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Omelia della Messa per il congedo dalla Comunità della Cattedrale

Oggi alla Messa della Comunità ho lasciato la Parrocchia della Cattedrale e ho partecipato all'ingresso del nuovo Parroco.

Ecco il testo e il parlato dell'Omelia e qualche foto.

 

Domenica 26.a - 30 settembre 2018 – Omelia in occasione del congedo dalla Comunità della Cattedrale+ È straordinario e commovente il modo in cui il Signore ci accompagna mentre viviamo. Oggi egli ci raduna nella compagnia dei discepoli che lo seguono in questa comunità parrocchiale. E vedono spuntare all'orizzonte un altro annunciatore e forse vorrebbero rivendicare solo a se stessi il compito e la missione. Gesù allarga il nostro cuore. La missione è più grande, si allarga a nuove dimensioni, cammina nel tempo e oggi nella comunità della Cattedrale di Chioggia acquista il volto del nuovo parroco. Un nuovo dono nella trafila dei pastori di questa Chiesa.

 

+ Ma lo sguardo è più ampio. Lo spirito concesso a Mosè non è una sua esclusiva ma viene effuso sui 70. Nella Pentecoste accade di più: lo Spirito scende sui 120 e viene annunciato che i nostri figli e le nostre figlie diventeranno profeti. Stiamo partecipando all'azione di Dio che rinnova la vita ed edifica la sua presenza nel mondo. Il popolo di Dio e i suoi profeti, il popolo di Dio e la sua guida. Siamo qui amati, scelti, pronti a proseguire e a ricominciare.

Ma che cosa fa di noi il suo popolo, che cosa fa di noi la Chiesa di Dio nel mondo?      Che cosa ci costituisce discepoli del Signore?

+ Forse la fedeltà a una tradizione che ci viene tramandata, ricca di valore e di valori, illuminata da presenze significative di preti, suore, laici? Questa tradizione ha ancora la forza di muoverci, di farci vivere? La fedeltà a quello che abbiamo ricevuto da altri e che magari noi stessi abbiamo vissuto in passato, regge di fronte al logoramento del mondo e all’urto delle circostanze della vita?

+ Forse basta una decisione di bontà, di buona volontà, basta un insieme di valori, di buoni pensieri e buoni propositi, ideali, prospettive di rinnovamento, un nuovo progetto e nuovi programmi pastorali, iniziative originali e coinvolgenti, atti di bontà e carità, tutto questo potrà giungere a muovere il cuore, a convincerci ad essere cristiani e a compiere la missione cristiana? Basta tutto questo a provocarci a convincerci, a cambiare una vita?                                                                                            Quello che accade con il cristianesimo è un fenomeno assolutamente nuovo, è un fatto imprevedibile che appartiene a una nuova e radicale iniziativa di Dio.

+ Era buona, docile, fedele alle regole del suo popolo la ragazza di Nazaret di nome Maria. Ma l'annuncio dell'Angelo fa accadere in lei e per lei una cosa imprevista, impossibile all'uomo. Offre una vicinanza, una presenza inaudita di Dio, che prende le sue viscere di giovane donna, la sua carne e il suo sangue. Esalta la vita fino alla glorificazione della persona nell’Assunzione al Paradiso.

+ Cosa accade nei due che pendono dalle labbra di Giovanni Battista e si muovono seguendo il suo annuncio "Ecco l'Agnello"? Giovanni e Andrea seguono l’uomo nuovo Gesù e gli chiedono dove abita e stanno con lui tutto quel giorno e tutti i giorni della loro vita.

Quello che accade alla Samaritana al pozzo, a Zaccheo sull'albero, alla donna che arriva ai suoi piedi a spargere il profumo. Una scossa, un turbamento, un cambiamento, una rivoluzione nella vita, un amore, un attaccamento, uno slancio che prende tutta la persona, corpo e anima, cuore e ragione, tempo ed eternità.

Così è accaduto a noi. Una cosa imprevedibile, un avvenimento non preventivato, un fatto che ci ha presi dentro un rapporto, dentro un amore, dentro una compagnia di amici che lo seguono, arrabattandosi con i propri limiti, ma da lui conquistati. Da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna, tu solo sei il contenuto, lo scopo, l'origine, l'amore della vita.

Per questo – per te, con te o Signore Gesù - possiamo perdere una mano o un piede, un occhio o un mucchio di denaro, possiamo perdere il tempo della vita, gli onori e il successo, per guadagnare te. Guadagnando te ritroviamo la nostra anima, conquistiamo la nostra felicità, acquistiamo la vita.

È quello che ci è accaduto, che mi è accaduto e continua ad accadere, in questi 78 anni di vita, in questi 54 anni di vita sacerdotale, 51 di vita in parrocchia. Questi ultimi 8 anni hanno costituito una ricchezza, come l'oro purificato nel fuoco e ricondotto al suo pieno valore. Attraverso la corrispondenza e la non corrispondenza, attraverso le occasioni grandiose e quelle quotidiane che questa immensa e splendida cattedrale ha offerto, attraverso la compagnia e la solitudine, la parola e il silenzio, le case e le calli e il Corso, i parrocchiani e i cittadini, i collaboratori e i turisti, i vicini e i lontani, gli amici e gli estranei, i bambini ricchi di semplicità e di affetto, gli anziani fedeli, gli adulti e le famiglie, attraverso la compagnia e il servizio di persone esperte e semplici, attraverso la solidarietà di altri sacerdoti e il sostegno del Vescovo, attraverso le Suore che hanno manifestato l'amore a Cristo accogliendo i semplici e i poveri e servendo la liturgia della Chiesa, attraverso le occasioni clamorose e quelle semplici, Cristo si è imposto nella mia vita, mi ha attratto come il discepolo che Egli amava, mi ha stretto al suo petto.

A me, a noi, è accaduto, sta accadendo come  allo staretz Giovanni nel racconto dell'Anticristo del grande scrittore e filosofo russo Soloviev. Un giovane uomo di trentatré anni diventa il grande benefattore dell'umanità, il suo pacificatore, sostituendo finalmente il maestro crocifisso di Nazaret. Ora egli vuole riunire intorno a sè tutte le religioni e vuole unificare i cristiani divisi. In un grande concilio a Gerusalemme promette ai cattolici che restituirà loro il potere temporale e tutti i privilegi, ai protestanti promette l'università della parola e del libro della Bibbia, agli ortodossi un grande museo che raccolga tutte le loro tradizioni. Molti acclamano e si concedono al nuovo potere universale, al nuovo ordine mondiale. Allora simile a un cero candido si alzò in piedi lo starets Giovanni e rispose con dolcezza: «Grande sovrano! Quello che noi abbiamo di più caro nel cristianesimo è Cristo stesso. Lui stesso e tutto ciò che viene da Lui, giacché noi sappiamo che in Lui dimora corporalmente tutta la pienezza della Divinità".

Gesù e tutto quello che deriva da lui, la vita e la chiesa: questo è l’amore e il compito del cristiano, di me, di don Danilo, di noi, di tutti.