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Vangelo secondo Matteo 7,21-29

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Non chiunque mi dice: Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.

DIRE E FARE

Il Vangelo non va solo ascoltato, non va solo proclamato. Va vissuto e sperimentato. Così diventa come le fondamenta della nostra casa umana, della persona e della vita. Quando viviamo il Vangelo ne sperimentiamo la validità e la saldezza, come un punto stabile di fronte a obiezioni e difficoltà. Chiediamo la grazia di poter finalmente dire: Riconosco che è vero, non solo perché Gesù l’ha detto, ma perché ne ho riscontrato la verità nella pratica della vita.

Vangelo secondo Luca ,57-66.80

Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

LA VOCE DEI PROFETI

Dio prepara i suoi uomini, prepara i profeti. Sono persone disposte a dedicarsi interamente alla missione che viene loro proposta. Per il Battista si è trattato di una missione di preparazione e introduzione. Egli non ha avuto la grazia di seguire personalmente Gesù, ma quella di indicarlo ai suoi discepoli, alcuni dei quali - Giovanni e Andrea - lo hanno seguito. ‘Dare la vita per un altro’: è la missione del profeta e del testimone. Con l’annuncio e con la vita, come è stato per Giovanni Battista.

Vangelo secondo Matteo 7,1-5

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!

COSE PREZIOSE

Da pari a pari: trattiamoci così, e non da superiori e padroni gli uni degli altri. Occorre abbassarci fino al livello dell’altro, per accorgerci che il suo è forse anche il nostro livello. Usiamo una parola in disuso: umiltà, per scoprire la misura più giusta del giudizio. Ecco il nostro tesolo, la nostra vera grandezza: la fede, i sacramenti, la Chiesa. Non buttiamolo in piazza, né per ostentazione, né per mancanza di prudenza, per non esporci al dileggio altrui.

Lunedì 22 giugno 2020

San Paolino da Nola, 355-431

San Giovanni Fisher, vescovo e martire, Inghilterra 1569-1535

San Tommaso Moro, martire, Inghilterra 1478-1535

 

Vangelo secondo Matteo 7,1-5

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».


CON QUALE OCCHIO

 

Gesù è esperto del cuore umano. Egli sa che ciascuno vuole emergere rispetto agli altri. Giudichiamo gli altri con atteggiamento di rifiuto o di condanna, vedendo i loro limiti e peccati e amplificandoli, mentre non ci accorgiamo dei nostri.

Un piccolo difetto altrui ci impedisce di valorizzarne la persona, e intanto non ci accorgiamo della ‘trave’ che impedisce al nostro occhio di vedere. Conclusione: proviamo a guardarci con l’occhio dell’altro. Meglio, con l’occhio di Dio.

 

 

Vangelo secondo Matteo 10,26-33

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

“NON ABBIATE PAURA”

“Non abbiate paura”. Per 365 volte, una per ciascun giorno dell’anno, risuona nella Bibbia la parola rassicurante del Signore. Non abbiate paura di coloro che sembrano custodire il segreto terrificante della vita e minacciano continui castighi. Non abbiate paura di quelli che vi fanno del male, creando impedimenti e ostacoli, troncando uno sviluppo di carriera, interrompendo un’amicizia, chiudendo il rubinetto del benessere. A Maria l’angelo è apparso dicendo: “Non avere paura”. Ti viene fatto il dono più grande, la presenza più bella. Viene il Figlio di Dio e diventa tuo figlio.

 

Vangelo secondo Luca 2,41-51

I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore.

CUORE DI MADRE

Alla festa del Sacro Cuore di Gesù, corrisponde la festa del Cuore di Maria. Con cuore di Madre, Maria ha amato il figlio Gesù e ha sofferto per lui, lo ha accompagnato da ragazzo e nella vita pubblica fino alla croce, e ha seguito poi il discepolo Giovanni, al quale Gesù l’aveva consegnata. Maria permane dentro la Chiesa, come tra gli apostoli nei giorni della Pentecoste. Impariamo da Lei ad amare Gesù e ad amare le persone in Gesù. Affidiamoci al suo Cuore Immacolato per imparare ad amare.

Vangelo secondo Matteo 11,25-30

In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

UN CUORE CHE AMA

Nell’umanità concreta di Gesù, Dio si manifesta in tutte le dimensioni e i percorsi dell’umano. Dio-Amore viene a esprimersi attraverso il Cuore umano di Gesù. Occorre farne esperienza, allo stesso modo in cui i bambini e le persone semplici sperimentano l’amore del papà e della mamma e degli amici, e l’innamorata si abbandona all’uomo che la ama. E’ pieno di gratitudine colui che si riconosce amato da Gesù con un amore capace di donare a noi la sua stessa vita, come un sole, come un fiume.

Domenica 21 Giugno 2020, XII del Tempo Ordinario, Anno A (verde)

Introduzione del celebrante
Uniti in questa assemblea liturgica, in compagnia con la Vergine Maria, con san Luigi Gonzaga e san Giovanni Battista ci rivolgiamo a nostro Signore.

1. Ti ringraziamo, Signore Dio Padre, perché ci ami e ci custodisci con la tua provvidenza. Donaci di riconoscerci come figli amati, desiderosi di condividere il nostro bene con i fratelli,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

2. Ti ringraziamo Signore Gesù, per papa Francesco, il nostro vescovo e tutti coloro che sostengono la missione della Chiesa; donaci di collaborare alla loro opera,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

3. Ti ringraziamo Spirito Santo, per il dono del Battesimo che ci fa cristiani e per tutti i sacramenti. Rinnova e rilancia la nostra vita, a immagine dell’uomo Nuovo, il Signore Gesù,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

4. Signore Dio nostro, ti affidiamo il tempo dell’estate, con i problemi e le difficoltà, con le attese e le speranza delle persone, delle famiglie, del lavoro, della salute. Sostienici con la tua provvidenza,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
Ti ringraziamo, Signore Dio nostro, Padre, Figlio es Spirito Santo. In te confidiamo uniti a tua Madre Maria e ai santi. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

Spunto della domenica
Che valore ha una persona davanti a Dio? Quanto vale un figlio per un Padre? Richiamiamoci alla fiducia in Dio, che desidera compiere sempre il nostro ‘buon destino’, fino a condurci alla felicità piena.
Per questo, non dobbiamo aver paura delle circostanze avverse della vita, né delle difficoltà che soffriamo per la nostra fede. Riconosciamo in tutto quello che accade una nuova possibilità per amare Dio e il prossimo.

Vangelo secondo Matteo 6,7-15

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».


IMPARARE A PREGARE

 

Ecco un’oasi del Vangelo in cui fermarsi: la preghiera al Padre. L’essenzialità delle parole traccia l’atteggiamento e il percorso della preghiera. Il Padre nostro non è solo una preghiera da proclamare, da soli e nella comunità. Esprime l’atteggiamento del figlio – dei figli – che guardano al Padre. In questi giorni la liturgia delle ore propone il commento di San Cipriano al Padre nostro. In queste settimane Papa Francesco nelle udienze del mercoledì insegna a pregare sull’esempio dei personaggi della Bibbia. Facciamoci accompagnare.