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Vangelo secondo Marco 6,30-34

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

IN DISPARTE CON GESU’

Il tratto umanissimo di Gesù si rivela due volte in questo breve racconto evangelico. Egli chiama in disparte gli apostoli che tornano dalla missione lieti e affaticati. Stare con Gesù ‘in disparte’ è il vero ristoro della vita, la guarigione del cuore e della mente. Ma già subito la folla rincorre Gesù, il quale si concede a tutti e si mette a insegnar loro ‘molte cose’. Quali cose? Il senso della vita e l’Amore che ci insegue; il mistero di Dio e il destino dell’uomo.

Venerdì 7 febbraio 2020

Beato Pio IX – Giovanni Maria Mastai Ferretti – Papa, 1792-1878

Vangelo secondo Marco 6,14-29

In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi». Altri invece dicevano: «È Elìa». Altri ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!».
Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto.
E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

PER LA LIBERTA’ E LA VERITA’

 

Chi si è fatto catturare da satana, continua a seguire la sua logica anche nelle azioni più perverse, che pur gli ripugnano. E’ la discesa di Erode nel ‘territorio del diavolo’, del quale egli si fa schiavo. Su questa china, Erode cede alla pretesa di Erodiale e fa uccidere Giovanni Battista, il profeta che egli temeva e ‘ascoltava volentieri’. Un episodio truce, fatto di perversione e crudeltà, che tuttavia esalta la figura di Giovanni Battista, martire della libertà e verità.

Vangelo secondo Marco 6,7-13

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

LA PRIMA MISSIONE

Chiama i Dodici e subito li invia in missione. C’è un fatto nuovo a presentare, una nuova presenza da annunciare. Per far questo, non occorrono strumenti particolari, al di là della propria persona e dell’incarico ricevuto. Come è accaduto e accade per Gesù, è la stessa presenza che salva, induce a conversione, libera dal demonio e guarisce. Gesù ci chiama fin dal battesimo ad essere segno di Lui, mentre viviamo e lavoriamo, mentre percorriamo le strade degli uomini e i sentieri dei cuori.

 

Martedì 4 febbraio 2020 ore 20.45 Contarina per il Vicariato di Loreo

Centrati in Gesù Cristo

Il Volto e il rapporto con il Signore Gesù, nella luce dell’Evangelii Gaudium

A otto mesi dalla sua elezione a Papa avvenuta il‎ 13 marzo 2013,il 24 novembre 2013 festa di Cristo re, Francesco lancia l’ESORTAZIONE APOSTOLICA EVANGELII GAUDIUM ai vescovi ai presbiteri e ai diaconi alle persone consacrate e ai fedeli laici sull'annuncio del vangelo nel mondo attuale. 288 numeri che corrispondono a circa 200 pagine per dichiarare non tanto il ‘programma’ del suo pontificato, quanto piuttosto il suo stile, il suo metodo, la modalità del suo cammino pastorale.                                                                    Che cosa dice? Dice che il Vangelo è gioia: Evangelii Gaudium, la gioia del Vangelo.

  • E’ gioia della vita, quando lo si riceve.
  • E’ gioia del cuore, quando lo si annuncia.

Più che un documento, si tratta quasi di una confessione, di una espressione del suo volto, del suo cuore, delle sue scelte, dei suoi atteggiamenti. E’ come se dicesse a parole quello che egli è e che esprime con i fatti: ecco perché saluto la gente in questo modo, accolgo così, giro il mondo così…

I. La gioia del Vangelo

La gioia del Vangelo sempre una sorpresa, ma non è una cosa nuova. Il Vangelo comincia come annuncio di gioia. Ecco come comincia il cristianesimo:

  • ‘Kaire, rallegrati’, Maria piena di grazia
  • ‘Vi annuncio una grande gioia’: Angeli ai pastori. Pastori e magi gioiscono a vedere il Signore
  • L’incontro di Maria ed Elisabetta e dei due bambini nel grembo materno: ‘Il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E te beata che hai creduto’. ‘L’anima mia glorifica il Signore’.
  • La gioia del vecchio Simeone e della profetessa Anna, alla presentazione al tempio: Ora lascia o Signore che il tuo servo vada in pace…

La gioia non è appena un sentimento dell’animo che accade per una sensazione che si prova, quasi senza motivo, quando uno è contento e non sa perché. La gioia è la reazione a un fatto che capita, a un annuncio buono, a una presenza che accade: Un Bambino, un Figlio. La gioia accade, come una sorpresa, davanti a un fatto. E’ la gioia dei genitori e – si direbbe – soprattutto dei nonni e di tante altre persone. “Niente è più grande di questo fatto. Non immaginavo fosse così.”                                                                                            Ricordo l’annuncio della nascita della mia prima nipotina – avevo otto anni: la faccia gioiosa di una cugina che, arrivando di corsa, batteva il vetro della finestra di casa della zia – dove mi avevano confinato – e lei che gridava: “Una bambina!!”.  E prima ancora, all’asilo, qualcuno è venuto a chiamarmi dalla porta della classe dei bambinetti perché mio fratello era tornato dalla prigionia in America. Avrò avuto cinque anni.   Annunci di gioia per uno che nasce, per uno che arriva…

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Vangelo secondo Marco 6,1-6

In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

LA FEDE RICONOSCE

I compaesani di Gesù lo ammirano ma, invece di esaltarlo, se ne scandalizzano. Perché? Forse per invidia, forse per il preconcetto di chi suppone già di conoscere una persona, e non accetta che questa esca dalle sue misure e dai suoi piani. E’ significativo notare che Gesù ‘non poteva compiere nessun prodigio’ a causa della loro incredulità. Ancora una volta, Gesù non si impone, ma si propone e si offre interamente solo a chi si apre a Lui con fede e abbandono.

