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LA GIOIA DELL’AMORE AMORIS LAETITIA

 

È stata pubblicatAmoris Laetitiaa l'8 aprile l'esortazione apostolica post-sinodale sull'amore nella famiglia Amoris laetitia, datata 19  marzo 2016, Festa di San  Giuseppe. Fa seguito ai due Sinodi sulla famiglia del 2014  e  2015. Consta di nove capitoli, 325 paragrafi e 264 pagine complessive.

Comincia così:

1. La gioia dell’amore che si vive nelle famiglie è anche il giubilo della Chiesa. Come hanno indicato i Padri sinodali, malgrado i numerosi segni di crisi del matrimonio, «il desiderio di famiglia resta vivo, in specie fra i giovani, e motiva la Chiesa». Come risposta a questa aspirazione «l’annuncio cristiano che riguarda la famiglia è davvero una buona notizia».

La precedente Esortazione apostolica di Papa Francesco aveva come titolo: Evangelii gaudium. L’espressione ‘Amoris Laetitia’ si trova anche in Porta Fidei, il documento con il quale Benedetto XVI aveva indetto l’Anno della fede. La letizia dell’amore viene dall’annuncio cristiano: “All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande ideale, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò, la direzione decisiva”. Evangelii gaudiun 7.

Ecco un'indicazione capitolo per capitolo:

+ Primo capitolo presenta alcuni insegnamenti sull'amore familiare tratti dalla Sacra Scrittura.

+ Secondo capitolo. Il Papa scende nella realtà attuale, che vede l'istituzione familiare ampiamente in crisi, anche se non va sottovalutata la sua capacità di resistere e va evitata una cultura della lamentela sterile. Individualismo e provvisorietà dell’usa e getta.

+ Terzo capitolo: presenta il Magistero della Chiesa sulla famiglia.
58. Davanti alle famiglie e in mezzo ad esse deve sempre nuovamente risuonare il primo annuncio, ciò che è « più bello, più grande, più attraente e allo stesso tempo più necessario». È l’annuncio principale, «quello che si deve sempre tornare ad ascoltare in modi diversi e che si deve sempre tornare ad annunciare durante la catechesi in una forma o nell’altra». Perché «non c’è nulla di più solido, di più profondo, di più sicuro, di più consistente e di più saggio di tale annuncio» e «tutta la formazione cristiana è prima di tutto l’approfondimento del kerygma».

+ Quarto capitolo: è un inno all'amore matrimoniale, fatto di pazienza, amabilità, tenerezza, fiducia, perdono, fino alla dimensione erotica dell’amore.

+ Quinto capitolo: presenta la fecondità dell'amore: la bellezza della gravidanza, della nascita, delle relazioni familiari che si estendono ai nonni, ai fratelli, alle sorelle, agli zii e si allargano ad abbracciare nella solidarietà politica ed ecclesiale i più poveri e i più bisognosi. Si fa anche cenno al fatto che la nostra è spesso una «società senza padri», che ha assoluto bisogno di ritrovare il senso sia dell'essere padre sia dell'essere figlio.

+ Sesto capitolo: il Papa affronta il problema della pastorale familiare, dalla preparazione al matrimonio all’accompagnamento delle famiglia, soprattutto nei primi anni e nelle situazioni difficili

+ Settimo capitolo: l'educazione. 259. I genitori incidono sempre sullo sviluppo morale dei loro figli, in bene e in male. Di conseguenza, la cosa migliore è che accettino questa responsabilità inevitabile e la realizzino in maniera cosciente, entusiasta, ragionevole e appropriata.

+ Ottavo capitolo: riguarda le situazioni di fragilità - in particolare quelle dei divorziati risposati - e la loro posizione nella Chiesa. Il Papa afferma che non ci si doveva aspettare «da questa Esortazione una nuova normativa generale di tipo canonico, applicabile a tutti i casi»: quello che si può e quello che non si può fare. Vescovi e sacerdoti dovranno ribadire le «norme generali»: il matrimonio è indissolubile e il divorzio è sempre un male.
Nello stesso tempo è loro affidato «un responsabile discernimento personale e pastorale dei casi particolari». «I divorziati che vivono una nuova unione possono trovarsi in situazioni molto diverse, che non devono essere catalogate o rinchiuse in affermazioni troppo rigide senza lasciare spazio a un adeguato discernimento» dei singoli casi. Colpe, responsabilità e «circostanze attenuanti» possono essere molto diverse. Il “grado di responsabilità non è uguale in tutti i casi”, le conseguenze o gli effetti di una norma non necessariamente devono essere sempre gli stessi». Questo - precisa una nota a piè di pagina - «nemmeno per quanto riguarda la disciplina sacramentale, dal momento che il discernimento può riconoscere che in una situazione particolare non c’è colpa grave».
«I fedeli che stanno vivendo situazioni complesse ad accostarsi con fiducia a un colloquio con i loro pastori o con laici che vivono dediti al Signore. Non sempre troveranno in essi una conferma delle proprie idee e dei propri desideri, ma sicuramente riceveranno una luce che permetterà loro di comprendere meglio quello che sta succedendo e potranno scoprire un cammino di maturazione personale». Ai pastori, il Papa raccomanda la «logica della misericordia», la quale considera che, «pur conoscendo  bene la norma», «in determinate circostanze le persone trovano grandi  difficoltà ad agire in modo diverso».

+ Nono capitolo: la spiritualità coniugale e familiare: preghiera, amore, cura.

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