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Vangelo secondo Luca 10,1-9

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

LA RICCHEZZA DEL VANGELO

Insieme con i dodici e con Paolo, chiamato come ultimo apostolo, ecco altri settantadue designati e mandati. Dietro a loro, dai primi tempi fino al presente, Gesù chiama e manda tanti altri. Non siamo inviati ricchi di un nostro bagaglio personale, ma del dono che ci viene consegnato, fin dal Battesimo e dalla Cresima, come cristiani; con il sacramento dell’Ordine come sacerdoti e vescovi. Siamo chiamati a comunicare la vita e l’insegnamento di Cristo attraverso nostra personale esperienza.

Vangelo secondo Marco 1,29-39

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

I LUOGHI DI GESU’

La sinagoga, dove Gesù partecipa alla vita religiosa del suo popolo; la casa di Simone, dove viene accolto insieme con i discepoli come a casa propria; la piazzetta davanti alla casa, dove tutti portano i malati, che Gesù guarisce; il luogo deserto, dove prega incontrando Dio Padre nell’amore dello Spirito Santo; le strade da percorrere per tutta la Galilea. Ora Gesù percorre le strade del mondo, con i passi, la voce e il cuore dei discepoli, di noi chiamati a seguirlo e a testimoniarlo.

Vangelo secondo Marco 1,21-28

In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao,] insegnava. Ed erano stupìti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

IL PRIMO SCONTRO

Testa a testa con satana, non in modo solitario come nel deserto, ma di fronte alle persone e addirittura da dentro di una persona. Gesù, che vive una vita integralmente umana, combatte con satana che è entrato nel corpo e nel cuore di un uomo. Da lì comincia l’opera di liberazione. Nel mondo c’è ora una ‘autorità’ nuova che parla e agisce, comanda e ottiene effetto. Possiamo dunque domandare che Cristo vinca ogni male e allontani ogni peccato, per noi e per tutti.

Vangelo di Matteo, 15,29-37

In quel tempo, Gesù si allontanò di là, giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele. Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.

LA COMPASSIONE DI GESU’

In tempo di Avvento, questo episodio ha una coloratura diversa. Le persone seguono Gesù, ‘recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati’. Gesù guarisce. Quindi Gesù ‘ha compassione’ per quelli che hanno fame, cioè patisce con loro; compie il miracolo e salva. L’Avvento annuncia che Gesù viene e salva, ma non agisce da solo e in modo automatico. Questo è il metodo di Dio, che impiega la sua onnipotenza, richiamando nello stesso tempo la nostra adesione e collaborazione.

Vangelo secondo Luca 21,12-19

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza.
Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

LA TESTIMONIANZA DELLA PERSECUZIONE

Non è tanto l’annuncio delle persecuzioni che sorprende, quanto il fatto che le persecuzioni daranno ‘occasione di dare testimonianza’. C’è dunque qualcosa – anzi Qualcuno – che vale più della vita, più della buona fama, della protezione e dell’affetto dei familiari. Con l’aggiunta che la vita data per Cristo non è perduta, ma salvata. Rimanere fedeli a Cristo nella difficoltà e nella persecuzione procura il guadagno più grande. Come non pensare ai nostri fratelli che - oggi soprattutto – testimoniano Cristo nella bufera palese o occulta della persecuzione?

Mercoledì 21 novembre 2018, Presentazione della Beata Vergine Maria

Vangelo secondo Luca 19,11-28

In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro.
Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato.
Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”.
Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”.
Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”».
Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.

FIN DALL’INIZIO

Come dice una tradizione narrata nel Vangelo apocrifo di Giacomo, la piccola Maria venne  presentata al tempio, dove si trattenne per un certo tempo. Questa festa si collega alla presentazione di Gesù al tempio e alla festa dell’Immacolata. Fin dall’inizio della sua umana consapevolezza Maria fu dedicata al suo Signore. A Venezia e dintorni questa festa coincide con la celebrazione della Madonna della Salute. Il Vangelo del giorno, che segue il percorso consueto della settimana, suggerisce che Maria fin da subito cominciò a trafficare per la gloria di Dio il talento della grazia.

Vangelo di Luca 18, 35-43

Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!».
Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».
Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio

Il bisogno e il grido

All’inizio della settimana ci raggiunge il grido del cieco. Gesù si ferma e lo interpella: Il cristianesimo è l’incontro tra il nostro bisogno e Colui che ci libera; l’incontro di una libertà che domanda, e di una libertà disposta a donare. Domandiamo la grazia di riconoscere la nostra povertà e di gridarla a colui che ci dona la sua stessa vita. Possiamo essere ostacolati o accompagnati da chi ci sta intorno. Alla fine prevale il gioco della libertà di Dio che intercetta il grido dell’uomo.

Vangelo secondo Luca 17,7-10

In quel tempo, Gesù disse:
«Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, strìngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

PRESI A SERVIZIO

Gesù, che si è fatto servo per noi, taglia ogni presunzione e orgoglio. Il vanto per le cose fatte e per le imprese compiute suscita antipatia in chi ascolta, e ci rende tristi di fronte a noi stessi. Ci basta la buona coscienza di aver compiuto il nostro dovere, in modo non formale, ma come risposta al bene ricevuto: risposta e responsabilità nei riguardi di chi ci ‘ha presi a servizio’: il Signore Dio che tutto dona, e porta a compimento il nostro destino.

Vangelo di Luca 11,42-46

In quel tempo, Il Signore disse: “Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo». Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!

UN AMORE TRAVOLGENTE

Il linguaggio deciso, preciso, irruente di Gesù ancora ci sorprende. A Gesù sta a cuore prima di tutto l’amore di Dio, che non può venire stravolto e soffocato dalla formalità delle pratiche esteriori. Gli stanno a cuore la giustizia e la carità verso il prossimo. Ancora una cosa preme al suo cuore: che la gente non venga ingannata da maestri falsi e dalla doppia vita, che dicono e non fanno. L’amore di Gesù travolge con passione ogni ostacolo e ogni menzogna.