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Lunedì 17 febbraio 2020

Santi Sette Fondatori dell’Ordine de Servi di Maria, sec. XIII-XIV

Vangelo secondo Marco 8,11-13

In quel tempo, vennero i farisei e si misero a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova.
Ma egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno».
Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva.

CI BASTA LA SUA GRAZIA

Possiamo pretendere altri ‘segni’ oltre a quelli che incontriamo, come bambini viziati, mai contenti dei giochi che hanno e dei cibi che mangiano? Siamo circondati dalle meraviglie della natura e dalla premura delle persone. Abbiamo il dono della fede nella compagnia della Chiesa che ci sostiene nelle circostanze della vita. Certamente abbiamo dolori, contraddizioni, contrattempi; ma anche l’energia del vivere e la testimonianza dei fratelli. Gesù ha detto a San Paolo che si lamentava della sua spina: “Ti basta la mia grazia”.

 

Vangelo secondo Matteo  5,17-37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!
Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».

IL COMPIMENTO DELLA LEGGE

Quale il compimento dell’antica legge? Gesù non cancella i comandamenti, ma li libera dalla corteccia di formalismo esteriore. A una bella faccia, deve corrispondere un bel cuore. Non basta fare i bravi soldatini ordinati e composti, se poi il cuore è pieno di cattivi pensieri, rancore, odio, lussuria e tradimento. Certamente, occorrerà ‘tagliare’ qualcosa: non mani e piedi, nè cavarsi gli occhi. Ma non lasciamoci invadere sensi e fantasia dalle brutture e falsità che ci circondano. Una sincera ascesi e una buona disciplina fanno un uomo buono.

Domenica 16 febbraio 2020, VI del Tempo Ordinario

Introduzione del celebrante

Nel suo Vangelo, Gesù ci offre un diverso criterio di giustizia e di carità. Gli domandiamo la grazia di accompagnarci a viverlo, insieme con tutto il popolo cristiano.

  1. Il Signore ci doni la grazia di accogliere e praticare nella nostra vita la legge nuova della fedeltà e dell’amore e la sua giustizia che supera la nostra misura, per testimoniare al mondo speranza e gioia,

Preghiamo insieme: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Affidiamo al Signore Papa Francesco, il nostro vescovo e tutti i sacerdoti, che donano la vita per il popolo di Dio. Il Signore (accolga nel suo paradiso il nostro amato don Pierangelo e) ci doni nuovi santi sacerdoti,

Preghiamo insieme. ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Per i giovani fidanzati: rinnovino il desiderio e la decisione di formare una famiglia benedetta dal sacramento del Matrimonio, nella compagnia della Chiesa e con il sostegno della società civile,

Preghiamo insieme: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Per quanti sono colpiti da malattie vecchie e nuove, o se ne sentono minacciati; perché si risvegli la solidarietà reciproca per la difesa dal male e per la cura dei malati,

Preghiamo insieme: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante

Presentiamo al Signore la nostra preghiera. La sua grazia ci sostenga nell’annuncio e nella testimonianza di fronte al mondo. Per Cristo nostro Signore. Amen

Spunto della festa

Gesù ci offre un di più di umanità, di verità e di dignità della vita. Egli ci invita a vivere come figli e fratelli. Non come vittime di regole morali che ci opprimono, ma come persone libere attratte da un bene più grande. Il rispetto della nostra dignità personale (‘se il tuo occhio ti scandalizza…’); il rispetto di Dio (‘non giurare…’), il rispetto del prossimo (‘l’offesa al fratello, il desiderio cattivo…’). Ogni giorno possiamo scegliere tra il bene e il male (prima lettura). Ogni giorno i suoi comandamenti ‘ci custodiscono’. Dio ci propone una sapienza più grande e più efficace per la vita.

 

 

 

Vangelo secondo Marco 8,1-10

In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano».
Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette».
Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli.
Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò.
Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.

