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Vangelo secondo Luca10, 13-16

In quel tempo, Gesù disse:
«Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!
Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato».

 

UN AMORE MISSIONARIO

Abbiamo ricevuto la visita del Signore, l’abbiamo riconosciuta ed Egli siede alla nostra mensa. Domandiamo di custodirla nel cuore e nella vita, attraverso l’opera di tutta Chiesa la quale, come Madre, accoglie e fa crescere in noi e per noi la Sua presenza, come fanno i santi. Come ha fatto la giovane Teresa, che ha amato Gesù e voleva farlo conoscere al mondo. Vissuta nel silenzio e nell’amore del suo monastero, è stata proclamata patrona delle missioni nel mondo.

Vangelo secondo Luca 10,1-12

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».

PRESENZA E VOCE

Gesù ha davanti il mondo; attorno a lui c’è un drappello di 72 discepoli, oltre ai 12 apostoli. Ha fretta di mandarli come operai nella grande messe. Non con intenti di conquista e pianificando progetti, ma ponendo una presenza, offrendo una testimonianza, porgendo una parola. Ciascuno al suo lavoro: zolla dopo zolla, casa dopo casa, l’annuncio arriva.
Quattro secoli dopo, Girolamo compie una grandissima opera, traducendo nella lingua parlata – Vulgata – tutta la Bibbia, dall’Antico Testamento ai Vangeli. La testimonianza acquista voce.

Mercoledì 29 settembre 2021
Santi Michele, Gabriele e Raffaele, Arcangeli

Vangelo secondo Giovanni 1,47-51

In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

IL CIELO APERTO

Quando il cielo si apre, vediamo di più. A suo tempo, vedremo e gli angeli di Dio correre e volare fra terra e cielo per portare messaggi e prestare soccorsi. Così come è popolato di stelle, l’universo è attraversato dagli angeli, alcuni dei quali con una missione particolare: Michele difensore conto il male, Gabriele annunciatore di salvezza, Raffaele compagno nel cammino. Non siamo dunque soli, tra il brulicare di creature visibili, minime o immense, e lo scorrere delle creature celesti.

Domenica 3 Ottobre 2021, XXVII del Tempo Ordinario

Introduzione del celebrante
Chiamati dal Signore a stare con lui in questa celebrazione di preghiera e di fraternità, domandiamo che la sua grazia ci edifichi di domenica in domenica, per diventare suoi testimoni nel mondo.

1. O Signore, donaci un cuore aperto e accogliente per valorizzare i doni di ciascuno nel compiere azioni di bene, come testimonianza della vita nuova del Vangelo,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

2. O Signore, donaci di riconoscere la tua presenza e la tua guida attraverso i pastori e ministri delle nostre comunità cristiane. Rendici uniti nella fede, speranza, carità,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

3. O Signore, sostieni l’amore e la fedeltà dei coniugi. In questo mese di Ottobre la preghiera del Rosario diventi vincolo di unità e pace nelle nostre case,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

4. O Signore, accompagna con la tua grazia la vita dei giovani, aprendoli al dono del matrimonio cristiano, della vita religiosa, sacerdotale e missionaria,
Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante
Dio nostro Padre, principio della vita e dell’amore, accogli la preghiera che la tua famiglia pone davanti a te per Cristo nostro Signore

Un nuovo orizzonte per vivere
Da alcune domeniche Gesù sta facendo per noi un’opera di ‘raddrizzamento culturale’, di impostazione corretta della mentalità e delle scelte della vita. Possiamo ricominciare a chiamare le cose e le persone con il loro vero nome, il nome che Dio ha dato fin dall’origine e che esse portano impresso nella loro natura: uomo, donna, amore, fedeltà, matrimonio, fecondità, figli… La verità aiuta a vivere e mette sulla strada della felicità. La fede cristiana aiuta a capire e a vivere l’umano. Ci dona un orizzonte più grande. In questo mese di ottobre ci vengono incontro Maria, con il Rosario e la compagnia dei santi, come Francesco, in un’apertura missionaria.

Vangelo secondo Luca 9,51-56

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme.
Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.

TENSIONE ALL’IDEALE

Per territori favorevoli e accettando la deviazione imposta da un territorio ostile, Gesù procede con ‘ferma decisione’ verso Gerusalemme. L’evangelista Luca presenta tutta la vita di Gesù come un cammino verso Gerusalemme, luogo del compimento dei ‘giorni in cui sarebbe stato elevato in alto’. E’ il ritorno al Padre ad attrarre Gesù, anche incrociando il rifiuto dei samaritani, quasi anticipo del rifiuto che incontrerà nella passione.  Un punto chiaro e bello verso cui camminare, aizza il desiderio e rinnova le energie,

Vangelo secondo Luca 9,46-50

In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande.
Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».

CHI CI SALVA?

Ci risiamo. I Vangeli riprendono la stessa melodia, suonata da diversi evangelisti.
Chi è il più grande… C’è uno che ci ruba la piazza…
Tra preti e laici, in una scuola o in un luogo di lavoro o di responsabilità, chi è il più grande? E anche, come salvarci dalla ‘concorrenza’?
Ci salva il bambino da accogliere, insieme al povero e.o al migrante. Ci salva il collega di lavoro da non considerare come concorrente, ma collaboratore. Ci salva l’altro. Anzi, l’Altro.

Vangelo secondo Marco 9,38-43.45.47-48

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.
Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».

FARE IL BENE, TAGLIARE IL MALE

Gesù insegna a riconoscere e valorizzare il bene dovunque si trova e aggiunge il desiderio di un rapporto con chiunque faccia il bene e ‘non parlerà male di me’. Nella nostra società ipocrita, si sbandiera il male come fosse bene, e poi si grida allo scandalo quando qualcuno sbaglia. Gesù ci chiede di non aver paura di ‘tagliare’ ciò che induce al male: non le membra, ma tante ‘pròtesi’ come tv, computer, cellulare, rapporti sbagliati ecc… nella misura in cui ci possono trascinare al male. Impariamo a fare il bene alle persone ‘come a Gesù’.

Vangelo secondo Luca 9,43-45

In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

UN CAMMINO DA FARE

 

Com’era la compagnia di Gesù con i discepoli? Queste parole rendono nota la grande diversità tra la prospettiva di Gesù e quella di coloro che lo seguono. Gesù ha ben chiara la via della croce; i discepoli invece non capiscono le sue parole e ne restano intimoriti. Nonostante tutto, non se ne vanno. Un’attrattiva misteriosa li mantiene uniti a Gesù, mentre hanno ancora un lungo cammino da percorrere. In modo diverso, è quello accade anche a noi. La Sua fedeltà suscita la nostra fedeltà.

Vangelo secondo Luca 9,18-22

Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto».
Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

IL CRISTO REALE

Ci fa bene incontrare più volte questo Vangelo nel corso dell’anno. In realtà, questa domanda fiorisce ogni giorno. Chi è Cristo per me oggi, mentre vivo, lavoro, amo, mentre incontro gioie e dolori, attrattive e difficoltà? La risposta non consiste soltanto nel rinnovarsi di un atto di fede, ma nel mettersi dietro a ‘questo Gesù’, superando ogni volta la tentazione di inventarci un Cristo costruito su misura, per accogliere la sua reale presenza nella nostra vita.