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Vangelo secondo Marco 1,21-28

In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao,] insegnava. Ed erano stupìti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

LA DIFFERENZA

Stupiti gli uni, presi da timore gli altri, terrorizzati i demoni. Gesù si impone per la novità e la differenza della sua presenza, parola, azione. Realmente una umanità nuova, che non solo si impone come grande e vera, ma diventa fattore di cambiamento per chi la incontra. Accade ancora quando la presenza di Gesù si manifesta in verità e pienezza attraverso chi si lascia talmente coinvolgere dalla sua vita, da diventarne testimone. E’ una grazia conoscere persone così: nasce la voglia di seguirle.

Vangelo secondo Marco 1,14-20

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. Subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

LE PRIME CHIAMATE

Iniziamo il ‘tempo ordinario’ dell’anno liturgico con il Vangelo di Marco che annuncia la prima predicazione di Gesù e in contemporanea la chiamata dei primi discepoli. E’ sorprendente constatare che Gesù chiama subito alcuni a seguirlo in modo particolare, e come questi subito lo seguano. Un movimento convergente. Quando il Signore chiama e la persona risponde, già inizia il cambiamento del mondo, un’era nuova per tutti, piena di promessa per il futuro. Fino ad arrivare a toccare le nostre piccole vite.

 

Vangelo secondo Luca 3,15-16.21-22

In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

LA VITA NUOVA DEL BATTESIMO

Oggi riprendiamo coscienza del nostro Battesimo con il quale è iniziata la nostra storia di fede. Inseriti in Cristo, facciamo parte del suo Corpo che è la Chiesa e veniamo introdotti a una vita nuova. Un nuovo senso del vivere, un nuovo pensiero, una nuova considerazione per gli altri, per le circostanze che accadono, per il nostro destino finale. Siamo figli amati e accompagnati dalla sua grazia, attesi nella sua casa. Una vita ricca di presenza e di speranza. Sosteniamoci nella preghiera e nella carità.

Vangelo secondo Marco 6,34-44

In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci».
E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti.
Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.

 

DATE VOI STESSI…

 

Sull’onda della festa dell’Epifania, lo sguardo si allarga insieme con quello di Gesù, sulla folla che lo segue e provoca la sua compassione. Gesù supera la misura dei discepoli; anzi li sfida: “Voi stessi date loro da mangiare”. Sentiamo vibrare lo stesso invito nel nostro cuore: noi suoi seguaci, chiesa intera, grandi e piccoli. Condivisione, accoglienza, carità vera. Un passo, una mano tesa, cominciando dai familiari, vicini, colleghi e tutte le persone che incrociamo nella giornata. Il mondo cambia.

Vangelo secondo Matteo 4,12-17.23-25

In quel tempo, quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.

VERSO LA LUCE

I passaggi della vita di Gesù sono determinati dalle circostanze, attraverso le quali il Padre gli apre le vie della missione. Accade con l’arresto del Battista, che determina l’uscita di Gesù da Nazaret e il passaggio a Cafarnao, da cui si irradia la luce per i popoli che sono nelle tenebre. Gesù lancia l’invito alla conversione: non è prima di tutto una questione morale, ma una diversa posizione della vita, un cambiamento di sguardo e di cuore: volgersi verso Colui che è la luce

Vangelo secondo Matteo 2,1-12

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

IL DESIDERIO E LA RICERCA

Epifania, festa della ricerca e della testimonianza al mondo. Il cuore di ogni persona desidera la verità e ricerca la felicità. Anche noi abbiamo riconosciuto Gesù attraverso persone e fatti. Partiamo dal desiderio profondo del cuore, che troviamo in noi stessi e riscontriamo negli altri, e aprirci ai segni che il Signore pone sulla nostra strada. Viviamo dentro una grande grazia, da accogliere ogni giorno e da comunicare. E’ la responsabilità della vita, da vivere per tutti, in particolare per i nostri figli.

 

Vangelo secondo Giovanni 1,43-51

In quel tempo, Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro.
Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

LA MERAVIGLIA DELL’INCONTRO

Come i primi rigagnoli di un torrente che diventa fiume e si dirama in tutte le direzioni. Così i primi incontri di Gesù, i primi contatti, le prime sorprese. Le persone sobbalzano e gridano la loro meraviglia. Eppure è appena uno sguardo, un cenno, una parola. Seguiranno ‘cose più grandi di queste’: persone che cambiano vita, carità che supera ogni barriera, dedizione fino al martirio. Gesù è all’inizio di un mondo nuovo, e genera persone nuove e vita nuova. Un cammino senza fine.

Vangelo secondo Giovanni 1,35-42

In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

LA SVOLTA

E’ un passaggio fondamentale, la svolta della vita dei due discepoli e della storia che segue. Due discepoli del Battista diventano discepoli di Gesù. Il dialogo con Gesù è impressionante. I due s’erano messi a seguire Gesù senza rivolgergli parola. Gesù si volta e fa la domanda decisiva della vita: “Che cosa cercate?”. Cercano il luogo dove Gesù abita. Non un indirizzo da annotare, ma una convivenza da iniziare: “Venite e vedete”. Quel giorno e quello seguente e tutti i giorni. Per loro e per noi.