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Vangelo secondo Giovanni 3,13-17

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».

LA CROCE CHE SALVA

Mentre stiamo ancora a discutere sul Crocifisso nelle scuole e mentre il Papa augura all’Ungheria che “la croce sia il vostro ponte tra il passato e il futuro”, ecco Gesù che annuncia a Nicodemo la croce innalzata sul mondo. Una croce nello stesso tempo abbassata fino al cuore dell’uomo, fino allo strazio dei nostri tormenti e all’avvilimento dei nostri traviamenti. La croce è la leva della misericordia di Dio che ci salva, innalzandoci con Cristo verso la salvezza.

Vangelo secondo Luca 7,1-10

In quel tempo, Gesù, quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafàrnao.
Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda quello che chiede – dicevano –, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga».
Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito. Anch’io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
All’udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.

NON SONO DEGNO

Fede e preghiera, unite ad umiltà. E si tratta di un centurione, cioè di un soldato romano! Questi ricava dalla sua rude professione il paragone che gli permette di riconoscere la potenza di Gesù, e di affidarsi a Lui. La liturgia della Chiesa ha ripreso le parole del centurione come introduzione alla comunione eucaristica. Viene così affermata anche la fede nella visita e nella compagnia reale che Gesù fa alla nostra vita nell’incontro sacramentale

Vangelo secondo Marco 8,27-35

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».
Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà».

LA DECISIONE DELLA VITA

La fede di Pietro, la conferma di Gesù, l’annuncio della passione-morte-risurrezione, la protesta di Pietro, l’invito di Gesù alla sequela: questi sono anche i passi della nostra vita cristiana. Costituiscono la decisione della vita, e anche la decisione di ogni giorno. Riconoscere Cristo mentre camminiamo, lavoriamo, incontriamo; mentre accadono i fatti lieti o dolorosi della giornata; mentre viviamo in questo mondo contraddittorio di bene e di male. La fede riconosciuta e vissuta ci unisce a tutti i nostri fratelli cristiani e diventa testimonianza di fronte al mondo.

Vangelo secondo Luca 6,43-49

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo.
L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.
Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico?
Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene.
Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande».

 

FRUTTI BUONI

 

Chi non vorrebbe portare frutti buoni con la propria vita? Eppure non è un processo automatico. Non sempre da ottimi genitori e splendidi educatori crescono figli e discepoli corrispondenti. Tuttavia, la pazienza dell’esperienza permette di verificare che niente va perduto di quello che abbiamo seminato: nel tempo, il bene – come anche il male - riaffiora, in modi imprevisti e improbabili. Fidiamoci della promessa del Signore e del Dio creatore di un cuore che anela al bene anche quando compie il male.

Vangelo secondo Luca 6,39-42

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

NON DA SOLI

Abbiamo bisogno di guida, non per sostituire la nostra liberà e responsabilità, ma perché avere un’attrattiva e un punto di paragone e di sostegno. L’esperienza di altri è preziosa, e così la loro compagnia. Non è il caso di guardare gli altri con la superbia altezzosa di chi vede solo i difetti, ma con l’umiltà di chi riconosce il proprio limite e il proprio bisogno e domanda sempre di imparare. Non si vive e non si cammina da soli.

Vangelo secondo Luca 6,27-38

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.
E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

UN ALTRO MONDO

Con le parole del Vangelo Gesù delinea un altro mondo, possibile anche in questo mondo. Un mondo di bene e di benedizione, di amore e misericordia, di dedizione e gratitudine. Tutti coloro che seguono il Vangelo, seminano nella nostra terra questa vita nuova che germoglia in libertà, pace, fraternità. Così il santo di oggi, liberatore degli schiavi. E’ possibile fare dei passi su questa strada, perché siamo figli di un Padre misericordioso, redenti dal Figlio nello Spirito di amore.

Vangelo secondo Matteo 1,18-23

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa Dio con noi.

L’INIZIATIVA

Nel procedere dei fatti della storia e nell’intrigo degli avvenimenti, Dio prende l’iniziativa. Egli comincia da capo, dal punto in cui la vita viene generata. Prima la concezione immacolata di una Bambina, poi la nascita. Da questa Donna viene generato umanamente il Figlio eterno di Dio. Questo nuovo principio ci affascina, e suscita il desiderio di affidarsi alla iniziativa di Dio, ricercandone i segni nella storia e nella nostra vita: germogli di novità, in un bimbo che nasce e nella vita che scorre.

 

Vangelo secondo Luca 6,12-19

In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.

LA SCELTA

La scelta, anzi l’elezione, è opera di Gesù, che agisce nella profonda comunione con il Padre sperimentata nella notte di preghiera. Fin dall’inizio l’azione di Dio nel mondo si determina attraverso l’elezione, che segna le tappe della storia del suo Popolo: Abramo, Mosè, Davide, profeti… Quando Dio sceglie, l’eletto non è solo suo rappresentante, ma diventa tramite della sua azione e della sua grazia. Nell’opera dell’uomo anche debole e impreciso, Dio agisce con la sua grazia.

 

Vangelo secondo Luca 6,6-11

Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo.
Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo.
Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita.
Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

LA SFIDA

Esistono giorni in cui siamo impediti dal fare del bene? O giorni in cui non è possibile fare del male? Bene o male non dipendono dai giorni della settimana, ma dal cuore, e dalle occasioni che incontriamo. Gesù sfida la nostra libertà e dedizione, togliendo tutti gli alibi che gli scribi e farisei si inventavano quando, prendendo a pretesto la legge, trascuravano il dovere della carità. La vita ci pone di fronte alle persone, non di fronte all’anonimato delle leggi. Padre Marella lo testimonia.