LA FOLLA SAZIATA

Per seguire Gesù, la folla trascura anche il mangiare. Quale fascino doveva avere Gesù, per seguirlo da tre giorni, anche senza provviste! Gesù è un pastore attento. Si ferma, chiama i discepoli vicino a sé e li coinvolge in uno straordinario miracolo, realizzato con i loro pani e pesci condivisi. E’ sempre così. La nostra è una piccola vita; il contributo che possiamo dare per gli altri è minimo. Messo nelle mani di Gesù, si moltiplica e risponde al bisogno di intere folle.

Vangelo secondo Luca 10,1-9

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

LA LINGUA DEL VANGELO

Nella festa dei Santi Cirillo e Metodio, evangelizzatori dei paesi slavi, il Vangelo presenta la prima missione dei discepoli, inizio della grande missione della Chiesa. Il cristianesimo si diffonde sia attraverso la testimonianza personale, sia attraverso una specifica opera missionaria. I due fratelli Cirillo e Metodio vennero espressamente mandati in Moravia, dove crearono l’alfabeto detto ‘cirillico’ per tradurre i libri sacri dal greco allo slavo. Con loro l’annuncio cristiano entra in una nuova cultura, e ne trae il vantaggio di una nuova espressività.

Oggi ho visto una cosa incredibile. Un miracolo. Mai visto niente di simile in tanti anni di sacerdozio. Cosa può fare un prete! La fede di un prete!                      Certo che Dio si è comportato come un allenatore di calcio che fa uscire il migliore giocatore in campo prima del fischio finale perché tutto lo stadio lo acclami in una standing ovation... perché tutti se ne accorgano della sua genialità...in questo caso santità... canto, omelia e popolo come pure il ricordo finale di Venerucci hanno dato spessore ad un evento di fede incredibile. Dio oggi ci ha detto che ci vuole bene. Tanto bene. Buona notte

don Lino Mazzocco

12.02.2020

Vangelo secondo Marco 7,24-30

In quel tempo, Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto.
Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia.
Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia».
Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.

LA DONNA STRANIERA

La donna di lingua greca e di origine siro-fenicia demolisce il muro di separazione tra gli ebrei del tempo di Gesù e gli altri popoli. Incita Gesù a superare la barriera che restringe la sua opera all’interno del popolo d’Israele. O forse è Gesù a mettere alla prova la fede della donna, sospingendola a collaborare alla sua azione che non conosce confini. Questo incontro ci fa guardare con più attenzione all’importanza decisiva delle donne come ‘collaboratrici’ di Gesù.

Vangelo secondo Marco 7,14-23

In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro».
Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti.
E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

I BUONI ‘NUTRIMENTI’

Le cose che vengono da fuori di noi, per se stesse, non sono né buone né cattive: dipende dall’uso che ne facciamo. Vale per tutto - piante, animali, oggetti - e in particolare per i cibi che mangiamo. Il cuore dell’uomo, invece, l’intenzione e la volontà possono usare bene o male di ogni cosa. Badiamo dunque non soltanto a quello che mangiamo e beviamo, ma soprattutto a quello che mettiamo nel cuore e nella mente, per poterci nutrire di verità e carità.

 

Vangelo secondo Marco 7,1-13

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: “Onora tuo padre e tua madre”, e: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».

AMORE CHE SALVA

Gesù si contrappone decisamente alla riduzione della legge di Dio a pura formalità. Il comandamento di Dio è l’amore e l’onore, prima di tutto nei riguardi del padre e della madre.  La carità cristiana si allarga poi senza confini. Lo ricordiamo nella ricorrenza della Madonna di Lourdes nel giorno di inizio delle apparizioni mariane a Bernadette. Lourdes è luogo di guarigione per l’anima e il corpo, richiamo alla salvezza totale che il Signore desidera per ogni essere umano.

Accompagniamo don Pierangelo all'incontro con il Signore:

Domani, Martedì 11 febbraio ore 18,30 il vescovo Adriano celebra nella Chiesa della Madonna di Lourdes a Sottomarina, presente la salma di don Pierangelo, che verrà poi portata nella Chiesa di San Martino.

Mercoledì 12 febbraio ore 10 Santa Messa funebre celebrata dal Vescovo e sacerdoti, nella Chiesa di San Martino a Sottomarina.