 

Vangelo secondo Marco 5,21-43

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

UNA FEDE CHE DOMANDA

Dapprima Gesù sembra quasi trascinato a compiere i miracoli. Subito dopo lo vediamo corrispondere alla grande. Gesù sembra desiderare e quasi pretendere di essere sollecitato, per provocare la fede delle persone. La sua risposta compie e supera ogni richiesta. Possiamo quindi affidarci a Lui, con la fede del capo della sinagoga e più ancora con quella della donna malata; è la stessa fede di tante persone del popolo di Dio che sembrano ‘forare il cielo’ con la loro ardita semplicità.

Vangelo secondo Marco 5,1-20

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro.
Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre.
Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese.
C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare.
I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.
Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.

UN BUON COMBATTIMENTO

Impressionano i numeri: una legione di diavoli, che va a scaricarsi su una mandria di duemila porci. Un disastro economico per i mandriani e i proprietari e una liberazione per il povero indemoniato, che domanda poi di stare con Gesù. Tutto questo può essere un segno della potenza di satana che invade il mondo, e della potenza ancora più grande del Signore che vince satana e il male. Compiamo il buon combattimento contro il male attraverso la forza di Gesù.

Vangelo secondo Luca 2,22-40

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

LUCE DI SALVEZZA

Aria di Natale? Gesù, presentato al tempio da Maria e Giuseppe a quaranta giorni della nascita, è il Figlio che si consegna al Padre per compiere la sua volontà nel seguito di tutta la vita. E’ la Luce che fa strada agli uomini in tutti i percorsi, fino alla mèta finale, come desiderava il vecchio Simeone. E’ il Messia riconosciuto come salvatore per ‘tutti i popoli’. Ci uniamo con Maria alla sua offerta al tempio, che anticipa quella sulla croce, per accogliere la salvezza, per noi e per tutti.

Vangelo secondo Marco 4,35-41

In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

LA LUNGA TRAVERSATA

Nella barchetta della nostra vita e nel grande barcone della storia, è salito il Signore Gesù, che fa con noi la traversata. Ci accompagnano albe e tramonti, bonacce e tempeste. E’ lungo il tragitto per giungere “all’altra riva”. Gesù è con noi. Perché avere paura? Non sappiamo se la tempesta si calma subito, oppure se la pace arriva alla fine del viaggio. Ci basti la certezza di essere voluti e amati, accompagnati e salvati.

Domenica 2 febbraio 2020 – Presentazione del Signore

Giornata della vita

Giornata della vita consacrata

Introduzione del celebrante
Gesù si presenta nel nostro tempio. Riconosciamolo con la fede e la gioia di Simeone e Anna e affidiamoci a Lui attraverso Maria e Giuseppe.
Noi ti preghiamo: SIGNORE,
NOSTRA LUCE E SALVEZZA, ASCOLTACI

1. Signore Gesù, donaci di riconoscerti come Salvatore nostro e di tutti gli uomini. La luce della tua presenza illumini la strada dei popoli nella verità e nella pace,
Noi ti preghiamo: SIGNORE,
NOSTRA LUCE E SALVEZZA, ASCOLTACI

2. Signore Gesù, Ti affidiamo Papa Francesco e tutti i nostri pastori. Rendili testimoni della tua gioia, insieme con gli uomini e le donne consacrati nella vita religiosa,
Noi ti preghiamo: SIGNORE,
NOSTRA LUCE E SALVEZZA, ASCOLTACI

3. Signore Gesù, Ti affidiamo le persone anziane, con i familiari e con tutti coloro che in tanti modi le accompagnano; dona speranza e fortezza a quanti sono incamminati al compimento della vita,
Noi ti preghiamo: SIGNORE,
NOSTRA LUCE E SALVEZZA, ASCOLTACI

4. Signore Gesù, ti ringraziamo per il dono della vita; rendici aperti ad accogliere i figli, con amore e responsabilità, secondo una coscienza ben guidata,
Noi ti preghiamo: SIGNORE,
NOSTRA LUCE E SALVEZZA, ASCOLTACI

Conclusione del celebrante
La nostra preghiera salga al Signore e la sua grazia scenda su di noi, sulle nostre famiglie, sulla Chiesa e l’intera società. Per Cristo nostro Signore.

Spunto della Festa
Questa festa è un improvviso richiamo al Natale del Signore e nello stesso tempo una sintesi di tutta la storia della salvezza. Il tempio, con i due anziani che attendono Gesù salvatore e lo riconoscono. Il Bambino che viene presentato e offerto, anticipo di tutta la sua vita offerta, fino alla croce. Partecipiamo alla sua offerta insieme con Maria e Giuseppe. Oggi, due richiami fortissimi con la Giornata della vita, dono di Dio sempre; Giornata della vita consacrata, donata da Dio e a Lui offerta.