alla bambina già festosamente prenotata per il battesimo venisse rilevata quella punta di tumore al cervello. Se Dio fosse il re dell’universo, dominerebbe il corso degli astri e quello dei fiumi, e nello stesso tempo determinerebbe le funzioni dell’organismo e i moti del cuore!
Invece, lo troviamo appeso alla croce! Qualcuno invita a osservare le parole che dicono a Gesù in croce i capi del popolo, i soldati e uno dei malfattori appesi alla croce; con rabbia e accanimento ripetono uno di seguito all’altro: “Salva te stesso!!”. L’eco di queste parole rimbomba per le strade della storia. Gesù – in quel tempo - non ha salvato se stesso! S’è lasciato abbattere dall’odio, dalla cattiveria, dai chiodi, dalla croce, dalla morte. Abbattere? Appeso alla croce ha avuto il cuore e la forza di promettere il paradiso al ladrone. Appeso alla croce, si è consegnato: “Gesù, gridando a gran voce disse: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”.
Gesù regna dalla croce. E noi? Siamo sopraffatti dalle cose, dai problemi, dai avvenimenti che incombono, dalle persone che opprimono? La sorpresa arriva quando scorgiamo il filo della gioia in persone che dovrebbero essere afflitte: come i frati travolti dal terremoto, come i genitori colpiti dalla morte del figlio, come tanti uomini e donne e giovani che dovrebbero essere oppressi dalla mole del lavoro e dall’incubo delle preoccupazioni. Come fanno ad affrontare la vita con cuore lieto? Sono uomini e donne consapevoli di essere suoi, da Lui amati e accompagnati.
Stando accanto alla sua croce, possiamo dunque affidarci a Lui come il buon ladrone, come la Maddalena che gli stringe le ginocchia, come tutti coloro che si battono il petto.
Questo Re vince non con la potenza dei miracoli, ma abbracciando Egli stesso il nostro male, le nostre ferite e la nostra desolazione. Pian piano Gesù, nel corso della sua vita terrena, si assimila a noi e si carica dei nostri pesi. Con amore, con decisione, accoglie tutto e tutti e consegna se stesso nelle mani del Padre. Iniziano da qui la speranza, la salvezza, la libertà per tutti gli uomini che si affidano a Lui, Cristo Re.